Gylt – Recensione

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Una fanciulla scomparsa di cui nessuno sembra ricordare nulla, tranne l’affezionata cuginetta che per ritrovarla si avventura in un mondo oscuro popolato da creature da incubo. Sembra l’incipit di un qualsiasi Silent Hill, ma invece è la trama da cui parte Gylt.

Sviluppatore / Publisher: Tequila Works – Parallel Circles / Tequila Work Prezzo: € 19,9 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +12 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data d’uscita: 6 luglio 2023

Ci fu un tempo in cui tutti eravamo eccitati come babbuini in calore al pensiero di poter mettere le mani su Google Stadia. Parliamoci chiaro: la tecnologia presentata dal colosso di Menlo Park aveva affascinato tutti e in effetti le potenzialità per qualcosa di rivoluzionario c’erano tutte. Nel processo di lancio e soprattutto di maturazione, però, qualcosa deve essere andato storto. Sicuramente a mancare è stato un supporto massiccio da parte di sviluppatori di prestigio e la conseguente carenza di esclusive che attirassero il grande pubblico.




Una delle prime ad essere annunciate fu proprio Gylt, action-adventure a tinte horror le cui premesse narrative erano senza ombra di dubbio interessanti. Il background degli sviluppatori Tequila Works d’altronde era di tutto rispetto. Chi ha giocato i loro titoli precedenti, soprattutto Deadlight e Rime, conosce bene il talento di questi ragazzi spagnoli che sanno come raccontare una storia e creare atmosfere d’effetto. E di atmosfera anche Gylt ne ha, ma è tutto quello che vi è immerso a non funzionare come tutti speravano. Ora che il fallimento di Stadia sembra lontano anni luce, Gylt arriva anche su quasi tutte le altre piattaforme disponibili sul mercato, tra le quali risulta stranamente “missing in action” Nintendo Switch, forse quella che più di tutte sembrava adattarsi al suo stile di gioco.

GYLT HA UN ALFABETO LIMITATO

Volendo ridurre Gylt ad una descrizione veloce e sommaria potremmo dire che è un’avventura con elementi stealth e un’atmosfera da horror per ragazzi che strizza l’occhio al cinema di genere. Ne è protagonista una ragazzina decisa a ritrovare la sua cuginetta scomparsa in circostanze misteriose. Nessuno sembra ricordarsi più di lei, ma Sally è convinta che Molly sia nascosta da qualche parte ed è decisa a fare di tutto per riportarla a casa. Proprio durante una delle sue infinite sessioni di affissione dei volantini di ricerca, la povera ragazza subisce l’ennesima persecuzione da una banda di bulli locali. Un piccolo incidente con la bicicletta la costringe a tornare a casa con la funivia locale, ma qualcosa di strano accade, qualcosa che la porta in una dimensione parallela in stile “sottosopra” popolata da mostri ributtanti che infestano questa versione alternativa (e semi-distrutta) della città.

Il tema del bullismo è presente come filo conduttore in tutto il gioco e viene reso palese tramite scene come questa o attraverso alcuni dei documenti che troverete.

La sua ricerca prosegue nella scuola, dove imparerete le poche e semplici meccaniche di gioco. Le meccaniche stealth sono improntate sull’ABC del genere: Sally può decidere di nascondersi e aggirare gli ostacoli, oppure di distrarli e attirarli altrove con oggetti da lancio. L’Extrema Ratio è rappresentata dall’utilizzo di una strana torcia, utile sì a illuminare gli ambienti scarsamente illuminati ma anche e soprattutto a dissolvere mostri e bizzarre creature che ostacolano il cammino.

Volendo ridurre Gylt ad una descrizione veloce potremmo dire che è un’avventura con elementi stealth e un’atmosfera da horror per ragazzi che strizza l’occhio al cinema di genere

La luce che squarcia le tenebre non è certo una novità, potremmo citarvi almeno una mezza dozzina di giochi che utilizzano un’arma del genere che in Gylt purtroppo cozza un po’ con un inquadrature non particolarmente brillanti e un sistema di controllo migliorabile. Anche tecnicamente il gioco poteva essere migliorato un po’ dall’uscita originale, soprattutto nella qualità delle texture e in modelli poligonali da old-gen. Nell’insieme tuttavia l’atmosfera che si respira non è male ma se cercate veri e propri brividi non è certo questo l’indirizzo a cui dovete rivolgervi.

PAURA E BULLISMO

Il mondo distrutto in cui si muove Sally e in cui è intrappolata Molly è una metafora di quello reale: una versione distorta dalle paure di chi lo popola e nel caso delle due protagonista tali paura prendono la forma del bullismo, una pratica purtroppo molto diffusa anche nel mondo reale, che in Gylt è una presenza sottile ma costante. Nel corso della sua ricerca la protagonista si imbatte in mostri reali o presunti tali e spetta a lei decidere se nascondersi ad essi o affrontarli a viso aperto.

Sono molti ormai i giochi che trattano tematiche sociali importanti, ma se queste sono immerse in un gameplay banale e ripetitivo perdono tutta la potenza di cui hanno bisogno

Si troverà davanti anche a manifestazioni fisiche, benché statiche, delle angherie che lei e altre come lei sono state costrette a subire durante la vita scolastica. La sua ricerca della cuginetta e la battaglia contro le brutture del mondo sono la materializzazione palese di un conflitto interno che si vuole e si deve vincere.

Scusate non volevo disturbare, me ne vado subito! Certo che la pulizia nelle scuole odierne è un problema davvero pesante.

Sono molti ormai i giochi che trattano tematiche sociali importanti, ma se queste sono immerse in un gameplay banale e ripetitivo perdono tutta la potenza di cui hanno bisogno. Gylt è così: un compitino svolto senza alcun guizzo da parte di Tequilla Works, che in quest’ultima produzione sembra aver perso il guizzo dei bei tempi. La varietà latita a causa di un level design appena sufficiente ma soprattutto di un bestiario che si limita a proporre 3/4 mostri sempre uguali i cui pattern di movimento e attacco non metterebbero in difficoltà neanche l’avventuriero meno smaliziato.

Gylt è così: un compitino svolto senza alcun guizzo da parte di Tequilla Works

La longevità è medio-bassa per un gioco di questo genere, anche se abbiamo portato a termine l’avventura in poco più di cinque ore e il fattore rigiocabilità è rappresentato unicamente dal finale segreto cui si accede unicamente trovando tutti i collezionabili e gli indizi nascosti, impresa tutt’altro che proibitiva anche in una sola run. In un periodo di uscite affollato come questo l’aggiunta di Gylt al backlog non è assolutamente imprescindibile, ma in un prossimo futuro potreste prenderne in considerazione l’acquisto, magari approfittando della prossima tornata di saldi.

In Breve: Un’avventura con basilari elementi stealth e un’atmosfera da teen-horror che strizza l’occhio anche alle più recenti serie di genere. L’atmosfera è buona ma il gameplay fin troppo basilare sembra essere indirizzato ad un pubblico abbastanza giovane e poco svezzato. Tecnicamente non lascia grandi memorie ma il lavoro di porting poteva essere ottimizzato meglio.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, come gira: Su PlayStation 5 nessun tentennamento in termini di fluidità (e ci mancherebbe altro), ma rimangono alcuni dei problemi riscontrati anche nella versione Stadia: piccoli glitch, compenetrazioni poligonali e altre “sporcizie” varie che nella fase di porting potevano essere ripulite.

 

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Pro

  • Atmosfera da teen-horror piacevole ma senza veri brividi / Storia non originale ma interessante... e c'è un finale segreto

Contro

  • Gameplay basilare e livello di sfida a dir poco basso / Tecnicamente non era il massimo prima, figuratevi ora
5.6

Insufficiente

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