Uscito dall’Accesso Anticipato di recente, Adore, sviluppato dal team brasiliano Cadabra Games, è la risposta sudamericana alle vicende raccontate in Cassette Beasts.
Sviluppatore/Publisher: Cadabra Games / QUByte Interactive Prezzo: 14,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: + 7 Disponibile su: PC (Steam e Xbox GamePass), Xbox One, Xbox Series X|S e Nintendo Switch Data d’uscita: Già disponibile
Non scherzavo quando dissi quanto i Pokémon avessero avuto un grande impatto nel panorama videoludico. Se dopo Cassette Beasts pensavo fosse finita, non avrei mai immaginato che Adore, un roguelite nudo e crudo che pone l’accento sul controllo e la collezione dei propri mostri, mi avrebbe tenuto incollato alla PlayStation 5 per circa trenta ore. Sapete com’è, avanti: c’è un Ash Ketchum in ognuno di noi che attende di venire fuori da un momento all’altro, pronto a sorprendere chiunque in un modo o nell’altro. E Adore ha proprio fatto questo, incantandomi prima e dopo mostrandomi tanta profondità e una cura encomiabile nel ricreare un mondo verosimile, imparagonabile, tuttavia, a quello dei Pokémon.
Non avevo mai udito prima di un videogioco che coinvolgesse le dinamiche tipiche dei roguelite e della gestione in stile Magicka in unico pacchetto. A dire il vero, fino a qualche giorno fa, non sapevo neppure quale forma avesse Adore e da dove uscisse. Arriva dal Brasile, la terra di Pelé e Neymar, un Paese che non andrebbe affatto sottovalutato, in particolare per la sua creatività.
UN RAGAZZO, UNA MISSIONE E GLI ADORE
All’interno dell’opera, si racconta di un mondo fantastico dominato da grandi entità che un tempo combatterono e si batterono, dividendo il mondo in luce e oscurità, con mostri più benevoli e altrettanti malvagi. Il Dio della Creazione, Drakhar, difende gli esseri viventi dalla cupidigia di Ixer, controllato da un odio incontrastato e brutale. Potrebbe sembrare uno scontro fra Titani, o direttamente una lotta per difendere Valinor dal potere di Morgoth, eppure Adore si estende in un altro modo, coinvolgendo prima di tutto Lukha, un giovane che oltre ad avere tanta buona volontà, ha il potere di addomesticare le creature e diventare loro amico. Abbandonato e orfano di padre e madre, si ritrova a possedere un bastone magico sin dalla tenera età, che gli consente di guidare le creature ovunque preferisca.
Ciò che lo spinge a proteggerle, però, è una missione nobile che lo stesso Drakhar gli ha assegnato: prosciugare la corruzione prima che sia troppo tardi, salvare i proverbiali capra e cavoli, mettere a posto il flusso d’energia e accogliere più animaletti possibili, dando loro una casa prima che sia troppo tardi. Nonostante non racconti nulla di nuovo, Adore riesce in ogni caso a convogliare le giuste sinergie narrative con le tematiche ambientali e la cura nei confronti degli animali. Il team, che sottolineo essere brasiliano, immagino senta particolarmente l’argomento per le condizioni deprecabile in cui versa l’Amazzonia, vittima di un intenso disboscamento che porta, purtroppo, gli animali a morire
La magia è il totale piatto forte della produzione in tutte le sue sfumature
UN ROGUELITE SOTTO MENTITE SPOGLIE
O meglio, in realtà non lo è affatto. Adore, che ha una visuale isometrica, scandisce sin da subito cosa vuole essere e non perde tempo a mostrarlo, perché getta il giocatore in un tutorial estremamente esaustivo e preciso, ché non affatto scontato. In opere del genere, normalmente si partirebbe a testa bassa, senza tante informazioni né guide. Invece, in questo caso la scoperta va di pari passo con tutte le spiegazioni necessarie per capire cosa ruoti attorno alle sue dinamiche roguelite, sorrette al contempo da un’ossatura più simulativa e di gestione. A differenza di Cassette Beasts, c’è un hub principale in cui Lukha può potenziarsi di volta in volta attraverso i livelli procedurali che rilasciano dei cristalli verdi, utilissimi per sbloccare dello spazio all’interno della stalla o, in alternativa, per aggiudicarsi uno slot in più per equipaggiare qualche runa senza cambiarla ogni volta.
Per accedere ai vari livelli è molto semplice: non si deve fare altro che entrare all’interno di uno squarcio temporale simile a un Ponte di Einstein-Rosen, scegliendo l’ambientazione dedicata, con le missioni della storia già impostate. In tal senso, Adore è un roguelite atipico, poiché propone gli incarichi come farebbe qualunque altra opera videoludica, non perdendo di mordente
La calma si tramuta in azione allo stato puro, in una brutale lotta fra mostri in tempo reale che coinvolge dall’inizio alla fine
La morte all’interno dell’opera è presente, tant’è che, quando arriva, purtroppo, si perde tutto ciò che si possedeva, anche se può essere recuperato in un secondo momento. È d’uopo sottolineare, inoltre, che la produzione di Cadabra Games non inventa la ruota, anche se ogni caratteristica di gioco è curata sotto ogni particellare e pixel con la massima attenzione, soprattutto i vari biomi al suo interno. In un panorama del genere, ormai in costante mutamento, un’opera come Adore ha la capacità di mostrare una sua personalità e di non rinunciare al suo obiettivo. Se grazie a lui vorrete prendervi un gatto o un cane, è perché avrà raggiunto il suo obiettivo, e forse perché ne avete bisogno. Già ne voglio uno. Ottimo.
In Breve: Unite le dinamiche classiche di un Cassette Beasts qualunque alle azioni brutali di un roguelite come Hades, infilateci un messaggio ambientalista e delle bestiole in cerca d’amore, e allora otterrete Adore. Forte di un game design semplice quanto potente, mantiene una fluidità invidiabile, intrattenendo e coinvolgendo. La narrazione e le tematiche al suo interno, invece, fanno il resto: impreziosiscono un tema rilevante e, nel frattempo, propongono il racconto di un giovane alla ricerca della sua felicità. È incredibile che a darla, proprio come nella vita reale, siano proprio gli animali.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come gira: L’opera non ha presentato alcun intoppo e ha proseguito senza problemi di alcun genere, filando liscio come l’olio di balena. Anche se di balene, al suo interno, non ce n’è. Qualche mostro acquatico in più, in effetti, non avrebbe guastato.