The Bookwalker: Thief of Tales – Recensione

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Ogni vita segue un percorso diverso da quello prestabilito e ogni anima ne assorbe l’essenza per poi condividerla con chi ne ha più bisogno. The Bookwalker: Thief of Tales, sviluppato da Do My Best, è un calamaio pregno di storie che attendono di essere intinte su una pagina bianca.

Sviluppatore/Publisher: Do My Best / TinyBuild Prezzo: 14,99 €  Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: +18  Disponibile su: PlayStation 5, PlayStation 4, PC, Xbox Series X|S e Xbox One Data d’uscita: Già disponibile

Quando vedi qualcosa che ti stupisce, descrivilo a chi non può vederlo. Se qualcuno non lo comprende, allora spiegalo. E se un altro alza lo sguardo cercando risposte nelle nuvole, digli che è il momento di concentrarsi su chi ha davanti per non distaccarsi dalla vita. Il grande insegnamento di opere letterarie come “Storia di una ladra di libri” scritto da Markus Zusak si concentra sul valore delle parole.




Con The Bookwalker: Thief of Tales si è cercato di convogliare il medesimo effetto, trasformando il valore di un vocabolo in qualcosa di inaspettato e speciale, alla portata di chiunque. In realtà, avrei dovuto comprendere le sue premesse ben prima che lo scaricassi. Se c’è però qualcosa che mi affascina da sempre, ed è un po’ merito di Alan Wake, è quando nel racconto entra il suo scrittore. Svolta una pagina, poi un’altra e un’altra ancora, finché non viene inghiottito in diverse realtà che raccontano di esistenze mai godute appieno. È così che le parole diventano speciali, proprio dalla casualità e dall’imprevedibilità, elementi che vengono spesso confusi con il desiderio assoluto di rivalsa.

LA LEGGENDA DI CUORE D’INCHIOSTRO

Chi rischia di smarrirsi è Etienne Quist, il protagonista di The Bookwalker: Thief of Tales. Si tratta di uno scrittore che guadagna da vivere onestamente risolvendo enigmi e situazioni intricate all’interno dei racconti cui ha dato forma in passato, ma che ora, a causa di complicanze spiacevoli, deve rivolvere prima che sia troppo tardi – anche se non conosce le conseguenze delle sue azioni. A differenza di tanti suoi colleghi troppo impegnati a godersi le fiere del libro in giro il mondo, il protagonista di questa singolare, originale e commovente esperienza è uno come tanti altri. A certi problemi, però, non ci sono soluzioni. Lo scrittore, infatti, è chiamato a risolvere sette casi per dare la pace a chi, purtroppo, ancora la sta cercando da tanto, troppo tempo. Qualcuno potrebbe considerarla un’impresa come tante altre, ma Etienne ha ben altri obiettivi e il suo sogno è totalmente differente dagli altri che chiunque spererebbe di realizzare per vedersi accasato e al sicuro sotto a un tetto, attendendo che il Cupo Mietitore metta la parola fine a un’esistenza priva di radici.

Tutte le sfumature di uno scrittore in erba…

Al posto del sangue gli scorre l’inchiostro, la sua unica fonte di vita che lo sorregge e gli dona la sua reale essenza perché possa continuare a lavorare per portare a termine le sue commissioni. È un uomo solo che può vantare di un grande potere della sua macchina da scrivere. E questo suo dono gli consente di entrare all’interno delle pagine della vita di qualcuno, esattamente come ha fatto Lingua di Fata, il protagonista dei libri della scrittrice tedesca Cornelia Funke.

Cornelia Funke è proababilmente la più grande ispirazione della produzione e, per chi scrive per lavoro e hobby, è un’ottima trovata

La scrittura di The Bookwalker: Thief of Tales mette alla luce tematiche delicate, descritte con dovizia di particolari e molta intensità. Anche se si differenzia parecchio dai classici racconti cui tutti sono abituati, l’opera ne accarezza la profondità e ne cura le sfumature, divenendo non solo un romanzo in cui ne vengono narrati molti altri, bensì un’antologia su esistenze che non hanno mai rischiato nulla, che hanno fallito e perso qualcuno, e che necessitano di ricominciare. Forte di un contesto di questo tipo, è inutile dilungarsi troppo: The Bookwalker: Thief of Tales è uno dei racconti più originali e toccanti degli ultimi anni.

DENTRO LE PAGINE DI THE BOOKWALKER: THIEF OF TALES

L’opera si divide nel mondo reale e nel sogno. Se il primo è brutto anche se c’è qualcosa di positivo, il secondo appartiene solo a Etienne e alla sua immaginazione. Dentro l’abitazione in cui vive, il protagonista osserva tutto attraverso una visuale in prima persona, interagendo con oggetti di vario genere che possono dargli preziose delle preziose informazioni su cosa si trova davanti. E poi ci sono i mondi dei libri, certamente più interessanti della realtà, in cui entra per lavoro e con l’obiettivo di trovare le soluzioni ai problemi di tutti. The Bookwalker: Thief of Tales è una produzione che propone una visuale isometrica nell’esplorazione dei vari dungeon sparsi per l’intera esperienza di gioco, necessari da superare per avanzare nell’esperienza. Ogni racconto ha una sua specifica missione e degli oggetti da recuperare, ed è proprio qui che avviene il bello, con Etienne che ha il compito di risolvere gli enigmi e di combattere con creature di vario genere.

C’è qualcosa di eterno e meraviglioso nella potenza delle parole e nel loro grande significato

La struttura ludica, ottimamente implementata e amalgamata, costringe il giocatore sin dal primo momento a intraprendere delle scelte rilevanti e delicate sull’intera prosecuzione dell’avventura. Non esiste giusto o sbagliato all’interno di The Bookwalker: Thief of Tales, ma solo obiettivi da raggiungere. Proprio come Pillars of Eternity, in cui ogni scelta ha un peso, Etienne è costretto a optare per le soluzioni migliori, spesso facendo uso dell’inchiostro, la sola cosa che lo mantiene in vita. Il suo potere, oltre a essere utile per cercare indizi e costruire degli oggetti in alcune fasi crafting particolarmente intuitive, è funzionale in battaglia contro le creature dei dungeon.

Meglio non mettersi contro gli eventi imprevedibili all’interno di un libro…

La caratteristica che rende The Bookwalker: Thief of Tales diverso, inedito e persino originale, è la varietà in cui ogni problematica viene affrontata. Come accennavo prima, è il giocatore ad avere la parola finale nel corso degli scontri e durante la scoperta di nuovi oggetti utilizzabili dall’inventario, fondamentali per la prosecuzione all’interno dell’avventura. Servono astuzia, visione e coraggio per avere a che fare con cosa si ha davanti, specie nelle fasi più avanzate dell’opera, in cui ogni area può nascondere un pericolo capace di condurre rapidamente alla conclusione della partita.

Cosa c’è di meglio di una storia di fantasia, libri e conoscenza?

C’è la fantasia, che è ovunque e colpisce dritta al cuore. C’è la magia, che scorre nelle vene di Etienne come il suo inchiostro. E ci sono racconti degni di un’antologia che commuovono e colpiscono per veicolare un messaggio importante, ovvero che le esistenze contano tutte, specie le più miserevoli.

In Breve: The Bookwalker: Thief of Tales è tanta, ma tantissima roba. Immaginate di trovarvi all’interno del libro della vita di qualcun altro, che è in difficoltà ed è da salvare prima che sia troppo tardi. Forte di una narrazione e di una scrittura intelligente, la nuova produzione di Do My Best arriva al suo obiettivo e fa sognare, colpendo nell’animo e facendo anche di più, incastrandosi nei filamenti delle sensibilità di tutti. La storia di Etienne è commovente, così commovente che sarebbe un peccato perdersela. La struttura ludica, sempre diversa e imprevedibile, è certamente la parte migliore dell’intera esperienza, al netto di qualche piccola sbavatura con i personaggi e alcuni bug impossibili da non menzionare.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Giocato a sessanta fotogrammi al secondo, The Bookwalker: Thief of Tales non è un titolo ben ripulito sotto l’aspetto del lato tecnico, con alcuni bug che non compromettono certamente il risultato finale.

 

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Pro

  • Un contesto originale e interessante / Una struttura ludica geniale e ben amalgamata / Un personaggio inedito, caratteristico

Contro

  • I movimenti del personaggio sono macchinosi / Alcuni bug che compromettono la fluidità dell'esperienza
8.4

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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