Miasma Chronicles – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Agli sviluppatori di The Bearded Ladies la postapocalisse deve piacere non poco, visto che è il terzo gioco ambientato in un futuro non molto roseo che sviluppano. In Miasma Chronicles, l’America è pervasa da una misteriosa sostanza nera che sembra possedere una propria volontà.

Sviluppatore / Publisher: The Bearded Ladies / 505 Games Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: Già disponibile

Con i tattici a turni ho un rapporto difficile. Specifico che l’ostilità non deriva da me: nel senso, da amante degli strategici in tempo reale quale sono, li ritengo un genere adiacente se non come meccaniche di sicuro come approccio mentale, e dunque non mancano mai di attirare la mia attenzione.




Ma, accidenti, ogni volta che inizio a giocarci mi sento come se stessi sbagliando qualcosa senza però capire cosa, perché ogni scontro sembra essere molto, molto più duro del necessario. E tu ne sai qualcosa, vero Miasma Chronicles?

MIASMA CHRONICLES MA NON È IL COVID

Nuovo prodotto dei creatori di Mutant Year Zero e del molto meno noto – probabilmente anche in virtù del fatto di essere uscito solo su Epic Games Store – Corruption 2029, Miasma Chronicles ci porta in un’America futuristica dove, insomma, le cose non sono andate benissimo. La premessa per la storia, ad essere onesti, non è originalissima: una megacorporazione di nome Edezen era riuscita a risolvere il cambiamento climatico e a rendere l’America un paradiso terrestre, ma qualunque tecnologia avessero sviluppato è poi andata a male e ha causato l’insorgere del Miasma, organismo non meglio definito ma sicuramente molto pericoloso per la vita umana, la cui furia ha causato devastazioni incredibili in tutto il continente americano. Nel caos susseguitosi, la famiglia a controllo della Edezen è riuscita a imporsi come unica autorità riconosciuta, prendendo il nome di Prima Famiglia. Protagonista del gioco è un giovane meccanico di una piccola cittadina mineraria, che ben presto dovrà fare i conti con una realtà più grande a quella a cui è abituato.

Miasma Chronicles Recensione

Già dai primissimi minuti l’ambientazione di Miasma Chronicles colpisce subito. E non è che cali andando avanti.

Se la premessa di Miasma Chronicles è appunto piuttosto standard e difficilmente sorprenderà qualcuno, va detto che per quanto riguarda la realizzazione c’è poco da criticare. Visitare palazzi, parchi di divertimento, aeroporti in rovina è incredibilmente affascinante, tanto più che The Bearded Ladies ha spinto davvero molto sul comparto grafico, con un livello di dettaglio davvero fuori dal comune per gli standard del genere.

L’AMBIENTAZIONE È INDUBBIAMENTE UNO DEI PUNTI FORTI DEL GIOCO

Questo, chiaramente, ha il suo peso: la mia 3060 con tutto ad ultra e a 1080p ha fatto fatica a tenere i 60 frame al secondo fissi, ma va anche detto che trattandosi di un tattico a turni la cosa ha un peso minore di quanto avrebbe se stessimo parlando di un action o di uno sparatutto. I dialoghi sono anche interamente doppiati, anche se purtroppo non ho sempre trovato convincente la recitazione (Diggs è fantastico però).

TIGER TOUGH

Detto questo, passiamo alla parte più propriamente giocata. Miasma Chronicles riprende il misto di tattico e stealth già proposto nelle precedenti produzioni di The Bearded Ladies. Questo significa che prima di gran parte degli scontri – a volte saranno i nemici a sorprenderci, e lì avremo poca scelta – potremo esplorare il campo di battaglia, scegliendo con cura la posizione da cui vogliamo dare il via alle danze. Non solo: sarà anche possibile, e anzi consigliato, eliminare i nemici più deboli senza farsi notare, rendendo dunque più agevole lo scontro, e in alcuni casi addirittura oltrepassare i nemici senza bisogno di correre rischi non necessari.

IL MIX FRA STEALTH E TATTICA È MOLTO BEN RIUSCITO

È una scelta che personalmente ho trovato molto ben riuscita: è interessante osservare la disposizione di tutti i nemici, eventuali percorsi di pattuglia, scandagliare bene il campo di battaglia, trovare i nemici più isolati e facili da stendere senza rischio. Questa componente ha un peso importante nell’economia di uno scontro: sopratutto nella prima parte del gioco, i nemici non ci vanno leggeri e quindi a maggior ragione è importante non sottovalutare i vantaggi che ci può dare la fase stealth, ma chi preferisce i tattici puri potrebbe forse trovare macchinosa questa impostazione di gioco.

Quando Jade si unirà al nostro gruppo, porterà con sé un fucile silenziato. Molto, molto utile.

Per il resto, la parte puramente tattica è ben realizzata, e dimostra l’esperienza dello studio svedese con i canoni del genere. C’è una buona chiarezza, muovere l’indicatore di spostamento rivela non solo le percentuali di colpire aggiornate in base alla nuova posizione ma anche a quali nemici saremo esposti muovendoci; avrei apprezzato se fosse stato possibile vedere la portata di armi e abilità anche quando non hanno munizioni o energia per utilizzarle, ma per il resto a livello di leggibilità c’è ben poco da lamentarsi di Miasma Chronicles.

la parte puramente tattica è ben realizzata, e dimostra l’esperienza dello studio svedese

Non ho apprezzato il menù dei consumabili invece, che ci obbliga a scorrere ogni singola opzione premendo Q o E. C’è un’ampia varietà di nemici, ciascuno con sue particolarità e debolezze (salta fuori che dare fuoco ai robot non funziona benissimo, per dirne una), e ho sempre trovato molto ben riusciti i terreni di scontro, che permettono differenti approcci e incentivano la mobilità del nostro trio.

Miasma Chronicles Recensione

Il fucile a pompa e i barili esplosivi sono la ricetta perfetta per compiere crimini di guerra.

Come accennavo, la prima parte del gioco – fino, diciamo, allo scontro nel Bianco Castello – mi ha dato piuttosto da penare. Questo è stato dovuto anche a due scelte di design in particolare. La prima è che i nostri personaggi non si curano fra uno scontro e l’altro, se non quando salgono di livello, tramite l’uso di consumabili, e in alcune cutscene di transizione legate alla storia. Una scelta che ha senso, ma che allo stesso tempo ci forza a riflettere prima di decidere di affrontare una missione secondaria, pena il perdere più risorse di quelle che abbiamo guadagnato.

LA STORIA SI CHIUDE IN MANIERA QUASI SBRIGATIVA, AVREI APPREZZATO QUALCHE ORA IN PIÙ

Poi, e questa scelta mi lascia molto più perplesso, neanche le abilità si ricaricano fra un combattimento e l’altro. Quindi capita di chiudere uno scontro, passare dieci minuti a girare, fare compere, parlare con NPC eccetera, avviare un altro scontro e trovarsi con un’abilità ancora in cooldown. Chiudo con un’ultima critica per un gioco che nel complesso ho trovato molto solido e ben realizzato, e cioè quella che riguarda il ritmo del gioco. Questo mi è durato nel complesso poco più di una ventina di ore, ma devo dire che la conclusione mi ha colto un po’ alla sprovvista: non che non abbia senso a livello di storia chiudere lì, anche se onestamente ho trovato anticlimatica l’esecuzione. Ma più che altro il gioco finisce proprio quando stavo iniziando a godermelo sul serio, e la cosa mi è dispiaciuta. Avrei giocato volentieri quattro o cinque ore in più.

In Breve: Miasma Chronicles dimostra che The Bearded Ladies ha ben chiaro cosa fa funzionare un tattico a turni, che in questo caso riprende le meccaniche stealth già presenti nei loro precedenti titoli. La storia è discreta ma non eccezionale, anche se l’ambientazione è davvero ottimamente realizzata. Peccato per un climax che poteva essere gestito meglio.

Piattaforma di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Visivamente poco da criticare, gli sviluppatori hanno spinto davvero tanto su questo aspetto e ha sicuramente pagato. Purtroppo lo scotto è un’ottimizzazione non eccelsa, che sulla configurazione di prova ha faticato a tenere i 60 fps con tutto a ultra e in 1080p. Però è un tattico e fare 40 frame al secondo ogni tanto non pesa poi molto.

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Pro

  • Ottimo misto di stealth e tattica / Ambientazione ben riuscita / Graficamente ad alti livelli…

Contro

  • …però sull’ottimizzazione c’è da lavorare! / Storia e recitazione non sempre eccelse.
8.5

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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