Bleak Sword DX – Recensione

PC Switch

Se siete alla ricerca di un soulslike semplice ma al tempo stesso difficile potete anche smettere di rovistare ovunque: ciò che stavate cercando è Bleak Sword DX. O forse è lui ad aver trovato voi, chissà.

Sviluppatore / Publisher: more8bit / Devolver Digital Prezzo: € 9,75 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, GOG), Switch Data di Lancio: Già disponibile

Nato inizialmente su Apple Arcade, questo oscuro action game 2D testé approdato su PC e su Switch mi ha stregato fin dal trailer d’annuncio grazie al suo peculiare art style.




Dalla curiosità ai cupi diorami lo-fi di Bleak Sword DX il passo è stato assai breve una volta colta al volo l’opportunità di recensire il gioco, d’altronde stiamo parlando di un roguelite in cui, per precisa scelta dello studio spagnolo more8bit, l’essenziale è ben visibile agli occhi.

BLEAK SWORD DX E IL RE TETRO

Re Rhael, autoproclamatosi sovrano dopo aver tradito suo padre, Re Eric, e suo fratello maggiore, il principe Daeric, deve essere fermato a qualsiasi costo. Per riuscirci è necessario distruggere la Spada Tetra (la Bleak Sword) che impugna, una lama maledetta che ha corrotto l’anima del tiranno dando il via all’Era Rossa, un periodo colmo di magia oscura, orrori terribili e sofferenza. Dopo aver governato per duecento anni, Re Rahel il Tetro può finalmente avere ciò che merita grazie a tre pietre magiche, il cui potere sembrerebbe addirittura in grado di spezzare la Spada Tetra.

Re Rahel il Tetro può finalmente avere ciò che merita grazie a tre pietre magiche, tocca proprio al nostro alter ego stilizzato mettere fine all’Era Rossa

Ecco il punto esatto in cui entriamo in gioco: nei panni di un guerriero a cui, in sogno, una profezia ha svelato la posizione delle tre pietre magiche e del Re Tetro, tocca proprio a noi e al nostro alter ego stilizzato mettere fine all’Era Rossa e al regno del Tetro. La semplicità dell’incipit, quasi fosse il manifesto dell’intera filosofia dell’opera, mette subito in chiaro che aspettarsi un canovaccio elaborato significa restare delusi, ma l’impalcatura narrativa presente va bene per sostenere fino alla fine l’impresa del nostro prode eroe.

IL GAMEPLAY DENUDATO

Questo perché Bleak Sword DX è a tutti gli effetti un soulslike bidimensionale con un unico scopo. Il suo obiettivo è infatti spogliare d’ogni orpello quel preciso gameplay action-centred – fromsoftwariano, potremmo dire – per porgerci su un piatto colorato di bianco, nero, grigi e rosso sangue soltanto la sua essenza, ovvero tutto ciò di cui, da impavidi guerrieri quali siamo, necessitiamo per superare una lunga serie di combattimenti in cui il margine d’errore è poco o nullo. Baruffe che avvengono in scenari impostati come dei diorami di scarsa ampiezza, dove lo spazio di manovra è estremamente ridotto dunque dove ci si deve scordare di approfittare dell’esplorazione per tirare il fiato: tutti i livelli che compongono ciascuno dei dodici capitoli della Campagna sono mini arene opprimenti, l’unico modo per riposare le membra affaticate dalla pugna è morire.

Bleak Sword DX

Quelle colonne possono remarci contro oppure possiamo trarne vantaggio.

Meglio prepararsi a farlo con costanza perché, spesso e volentieri, il level design sfrutta diabolicamente la conformazione del terreno per renderci la vita ancora più ardua; la sensazione è che i dev si siano (sadicamente) divertiti quando hanno dovuto pensare a come impedirci di avere una visuale chiara del nemico o a dove piazzare i punti inaccessibili da cui, naturalmente, veniamo presi di mira dai nemici che colpiscono dalla distanza mentre, intorno a noi, orrori d’ogni sorta attentano alla nostra miserabile esistenza.

LA RISPOSTA È L’ACCIAIO

Cosa resta a un soulslike se lo si sbuccia fino a esporre il suo nocciolo alla luce? Esatto, il combat system. Al netto delle sessioni a cavallo che offrono una variante alla formula classica, la caccia al Re Tetro è un susseguirsi di azzeccate arene e impegnativi scontri all’arma bianca contro nemici e boss, non c’è molto altro da aggiungere oltre a un sistema di personalizzazione del personaggio basilare (punti esperienza dopo ogni scontro vinto, aumento di statistiche quali punti vita/vigore, due pezzi d’equipaggiamento con bonus e malus trovati saltuariamente come ricompense di fine livello). Ciò rende Bleak Sword DX perfetto per chi ama mettersi alla prova e per chi ha poco tempo a disposizione.

Bleak Sword DX è un susseguirsi di arene e impegnativi scontri all’arma bianca contro nemici e boss

L’eroe può contare sulla parata, sulla schivata, su tre colpi veloci e su un potente colpo caricato, ma deve sempre prestare attenzione alla barra del vigore altrimenti rischia di restare a corto di fiato nel momento peggiore. Il timing è fondamentale, parare al momento giusto consente di contrattaccare sfruttando l’attimo favorevole, ma da alcuni colpi poderosi non ci si può difendere dunque, in queste circostanze potenzialmente letali, schivare is the way. Fortunatamente, trattandosi di un roguelite, morire una volta non è certo un dramma, infatti basta superare il livello in cui si è morti al secondo tentativo per non perdere i progressi ottenuti fino a quel punto. Aspettate però a rallegrarvi: se si passa a miglior vita due volte di fila allora l’equipaggiamento, insieme a relativi bonus, viene perduto per sempre.

Bleak Sword DX

All’inizio le cose sembrano estremamente facili, ma fidatevi: mai abbassare la guardia.

Tra il livello di sfida crescente, i tanti diorami compatti in cui i nemici si fanno viepiù ostici e i variegati pattern d’attacco da memorizzare a forza di sconfitte per il rotto della cuffia e vittorie a un passo dalla morte, Bleak Sword DX si rivela un convincente soulslike minimalista nonché una sanguinosa odissea nell’essenziale costellata da una moltitudine di combattimenti vibranti e tesi fino allo sfinimento nervoso, talvolta frustranti oltre il limite probabilmente anche a causa di un bilanciamento perfettibile ma pur sempre appaganti quando dice bene.

l’esperienza su PC e Switch è arricchita dalle inedite modalità Boss Rush e Arena, oltre a una serie di migliorie grafiche e nei controlli

A migliorare l’esperienza su PC e Switch inoltre ci pensano le inedite modalità Boss Rush e Arena, oltre a una serie di migliorie grafiche e nei controlli che male non fanno. Il tutto avviene in un mondo dark fantasy corrotto che, inevitabilmente, colpisce con potenza inaudita lo spettatore in virtù di un’accattivante direzione artistica grondante stile, oscurità e vibrazioni rigorosamente old school, naturalmente a patto di essere sensibili alla pixel art d’autore e al fascino eterno del 2D.

In Breve: Bleak Sword DX potrebbe ingannare con quel suo stile minimal e la sua aria da “giochino mobile”, ma sottovalutarne i pregi sarebbe un errore. Chi ama vincere la sfida con se stesso prima ancora di quella con gli avversari troverà pane per i suoi denti nell’affascinante mondo dark fantasy di more8bit, per non parlare di una sfilza di combattimenti duri, skill based e soddisfacenti. La frustrazione è dietro l’angolo e i limiti dell’esperienza si notano, ma quando l’essenziale è così ben visibile agli occhi e affascinante allora diventa semplice accettarli e godersi quel che c’è.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 32 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Frame rate a singhiozzo in 4K, molto meglio in 1440p e granitico in 1080p. Detto di un comparto grafico dal carattere più unico che raro, mi preme sottolineare l’apporto fornito in termini di immersione dalla colonna sonora di Jim Guthrie e dal sound design di Joonas Turner. È consigliato l’utilizzo di un pad.

 

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Pro

  • Artisticamente delizioso / La semplicità è il suo punto di forza / Gli scontri sono appaganti

Contro

  • Bilanciamento migliorabile / Non bisogna aspettarsi un racconto o una personalizzazione del pg profondi / La frustrazione è da mettere in conto
8

Più che buono

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