The Legend of Heroes: Trails into Reverie – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Con l’arrivo in Occidente di The Legend of Heroes: Trails into Reverie, i due cast di protagonisti, e il mondo intero descritto dalla saga di giochi di ruolo Falcom s’incontrano e si scontrano, portando sul palcoscenico una vera e propria reunion di nuovi, e vecchi volti. Con risultati davvero sbalorditivi.

Sviluppatore / Publisher: Nihon Falcom / NISA Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: Nintendo Switch, PS4, PS5, PC Data di Lancio: 7 luglio 2023

Solamente qualche mese fa vi parlavamo nella nostra recensione dell’arrivo in lingua inglese di The Legend of Heroes: Trails to Azure, tassello mancante dell’estesa e intricata linea narrativa della saga di giochi di ruolo giapponese The Legend of Heroes, facendo presente l’importanza di quella particolare iterazione per una migliore comprensione del futuro della sua serie parallela, Trails of Cold Steel. Nata come una serie di giochi di ruolo con combattimenti a turni per console portatili e PC, la saga di The Legend of Heroes ha raggiunto il successo in Occidente solo con la versione Sony PSP del capitolo ‘Trails in the Sky’; da lì, una pletora di capitoli vengono prodotti, dividendosi in archi narrativi differenti.




Tutte le storie raccontate nel suo passato immediato convergono ora in Trails into Reverie, iterazione conclusiva che porta sul groppone l’onere di dare una chiusura definitiva a tutte quelle linee narrative che fino a questo momento avevano corso una parallela all’altra. Non bisogna farsi spaventare dal nome: nonostante il sottotitolo, il videogioco può considerarsi quasi un quinto capitolo della serie Trails of Cold Steel sotto molti aspetti, sia per come tratta i suoi protagonisti di ritorno e l’evoluzione del suo volto principale, Rean, sia per le similitudini che, per tanti versi, lo sovrappongono allo scheletro ludico di quell’arco.

A CENA CON GLI EX COMPAGNI DI LICEO

Essendo il decimo capitolo di un’epopea politica complessa e ben scritta, raccontata dal punto di vista di guerrieri impegnati su fronti opposti e alleati, va da sé che il videogioco in questione sia espressamente consigliato solamente a coloro che conoscano come le proprie tasche il contesto narrativo in cui si muovono i suoi protagonisti, sebbene sia consultabile una minuziosa sezione riassuntiva che descrive gli eventi antecedenti a quelli del titolo, oltre a includere una versione digitale della light novel “3&9”, da cui provengono alcuni dei volti al centro delle vicende di Trails into Reverie.

Ambientato a pochi mesi dalla conclusione degli eventi del quarto e ultimo capitolo di Trails of Cold Steel

Ambientato a pochi mesi dalla conclusione degli eventi del quarto e ultimo capitolo di Trails of Cold Steel, il nuovo videogiochi Falcom tenta un approccio tutto nuovo allo storytelling tipico della serie, introducendo la possibilità di seguire le vicende dal punto di vista di tre protagonisti: il tormentato Rean, già eroe dell’arco narrativo Trails of Cold Steel, l’idealista Lloyd, volto principale di Trails to Azure, e il misterioso “C”, inedito anti-eroe che potrebbe ricordare ai più la figura di Lelouch Lamperouge, protagonista della serie animata Sunrise Code Geass.

Rivedere in tre dimensioni personaggi che fino a questo momento erano stati presentati nei soli capitoli bidimensionali è sicuramente molto appagante.

Un modo come un altro per rompere la monotonia di una serie la cui struttura e il cui universo è ormai definito da molteplici capitoli passati, tutti assimilati da una progressione lineare tanto solida, quanto poco ricca di sorprese dal punto di vista strettamente ludico. Se non altro, Trails into Reverie propone la possibilità di rivedere riuniti sotto lo stesso tetto videoludico volti che fino a qualche tempo addietro avevamo potuto conoscere solamente in videogiochi ben distinti per mise estetica, e piattaforme di gioco, promettendo tonnellate di fan service agli appassionati. Naturalmente potendo godere del ritorno di ben due degli eroi principali della serie, e del nuovo misterioso C, il gioco di ruolo Falcom offre tre stili narrativi distinti,  raccontati attraverso una suddivisione in capitoli a sé stanti. Data l’occasione di reunion generale, era normale aspettarsi che la storia di Trails into Reverie indugiasse in passaggi autoriferiti e celebratori, ma la sua suddivisione in filoni paralleli permette comunque di godere dei suoi complessi eventi politici senza scadere nell’amarcord gratuito. Per certi versi il lavoro svolto in fase di scrittura riesce anche a limare i difetti di ritmo riscontrati in modo specifico nella saga di Trails of Cold Steel, spingendo la progressione narrativa attraverso una struttura sicuramente più contenuta e lineare, ma altrettanto agile e maggiormente intrigante nell’insieme.

Non che la storia proposta, di per sé, rappresenti una grande aggiunta a ciò che già sapevamo dell’universo dell’intera serie di Trails

Non che la storia proposta, di per sé, rappresenti una grande aggiunta a ciò che già sapevamo dell’universo dell’intera serie di Trails, ma se non altro in Reverie si ha la sensazione che si metta un forte punto a ciò che era rimasto in sospeso. Come sempre, a dispetto delle sue pretese fantapolitiche in salsa anime, con tutti i cliché e i tropi che ne convengono, anche in questo caso sono le interazioni tra i membri del suo nutrito cast a rappresentare l’offerta migliore dell’intero pacchetto, e naturalmente potendo contare sul numero di protagonisti più alto di sempre, le possibilità in tal senso si sprecano lunga tutta la sua durata.

Vedere per un’ultima volta personaggi storici radunati assieme e interagire tra loro è un momento fortemente nostalgico.

Per contribuire al senso di celebrazione generale, è stata introdotta un’area di gioco condivisa tra i protagonisti che permette di esplorare labirinti generati proceduralmente, completare missioni e giocare ai minigiochi. Al loro interno è possibile sbloccare storie aggiuntive e contenuti extra che dettagliano eventi secondari, approfondendo il background di alcuni dei co-protagonisti presenti e passati e permettendo di sbloccare veri e propri guerrieri giocabili utilizzabili in questa zona. Una volta tornati a calcare gli eventi della storia principale, questi volti extra possono essere utilizzati come membri di supporto durante la battaglia, ma il prosieguo della narrazione non viene mai influenzato realmente dalla loro presenza.

TRAILS INTO REVERIE: SIPARIO SUL PALCOSCENICO! 

Dal punto di vista prettamente ludico, Trails into Reverie ripropone in linea di massima quanto visto in Trails of Cold Steel IV, includendo tuttavia diversi elementi di novità e ribilanciamenti dell’esperienza che donano al videogioco una marcia in più. Volendo è possibile scegliere tra diversi livelli di difficoltà, ma il consiglio di scrive è quello di provare a lanciarsi nell’azione al livello di difficoltà “difficile” per poter godere della complessità di un sistema di scontri a turni estremamente ben congegnato. Tra tecniche offensive e difensive, incantesimi, attacchi combinati, assalti sulla falsariga degli “All-out-attack” di Persona e barrette del super attacco da riempire a furia di colpi ben assestati, è possibile davvero perdersi in ore e ore nella creazione del proprio party di protagonisti dei sogni. Merito anche di un sistema di crescita eccezionalmente versatile, anche questo in gran parte ricalcato su quello di Trails of Cold Steel IV, dove all’equipaggiamento di due quarzi corrispondono bonus statistici e l’aggiunta di nuove tecniche all’arsenale di ogni personaggi. E naturalmente, grazie al cielo, è possibile velocizzare tutte le animazioni durante i combattimenti, l’esplorazione e le scene cinematiche, quando si desidera.

Le battaglie sono, come sempre, corredate da illustrazioni bidimensionali che celebrano il lavoro svolto in sede di character design.

Di contro l’esplorazione degli ambienti – di dimensione ridotta rispetto al passato della serie – risulta spesso su binari, con la sparizione di elementi extra a coronare l’esperienza di gioco. Quasi tutte le missioni secondarie e le attività extra-narrative rintracciabili in Trails Into Reverie sono concentrate nell’hub, che un po’ come succedeva in The Legend of Heroes: Trails in the Sky the 3rd, di cui Reverie sembra quasi essere una riproposizione aggiornata.

Detto questo, il videogioco mostra il fianco a critiche più che ovvie dal punto di vista prettamente visivo

Detto questo, il videogioco mostra il fianco a critiche più che ovvie dal punto di vista prettamente visivo. Trattandosi di un videogioco originariamente pubblicato anni fa per PlayStation 4, è necessario ridimensionare le aspettative da quel punto di vista, ma nel pieno del 2023 e su PlayStation 5, fa un po’ sorridere vedere riproposti modelli tridimensionali e ambientazioni poligonali che sarebbero state tranquillamente collocabili in un a produzione una produzione destinata a PlayStation 3. Non che i personaggi siano privi di personalità o incapaci di esprimere le proprie emozioni, ma col passaggio alla nuova console Sony, e una pubblicazione tardiva in Occidente si sarebbe potuto sperare in qualche gradito extra su quel fronte.

In Breve:  Legend of Heroes: Trails to Azure non è l’inizio di un nuovo arco narrativo della saga di giochi di ruolo Falcom, ma la celebrativa conclusione di un’epopea che ha tenuto compagnia i giocatori fin dall’epoca di maggior successo di Sony PSP. Si tratta di un’occasione per rivedere per un’ultima volta gli eroi e le eroine di un cast sicuramente tra i meglio caratterizzati nell’attuale panorama dei giochi di ruolo giapponesi, e data la sua chiara natura di lettera d’amore espressamente indirizzata ai soli appassionati, difficilmente saprà scontentarli. Per tutti gli altri, forse è meglio rivolgersi ai primi capitoli della saga di Trails of Cold Steel per avere una degna introduzione alla serie.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come gira: Liscio come l’olio, ma dato il suo aspetto grafico a cavallo tra un videogioco PS Vita e uno PS3, non c’è molto da stupirsi.

 

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Pro

  • Cast di personaggi fuori scala. / Scrittura piacevole e localizzazione ben fatta. / Gameplay rodato.

Contro

  • Non introduce nulla di davvero nuovo. / Sfida a volte sbilanciata. / Esteticamente vale solo il buon character design. / La storia sembra un'aggiunta più che un'ultima avventura .
7.8

Buono

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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