Voidigo – Recensione

PC

Il paradosso di un roguelite che infila così tanti ingredienti nel pentolone da rischiare di diventare indigesto, finendo invece per assurgere a capolavoro: Voidigo.

Sviluppatore / Publisher: Semiwork / Semiwork Prezzo: € 18.49 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo locale PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam)

Dopo una lunga gestazione nell’Early Access, durante la quale ha raccolto consensi a profusione, arriva finalmente alla release ufficiale Voidigo, prima fatica del team svedese Semiwork. Si tratta di un roguelite pixelloso, dall’azione top down twin stick shooter, in cui un protagonista buffo con armi buffe deve decimare eserciti di nemici buffi. E se non volessimo approfondire la questione, la recensione potrebbe terminare già qui, tanto il gameplay lo conosciamo tutti e l’abbiamo incontrato un bel po’ di volte: uccidi un po’ di mostri, muori, rinasci un po’ più forte così alla prossima run ucciderai qualche mostro in più di prima, muori ancora, e così via.




Eppure partita dopo partita l’ho trovato sempre più divertente, notando al contempo le vagonate di contenuti inseriti dagli sviluppatori attingendo a tutti i classici del genere, un po’ come se avessero preparato una pizza buttandoci sopra ogni ingrediente possibile immaginabile. Sì, anche l’ananas. E alla fine, plot twist, ciò che ne esce non è un miscuglio immangiabile ma un mix esplosivo che funziona. Il gioco, non la pizza, mi raccomando.

VOIDIGO, NON CHIAMATELO NUCLEAR THRONE 2

A prima vista Voidigo pare una versione speciale di Nuclear Throne, al punto che per dovere giornalistico ho fatto un paio di ricerche per vedere se qualche elemento della defunta Vlambeer fosse confluito nel progetto, senza tuttavia trovare riscontro. L’ispirazione è evidente, ma il gioco di Semiwork ha sufficiente personalità per non diventare il clone di nessun famoso precursore, rappresentando invece l’iperbole dei roguelite, in cui ciascun elemento è volutamente esagerato. A parte la storia: il Vuoto si sta impossessando del mondo, e va combattuto.

Assaggerai il mio martellone.

Tutto qui. Meglio così, significa che possiamo partire subito. Solitamente quando devo recensire un gioco, lo provo alla difficoltà di default, perché suppongo sia quella consigliata dagli sviluppatori per godere al massimo dell’esperienza, perlomeno alla prima run.

La lista di armi e potenziamenti è così lunga che ciascuna run prende pieghe completamente differenti solo a causa della nostra build, senza contare la generazione procedurale

Tuttavia in questo caso ho notato che la “Normal” se portata a termine non sblocca alcun contenuto aggiuntivo. Ho quindi alzato l’asticella a “Rogue”, che permette di accedere, una volta completata con successo, alle modalità più estreme. Vi consiglio di fare altrettanto, soprattutto se puntate a guadagnare trofei.

E SE IL CAOS FOSSE LA PERFEZIONE?

L’esaustivo tutorial ci spiega come utilizzare armi da fuoco e da mischia, più altri concetti quali parata e salto, quest’ultimo importantissimo non solo per schivare nemici e proiettili, ma anche perché è indispensabile padroneggiare lo stomp, la nobile arte di atterrare sul cranio dei mostri, magari inanellando rimbalzi e combo con il giusto tempismo. Siete più tipi da sparatoria? A ognuno il suo, ma il summenzionato Vuoto si espande come una piaga grazie a delle antenne che si possono sanare solo saltandoci sopra, quindi tanto vale impratichirsi con l’abilità a dovere. E appena entrati nel primo livello, inizia la follia. Orde di nemici dai pattern di movimento e attacco pazzeschi, munizioni iperlimitate, armi che si rompono, perk a cui si può accedere sacrificando punti vita, questi ultimi a loro volta rimpinguabili in cambio di altre rinunce, sfide bonus che garantiscono ricchi premi a patto di uscirne vivi nonostante tutti i debuff che ci obbligano a subire, tutto in Voidigo è una costante congiura per metterci in difficoltà.

Le aree rosse rappresentano i prossimi attacchi dei nemici. Siamo messi male.

La lista di armi e potenziamenti è così lunga che ciascuna run prende pieghe completamente differenti solo a causa della nostra build, senza contare poi la generazione procedurale dei livelli. Troverete delle zampe di ragno per muovervi più velocemente, da barattare eventualmente con una gallina a pallettoni, ma una volta esaurite le munizioni magari vi tornerà utile un’ascia bipenne magica, che terrete fin quando entrerete in possesso di chissà quale altra diavoleria.

In Voidigo i boss possono attaccarvi in qualsiasi momento, per poi rifugiarsi in un’altra stanza, in un continuo gioco del gatto col topo

Voidigo è solo questo, ma al contempo è tutto questo, includendo valuta da raccogliere e spendere negli shop, side quest, potenziamento del campo base e acquisizione di nuovi personaggi e armi grazie alle essenze recuperate in battaglia. C’è anche troppo, ma ne vorrei di più. 

MA COME, È GIÀ IL TUO TURNO?

Ai tempi delle partite in sala giochi, mi riferivo ai boss con “mostri di fine livello”, e questo concetto li rappresentava a dovere, dato che erano l’ultima minaccia da affrontare prima di passare allo stage successivo. Se ci pensate, funziona in questo modo in quasi tutte le produzioni. Voidigo però opta per un approccio diverso. Una volta convertita la prima antenna, possiamo essere attaccati da un boss in qualsiasi momento della nostra esplorazione. Via il dente, via il dolore, dopodiché si torna dai nemici comuni con la consapevolezza che la strada ormai è in discesa. Ma i Semiwork ci amano e hanno dotato i cattivoni di un sistema di hitpoint a compartimenti stagni, sbloccabili man mano che ci sbarazziamo delle antenne del Vuoto.

Combattere il boss, tenere a bada gli scagnozzi, raccogliere i granchiolini. Contemporaneamente.

Ciò significa che ad un certo punto, se non abbiamo ripulito a dovere il livello, diverranno invulnerabili. Fortunatamente non ci assediano senza sosta, tendendo invece a portare rapidi attacchi per poi fuggire in un’altra stanza. Quello è il momento per cercare di riorganizzarci e convertire le antenne rimanenti, per poi partire alla caccia per suonargliele di nuovo, consapevoli che potrebbero tentare un’altra sortita da un momento all’altro.

Solo allora smetteranno di esistere, donandoci finalmente l’essenza che necessitiamo

È un continuo gioco del gatto con il topo, in cui i ruoli cambiano costantemente. E quando finalmente la loro barra vitale tocca il fondo, ecco che invece di schiattare come tutti i BBB, Bravi Boss Battuti, vengono posseduti dal Vuoto trasformandosi in una versione ancora più letale di loro stessi, obbligandoci a prosciugare i loro HP per la seconda volta. Solo allora smetteranno di esistere, donandoci finalmente l’essenza che necessitiamo. E a differenza di molti altri titoli simili, grande attenzione è stata posta anche nella creazione dei nemici comuni, tutti dotati di grande personalità. Ma davvero han tirato fuori un capolavoro semplicemente infilando in uno shaker tutto lo scibile roguelitesco? Ebbene, sì.

In Breve: A conti fatti, Voidigo è solo un twin stick shooter con dinamiche roguelite, ma si piazza tra i migliori di tutti i tempi nel suo genere. Cosa significa questo? Che se amate questo tipo di giochi è un must have in grado di appassionarvi per lungo tempo, se invece siete soliti riservare accoglienze più tiepide ai rogue-qualsiasicosa, allora potrebbe essere l’occasione per assaggiare un videogame che ne rappresenta l’eccellenza. Se infine siete satolli di questo tipo di gameplay, concedetevelo come dessert, e non ve ne pentirete.
Piattaforma di Prova: PC

Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD / Steam Deck 512GB
Com’è, Come Gira: Gira perfettamente sia su PC che su Steam Deck, ed essendo un twin stick shooter pare esser nato apposta per la console, anche se nulla batte la combo tastiera e mouse.

 

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Pro

  • Ottimo bilanciamento tra sconfitte e progressi. / Armi, nemici e perk fuori di testa. / Caotico, ma nulla è dettato dal caso.

Contro

  • Rimane pur sempre un roguelite, in un mercato saturo.
9

Ottimo

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