Mediterranea Inferno – Recensione

PC

No, non stiamo parlando del preoccupante aumento della temperatura dei nostri mari, ma della nuova visual novel prodotta da Santa Ragione, ovvero Mediterranea Inferno.

Sviluppatore / Publisher: Lorenzo Redaelli / SantaRagione Prezzo: € 14,99  Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente  PEGI: +16  Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 24 agosto 2023

I videogiochi che giochiamo abitualmente paiono esistere in una bolla, un presente avulso e mai toccato dagli eventi del mondo reale. Spesso, ciò dipende dai processi produttivi: realizzare un gioco richiede in genere anni e in questi casi il rischio è quello di risultare superati dagli eventi prima ancora di arrivare sugli scaffali.




Molto più spesso, però, si tratta di pavidità: parlare del contemporaneo implica una presa di posizione che può scontentare una fetta più o meno grande dell’utenza. Per questo dobbiamo ritenerci fortunati ad avere un talento come Lorenzo Redaelli e uno studio come Santa Ragione che l’ha accolto e produce i suoi giochi. E pochi titoli sono più radicati nel 2023 della sua nuova visual novel, Mediterranea Inferno.

MEDITERRANEA INFERNO: HIC ET NUNC

Claudio, Mida e Andrea sono tre ragazzi milanesi, poco più ventenni. La città ha imparato a conoscerli come “I ragazzi del sole”, il trio più ammirato e desiderato nelle notti queer meneghine, l’anima di ogni festa che possa definirsi tale. Poi, di colpo, arriva la pandemia, che chiude i locali, distanzia la socialità e silenzia la vita notturna. Le loro prendono improvvisamente strade diverse, finché in una calda giornata di inizio agosto 2022 Andrea riannoda i fili della loro amicizia con una proposta: perché non passare qualche giorno insieme in Puglia per una vacanza?

Il sesso è uno dei temi centrali di Mediterranea Inferno ed è finalmente trattato senza inutili e vetusti tabù.

La contemporaneità di Mediterranea Inferno emerge già da questi piccoli, primi dettagli: la pandemia coi suoi effetti su un’intera generazione, ma soprattutto attraverso il ruolo dei cellulari, incubo per buona parte dei narratori moderni: le complicazioni derivanti dal loro utilizzo in termini di rapporti tra i personaggi e gli eventi sono il motivo in cui assistiamo di frequente a storie ambientate prima dell’avvento degli smartphone.

DUE ANNI SONO UN SOLCO ABBASTANZA PROFONDO IN UN’AMICIZIA E BENCHÉ SUPERFICIALMENTE I RAPPORTI TRA MIDA, CLAUDIO E ANDREA SEMBRINO RIMASTI IMMUTATI

Nel racconto di Redaelli, invece, telefoni e social sono ben saldi al centro degli eventi: non solo Mida, durante la pandemia, è diventato un influencer da migliaia di follower, ma anche solo un messaggio mai inviato a un peso nelle dinamiche del trio. Questi però sono solo esempi sul piano narrativo: la pervasività della connessione ha radici che affondano anche nell’interfaccia e nelle meccaniche di Mediterranea Inferno.

MIRAGGI MEDITERRANEI

Due anni sono un solco abbastanza profondo in un’amicizia e benché superficialmente i rapporti tra Mida, Claudio e Andrea sembrino rimasti immutati, sotto la cenere del relax ciascuno di loro cova sentimenti contrastanti e insicurezze, legate non solo alle fragilità connesse alla loro giovane età, ma anche alle difficoltà e alle paure che una persona queer si trova tuttora a vivere nell’Italia di oggi (per i cinefili alla lettura, mi ha ricordato per impostazione narrativa l’ottimo Da zero a dieci, secondo film da regista di Ligabue). Il meccanismo che costringe il trio a fare i conti con sé stessi è l’apparizione di Madama, entità in distribuire grado di frutti miracolosi che consentono accesso ai miraggi, non prima però di aver accettato i termini, come in un‘app su iPhone. È in queste sessioni dunque che la fantasia di Redealli si scatena mettendo in scena allucinazioni a cavallo tra il trip psichedelico e la seduta psicanalitica.

“I ragazzi del sole” illuminano la notte anche solo con lo sguardo.

Per ascendere in paradiso, tuttavia, ciascuno dei ragazzi del sole dovrà riuscire a sbucciare quattro frutti. Ciò dipenderà dalle scelte narrative lasciate in mano al giocatore che si troverà a prendere le parti di uno o dell’altro durante alcuni dialoghi, condizionando l’andamento della vacanza: andare in spiaggia o al cimitero? Visitare Ostuni o godersi lo spettacolo dei fondoschiena in riva al mare?

MATURI PERÒ SONO ANCHE I TEMI TRATTATI E SOPRATTUTTO L’APPROCCIO CON CUI QUEST’ULTIMI VENGONO MANEGGIATI

Quelle che paiono scelte spensierate, normali scampoli di organizzazione vacanziera si rivelano invece spesso portali sull’inconscio dei tre protagonisti, scorci da cui emergono dubbi, paure e insicurezze i cui toni si fanno via via sempre più inquietanti mentre si procede verso il climax finale.

INCUBO AL SOLE

Mediterranea Inferno è un gioco maturo, sotto tutti i punti di vista. Maturo nel senso di frutto di una maturazione professionale di Redaelli che è piuttosto evidente. Dal punto di vista artistico Mediterranea Inferno è composto da centinaia di illustrazioni realizzate a mano, di ottima qualità in cui lo stile personale di Redaelli emerge al di sopra delle numerose influenze, su tutte manga e anime (una scena verso la fine mi ha suscitato forti rimandi a Evangelion, ad esempio). La bravura però sta nell’amalgamarle in maniera naturale con gli altri elementi poligonali che costituiscono parti dello scenario e dell’azione, senza stridore.

Un ottimo esempio di come illustrazioni a mano e ambientazioni poligonali si fondano in modo naturale.

Maturi però sono anche i temi trattati e soprattutto l’approccio con cui quest’ultimi vengono maneggiati. La depressione post-pandemica, l’alienazione di una intera generazione, il senso di colpa per la propria identità sessuale in un paese che nega i diritti con un applauso istituzionale (espressamente citato nel gioco), ma anche le contraddizioni frutto di una radicata tradizione patriarcale e religiosa che sconfina nel realismo magico (i santini sono un altro elemento delle meccaniche di avanzamento) sono tutte sfaccettature delle personalità dei protagonisti.

Redaelli non ha paura di far prendere posizione ai suoi personaggi, di mettere in scena immagini disturbanti

Redaelli non ha paura di far prendere posizione ai suoi personaggi, di mettere in scena immagini disturbanti, di trasformare le loro vite in incubi qualora il giocatore si indirizzi verso il finale negativo (il vero finale è raggiungibile solo alla seconda run). Mediterranea Inferno, insomma, è un’ottima visual novel, ma anche e soprattutto una prova di coraggio e talento. Bravo.

In Breve: Mediterranea Inferno, dal punto di vista del gameplay, è una visual novel solida, in cui le scelte lasciate in mano al giocatore conducono a svolte radicali, dando davvero l’impressione di essere in controllo degli eventi. Va sottolineata però la qualità della scrittura e la capacità del suo giovane autore di trattare temi complessi e sfaccettati con grande maturità, consapevolezza e coraggio nel prendere posizioni nette (che dovrebbero essere terreno comune nel 2023, ma questo è un altro discorso).

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i5 7200U @2.50, 8 GB, Intel HD 620, SSD
Com’è, Come Gira: Mediterranea Inferno gira senza difficoltà anche su configurazioni non certo pensate per il gioco, come quella usata per la recensione. Probabilmente con un po’ di potenza in più si possono ridurre anche i tempi di caricamento, misurabili comunque in manciate di secondi anche nel mio caso.

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Pro

  • Gioco coraggioso e di personalità / Le scelte hanno conseguenze radicali / Illustrazioni molto ispirate

Contro

  • Può urtare alcune sensibilità
8.5

Più che buono

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