Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath – Recensione

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Giunto dai meandri più oscuri del panorama indipendente, Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath potrebbe rivelarsi una piccola sorpresa per gli amanti del Giappone e dei Metroidvania.

Sviluppatore / Publisher: Infinity Experience / Catness Game Studios Prezzo: 19,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +16 Disponibile su: PC (Steam), Switch, Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 4, PlayStation 5 Data d’uscita: 26 maggio

C’è qualcosa di straordinariamente affascinante nel Giappone. Complici sviluppatori del calibro di Yoko Taro e Hidetaka Miyazaki, spesso il Paese del Sol Levante è più vicino all’Italia attraverso dei film iconici o dei videogiochi memorabili che riescono a entrare nel cuore e nell’anima del giocatore.




Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath è la produzione che non t’aspetti. È d’uopo sottolineare che l’opera, sviluppata da Infinity Experience, uno studio italiano con sede a Firenze, è stata supportata con una campagna su Kickstarter che ha ottenuto degli straordinari risultati in pochissimo tempo. Formato da sei persone, Infinity Experience è un team giovane e affiatato pronto a entrare nella giungla del mercato con la katana in pugno e i kunai fra le dita.

DUE FRATELLI E UN AMARO DESTINO

Se con Ghost of Tsushima, Sekiro: Shadows Die Twice e Ninja Gaiden si percorrevano storie di libertà, redenzione e vendetta, quella proposta in Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath non si discosta poi molto da questi canovacci narrativi classici ma affascinanti. Kenshi e Ayame sono due fratelli legati non soltanto da un vincolo di sangue e amore, ma soprattutto dal dovere. Dopo essere stati addestrati dal maestro Mikuto, un uomo saggio che li ha allevati sin da piccini all’uso della katana e alle tecniche ingannatrici dei ninja, il loro viaggio inizia con una missione di vitale importanza: uccidere l’Imperatrice Himiko e liberare il Giappone dalla sua influenza.

Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath

Due fratelli, un solo destino.

Potrebbe essere più semplice a dirsi che a farsi poiché la despota, supportata da una schiera di leali servitori pronti a tutto pur di accontentarla, non sembra in alcun modo intenzionata a limitare le sue mire espansionistiche. Himiko, stando ai testi contenuti nel Wei Chih, è esistita realmente e fu la governante del regno Yamatai dell’isola di Wa, il nome più antico affibbiato al Giappone da parte degli storici.

Anche se alcuni dialoghi potevano essere trattati meglio, l’impalcatura che sorregge la narrativa convince e sorprende

Il team avrebbe potuto catturare le atmosfere classiche del Periodo Sengoku o cavalcare l’onda delle invasioni mongole, ma ha scelto un contesto mai trattato prima in un videogioco, impostando la sua DeLorean immaginaria ben prima degli eventi che sconvolsero il Paese del Sol Levante. La scrittura della trama di Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath, tanto semplice quanto efficace, è ben condensata e implementata all’interno di una narrazione che coinvolge e intrattiene per le quindici ore necessarie per arrivare ai titoli di coda.

Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath

Un teschio che ricorda un boss di Dark Souls III. Non vi dico quale.

Anche se alcuni dialoghi potevano essere trattati meglio, l’impalcatura che sorregge la narrativa convince e sorprende, proiettando il giocatore in una storia di vendetta e redenzione che potrebbe fare gola agli amanti dei film del maestro Kurosawa. In tal senso, Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath ne cattura sapientemente l’essenza.

TUTTE LE SFUMATURE DI CHRONICLES OF 2 HEROES: AMATERASU’S WRATH

L’opera sviluppata da Infinity Experience, ben prima di essere una produzione con una storia intensa e particolareggiata, è chiaramente ispirata ai cari, vecchi fasti del passato sotto ogni punto di vista. È un action adventure bidimensionale con una spolverata di meccaniche metroidvania abilmente implementate al suo interno, oltre a sezioni platform sempre diverse fra loro in cui la progressione è lineare e intuitiva sin dall’inizio.

rispetto agli altri metroidvania, Chronicles of 2 Heroes si differenzia per la possibilità di vestire contemporaneamente i panni dei due agguerriti fratelli

La novità certamente più rilevante, rispetto alle tante altre produzioni presenti sul mercato, è la possibilità di vestire i panni contemporaneamente nel corso dell’avventura dei due affezionati e agguerriti fratelli. Già, avete letto bene: i personaggi principali si possono alternare in base alle situazioni che capitano man mano che si avanza nel gioco. Mentre Kenshi indossa un’armatura pesante che lo protegge dai danni e utilizza la katana per infliggerne a sua volta, Ayame adopera i suoi kunai per liberarsi rapidamente dai nemici, raggiungendo luoghi invalicabili e complessi per il fratello. Quest’ultimo, però, è capace di utilizzare uno scatto che, oltre a provocare ferite ai nemici, consente di arrivare in posti irraggiungibili per la sorella.

Servirà molto ingegno per approcciarsi alle varie sezioni platform.

La struttura ludica, in tal senso, è basata sulle abilità di Kenshi e Ayame: la scelta d’approccio, indipendentemente da cosa qualcuno possa trovarsi davanti, è nelle mani del giocatore. È un processo che offre differenti modi per affrontare i nemici e gli ostacoli. Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath è una produzione impegnativa e brutale, disseminata di trappole e cattivi in ogni dove. A volte potrebbe essere necessario fermarsi e ristorarsi al tempio per riempire i cuori che simboleggiano la vitalità, oppure bere del tè, che rafforza le statistiche di entrambi i fratelli.

Il gameplay basato sulle abilità di Kenshi e Ayam offre svariati modi per approcciarsi ai nemici e agli ostacoli

Al suo interno, peraltro, è disponibile una mappa intuitiva che spiega come muoversi nell’intricato level design ricco di strade secondarie e opzionali che ho spesso intrapreso, incuriosito da cosa potesse esserci negli scrigni in cui si può trovare l’oro, una risorsa necessaria per gli scambi con il mercante al tempio.

Bere del tè farà assolutamente bene.

Personalmente, gli scontri con i boss sono una delle parti che più ho apprezzato dell’esperienza. Non affrontateli, tuttavia, senza essere disposti a perderci diverso tempo prima di riuscire a venirne a capo. Spesso ho faticato, imprecato e sudato freddo, eppure n’è valsa sempre la pena perché il team ha saputo incastrare in Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath un’ibridazione tanto curioso quanto ben sfruttata fra sfide all’arma bianca e fasi platform. Tutto questo, insomma, dà vita a una ventata d’aria fresca per il genere: considerato il periodo, la seconda opera di Infinity Experience è un toccasana per gli appassionati, e non solo.

In Breve: Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath sorprende per il suo game design ben confezionato. Da citare è soprattutto la varietà che possono offrire gli scontri; alcuni di essi sono ostici e cattivi, così cattivi da essere folli specie nelle fasi finali dell’esperienza. Al tempo stesso, tuttavia, sono stato coinvolto da un mondo di gioco ottimamente rappresentato, definito al massimo con una pixel art meravigliosa. Optare per un contesto diverso, mai adoperato prima e per nulla scontato, mette alla luce delle qualità senza ombra di dubbio superlative e particolareggiate. Anche se non molto diverso da altri esponenti del genere, Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath potrebbe essere un’ottima aggiunta alla vostra libreria qualora cerchiate un titolo che possa portarvi ancora una volta in Giappone. Io, lo ammetto, ormai ci ho preso la residenza.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Processore AMD Dual-Core A9-9420, 12 GB di RAM, AMD Radeon R5 Graphics
Com’è, Come Gira: In alcune occasioni ho trovato qualche bug sparso qua e là, ma nulla che abbia effettivamente minato la mia esperienza al suo interno. In un’occasione l’opera l’ho dovuta ricaricare, ma tutto è successivamente proseguito senza particolari e ulteriori intoppi. Al netto di queste piccole sbavature, il resto è realizzato ottimamente e Chronicles of 2 Heroes: Amaterasu’s Wrath girerebbe pure su una caffettiera.

 

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Pro

  • Contesto di gioco originale / Game design superlativo / Alterare i personaggi è divertente e coinvolgente / Potrebbe intrattenervi e rapirvi per molte ore

Contro

  • Qualche piccola sbavatura tecnica/ Un Metroidvania che non cambia la struttura né innova il genere/ Dialoghi scritti con poca enfasi
8.3

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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