L’estate è il periodo ideale per i giochi indie, uno spazio temporale perfetto per attirare l’attenzione del pubblico rimanendo a distanza di sicurezza dalle uscite più pesanti e ancora abbastanza lontane. Tra questi spicca Hammerwatch II, sequel del divertente hack ‘n slash uscito una decina di anni fa, che propone una struttura più solida e variegata rispetto al titolo originale… senza però andare troppo in profondità. Purtroppo.
Sviluppatore / Publisher: Crackshell / Modus Games Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo PEGI: +16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data d’uscita: Già disponibile
Più volte su queste stesse pagine (cartacee o virtuali che siano) abbiamo sottolineato come nel mondo dell’entertainment a tutto tondo spesso i sequel siano superiori ai prodotti originari, vuoi per il maggior budget a disposizione o per una superiore maturità delle persone che hanno preso parte al progetto. Fatto sta che gli esempi in ogni ambito si sprecano. Da oggi, nei videogiochi c’è un puntino in più a favore di questo assunto e s’intitola Hammerwatch II.
A molti di voi forse l’uscita del primo capitolo è sfuggita, visto che tra l’altro risale a circa dieci anni fa. Si trattava di un classicissimo “dungeon crawler + hack ‘n slash” contraddistinto da un gameplay e una struttura tanto semplici quanto ipnotici. In realtà un secondo prodotto legato ad Hammerwatch è già stato realizzato nel 2020, un “Heroes of” che deviò dalla strada maestra per intraprendere la via del roguelite, lasciando comunque piuttosto alta l’asticella della qualità. Hammerwatch II torna alle origini, proponendo una storia ammantata ancora una volta di fantasy classico ma impreziosita da elementi di gameplay ben più strutturati e solidi. La dove il gioco originale lasciava spazio quasi zero alla componente RPG, questo sequel spinge un po’ di più in questa direzione e propone una quantità e varietà di situazioni superiore, prestando però il fianco ad una debolezza narrativa e una ripetitività di fondo ancora troppo marcata.
CERCASI DUNGEON MASTER IN HAMMERWATCH II
All’inizio del gioco è necessario scegliere il proprio eroe tra una delle 5 classi disponibili: Incantatore, Paladino, Mago, Cacciatore e infine Ribaldo, nome originale sotto la quale si “nasconde” il classico Ladro. Dopo 120 ore passate su Diablo IV nei panni del Tagliagole abbiamo optato per un personaggio più “diretto” e almeno all’inizio la scelta si è rivelata poco vincente. Il vostro eroe infatti sarà inizialmente fin troppo fragile e la necessità di combattere da vicino fin da subito con un nutrito numero di nemici renderà la partenza più difficoltosa rispetto a chi avrà scelto una classe più “sicura”.
Ovviamente il tutto cambierà con il passare del tempo visto che lo sviluppo porterà allo sblocco di abilità ben più potenti e strumenti di difesa più avanzati. Pur essendo più ruolistico rispetto al capitolo precedente non vi aspettate tuttavia la profondità dei migliori esponenti del genere, stiamo pur sempre parlando di un gioco indie piuttosto leggero che fa dell’immediatezza il suo cavallo di battaglia. Nonostante ciò è presente anche una sorta di editor, che prima di iniziare l’avventura vi permetterà di scegliere alcuni semplici tratti somatici e colori che contraddistingueranno il vostro pixeloso alter-ego su schermo.
Siamo all’ABC del fantasy avventuroso ma poco importa se il gioco si fa volere bene, giusto? E almeno nelle prime ore è così…
HAI DA FARE NEI PROSSIMI GIORNI?
Come potete facilmente intuire, un gioco di questo tipo, ben fatto e discretamente bilanciato ma senza particolari guizzi creativi, rischia però di annoiare abbastanza velocemente se giocato in solitaria e in effetti è proprio così. Fin dall’inizio la quantità di missioni secondarie è notevole, ma quasi nessuna di esse si discosta dai canoni del genere, tanto che alla lunga la voglia di togliere anche il più piccolo bollino nero dalla mappa tende a scemare un po’. Le cose chiaramente migliorano se si hanno a disposizione dei compagni d’avventura (fino a tre) che siedono sul vostro stesso divano o che condividono con voi la passione per questo genere anche se si trovano dall’altro capo del mondo.
La presenza di un vero e proprio party rende tra l’altro il gioco più abbordabile sotto il profilo della difficoltà, che in singolo invece presenta momenti abbastanza impegnativi anche a livello Standard se non si possiede il giusto grado di esperienza, manualità e un pizzico di fortuna. Nel caso doveste trovare il gioco troppo difficile potrete comunque optare per un livello più basso tra i quattro disponibili. In caso di morte prematura avrete a disposizione una scelta: tornare al checkpoint più vicino perdendo solo il 15% del denaro o all’inizio del livello che stavate esplorando perdendone il 20%. In entrambi i casi il tempo di gioco scorrerà di circa 6/7 ore, attivando o disattivando determinati eventi.
Pur essendo più ruolistico rispetto al primo Hammerwatch non vi aspettate tuttavia la profondità dei migliori esponenti del genere.
In Breve: Un dungeon crawler che approfondisce un po’ gli elementi “ruolistici” del primo Hammerwatch rimanendo però ancora troppo in superficie e non offrendo particolari guizzi creativi. Se avete intenzione di giocarlo da soli preparatevi ad una discreta ripetitività di fondo, se invece avete qualche amico a disposizione il tasso di divertimento è destinato a salire un bel po’.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Notebook HP Pavilion – Intel Core i7-1165G7 @ 2.80GHz, 8GB RAM, Grafica Intel Iris Xe
Com’è, come gira: Una pixel art deliziosa ma non particolarmente ricca di dettagli, un sistema di illuminazione non dinamica e un “pacchetto effettistica” non particolarmente elaborato. Il risultato finale è un gioco piacevole da guardare ma che difficilmente può mettere in difficoltà hardware di livello medio-basso come quello da noi utilizzato per la prova. A meno che non giochiate ancora su un Pentium II ci sentiamo di dire che potete tranquillamente “azzardare” il download.