Redfall – Recensione

PC Xbox Series X

Preparare acqua santa, paletti, luci ultraviolette e una sana dose di pazienza. Il controverso Redfall ci apre le porte della sua cittadina infestata da vampiri.

Sviluppatore / Publisher: Arkane Austin / Bethesda Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Co-op online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store), Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile

Ci siamo presi qualche giorno in più per uscire con questa recensione. Il motivo è molto semplice: in questi lidi di TGM abbiamo molto a cuore i ragazzi di Arkane e, in qualche modo, volevamo fornire una considerazione ponderata su questa nuova creatura bislacca.




Ci premeva passare al setaccio un prodotto che, a conti fatti, non sembra rispecchiare il valore e il talento del team che ha partorito progetti di rara raffinatezza quali Dishonored e Prey. Ebbene, l’abbiamo fatto ed ecco cosa pensiamo di Redfall.

BENVENTI A REDFALL

Una tipica cittadina americana costiera, l’arrivo di una donna che porta nel sangue una misteriosa malattia e la diretta trasformazione di gran parte dei cittadini di Redfall in famelici vampiri. Chi si è salvato cerca invano di nascondersi, altri sono diventati adepti dei novelli vampiri, promettendosi come sacche di sangue ai nuovi padroni in cambio della futura vita eterna. Poi c’è chi tenta di scappare, come noi, ma presa l’imbarcazione che dovrebbe portarci in salvo da questo incubo sanguinolento, le creature decidono di innalzare attorno la città una barriera di acqua e poi coprire il sole con una perenne eclissi.

Redfall

Un cinema abbandonato per capire qualcosa in più riguardo la lore di Redfall.

Feriti, spaesati e con distese di acqua marina che si sono aperte e innalzate verso l’alto, impedendoci di scappare, non possiamo fare altro che imbracciare un’arma, fare affidamento sulle nostre abilità e collaborare con gli altri sopravvissuti per cercare un altro modo per fuggire, e magari scoprire l’origine di questa epidemia, svelando il sinistro segreto che tiene sotto scacco Redfall.

VAMPIRES!

Scelto il nostro eroe (tra quattro, ognuno con le sue abilità uniche) siamo inizialmente chiamati a liberare una caserma dei vigili del fuoco dal nemico, per poi utilizzarla come base operativa. Da qui sceglieremo con attenzione le missioni da accettare, tra primarie e secondarie, mentre ci aggiriamo tra i diversi vendor per potenziare il nostro equipaggiamento. Sempre da qui poi è un attimo accettare un incarico, uscire nella mappa open world di Redfall e cominciare a giocare.

Redfall vive di un’ambientazione davvero ispirata e di un comparto sonoro preciso, cristallino e avvincente

Ma la domanda sorge spontanea: che tipo di gioco è Redfall? La risposta non può certo arrivare subito, infatti serviranno una manciata di ore per entrare in sintonia con la grammatica di gioco che si dimostrerà tutt’altro che inedita. In questo senso, per quanto possa essere errato un confronto del genere, sebbene uno studio sia Austin e l’altro Lyon, è bene ricordarsi del precedente titolo di Arkane, Deathloop (a mio avviso sottovalutato, seppure a noi sia piaciuto), giacché le due produzioni sembrano condividere gli stessi pregi e difetti.

PROGRESSIONE A SUON DI PIOMBO

L’ambientazione è assolutamente pazzesca. Sembra tratta da un immaginario che ha fatto l’amore con il cinema di Carpenter e Fulci per poi partorire una cittadina uscita dagli anni ’80, con un’estetica unica e con un’identità in divenire. La stessa realizzazione di questa barriera marina attorno Redfall è a tratti anche bizzarra, ma è incredibilmente avvincente, in special modo quando ci ritroviamo nel secco letto di mare a osservare l’onda immobile in cui si sono incastrate petroliere e altre barche. Questa piccola soluzione restituisce anche una notevole libertà nel level design della mappa, specialmente per quanto concerne l’esplorazione di tutte quelle zone prima nascoste dall’acqua e ora aperte ai nostri occhi e i nostri proiettili.

Redfall

La “barriera marina” innalzata dai vampiri per non farci fuggire. Suggestiva è dire poco.

Le missioni principali si avviluppano attorno questa mappa (progredendo con la trama cambieremo anche location di azione), la quale si compone di tanti e diversi rifugi disseminati ovunque da sbloccare e utilizzare sia come luogo di rifornimento, sia come punto di viaggio rapido. Da questi rifugi sarà anche possibile accettare delle quest secondarie che serviranno per annientare il livello di minaccia in quella zona specifica, avanzando per diversi step che ci porteranno anche a scontri con vampiri di livello superiore e all’eliminazione dei nidi di vampiri; questi ultimi sono riconoscibili da un’aura di energia psicocinetica generata da una porta che, una volta attraversata, ci garantirà l’ingresso in un dungeon dove annientare il cuore del nido e ottenere importante loot.

Redfall

Una porta di energia psicocinetica per trasportarci in un nido di vampiri.

A questo poi si aggiungono le classiche abitazioni piene di vampiri da sistemare per ottenere preziosi punti esperienza, altre missioni secondarie, luoghi di interesse per ulteriori spot per il viaggio rapido e la classica mappa piena di segnalini come ogni odierno open world.

LUCI E OMBRE

Parlavamo di Deathloop. Ebbene, Redfall ne condivide pregi e difetti. Tra i primi segnaliamo la già citata ispirazione di tutto quello che è relativo il reparto artistico. Per quanto nulla sia davvero inedito, bisogna dire che l’ambientazione, come tutto il comparto sonoro, è di primissima qualità. Abbaglia e coinvolge, ci abbraccia con uno stile cittadino vibrante e un suono sinistro che continua a martellarci le orecchie mentre siamo lì a girare per la cittadina. Purtroppo però questa prima sensazione si esaurisce dinanzi il continuo riciclo di situazioni, modelli o case da esplorare: i rifugi disseminati per la mappa sono praticamente tutti uguali come le stesse abitazioni infestate.

Purtroppo le safe zone e le abitazioni infestate disseminate per la mappa sono praticamente tutte uguali

La stessa libertà di esplorazione dovrebbe suggerire la possibilità di approcciarsi alla risoluzione di alcune missioni in modo differente, magari con un’azione più silenziosa, evitando la porta principale di una casa (a meno di non avere un grimaldello) per fare il giro e cercando un’entrata secondaria. Palesi scelte di design apprezzabilissime, peccato però che, alla fine, ci si ritrovi sempre a risolvere la missione a suon di proiettili, affrontando per la maggiore nemici posseduti da un’intelligenza artificiale inconfutabilmente pessima.

EVERYBODY BE COOL. YOU BE COOL

La generale esperienza di gioco di Redfall è alquanto difficile da raccontare. Bug, glitch e compenetrazioni fanno da contorno ad un prodotto che vuole essere tante cose, ma finisce per non essere assolutamente nulla. Dei già annunciati cinque anni di sviluppo, oggi abbiamo tra le mani un progetto che sembra ancora in uno stato di work in progress, dove ogni singolo aspetto è ancora da sviluppare allorché fin troppo approssimativo, puntellato, sicuramente non sufficiente.

Redfall

Un Vampiro in lontananza. Sparandogli da qui gli faremo danni e probabilmente l’IA non si accorgerà di noi.

Come open world Redfall non propone nulla di nuovo, ma nella sua natura da looter shooter la situazione si fa anche peggiore, con un sistema che sbaglia drasticamente la calibrazione del drop assieme alla scarsa quantità e stili di armi. Inteso come un possibile live service, anche qui, Redfall è un titolo che non ha nessun connotato dei generi citati prima, eppure riesce a regalare qualche soddisfazione sul fronte divertimento se giocato in compagnia. Tuttavia è un momento di estasi fugace, poi si ricade sempre su problemi purtroppo radicati, con il già citato difetto dell’intelligenza artificiale dei nemici ci ignorano, pur avendo appena eliminato un nemico e trovandoci a pochi passi di distanza, un guaio che ahimè affligge tutte le minacce umane.

Se giocato in compagnia, il gioco riesce a regalare qualche soddisfazione sul fronte divertimento

Leggermente meglio va con i vampiri, ognuno dotato di una propria caratteristica, da quelli classici alle sanguisughe passando per le dirette evoluzioni. Dovendo rispondere in prima battuta alle loro abilità, lo scontro con questi nemici è più dinamico, ma capito come eliminarli il resto è un continuo reiterare la stessa azione.

L’AFFAIRE 30 FPS

Pare abbastanza chiaro che, alla luce di tutto questo, il fatto che su console il gioco sia bloccato sui 30fps è sicuramente l’ultimo dei problemi. Nella nostra prova su PC sulla configurazione segnalata, giocando e impostando sulle massime opzioni grafiche e smanettando un po’, si superano ampiamente i 30fps, toccando anche i 60 in sporadici momenti senza però mantenerli, registrando invece terribili cali di frame anche in luoghi piccoli e privi di dettagli. Le texture della mappa inoltre sono sempre in perenne ritardo nel caricamento con lo stesso campo visivo che, ridimensionato sia sulla corta che lunga distanza, soffre inspiegabilmente, affaticato da un’ambientazione comunque costruita con modelli semplici, scarsamente particolareggiati o privi di giochi di luce, eppure il gioco non ce la fa.

Con il lanciapaletti possiamo annientare subito questo vampiro generale.

Un peccato? Un passo falso? Difficile dirlo. Redfall trova la sua migliore collocazione come prodotto che cerca di inserirsi in una questione prettamente di esigenza di mercato, con un titolo libero da tecnicismi o esperienze da immersive sim per cercare l’approccio semplice in tutto quel che propone, così da arrivare a tutti, per poi mostrarsi e non essere assolutamente nulla. Storia principale, qualche dungeon, la ricerca del loot migliore, ma dopo una ventina di ore sarà davvero difficile ricordarsi di Redfall, pur sperando che questo piccolo oblio non affossi definitivamente Arkane.

In Breve: Inutile girarci attorno, Redfall è un ferita cocente. Un gioco palesemente incompleto, mal ottimizzato e con una miriade di problemi, sia tecnici che di gameplay, i quali lo rendono assolutamente dimenticabile. Forse si salverà con il lancio su Xbox, ma resta un piccolo Mostro di Frankenstein che ha fagocitato tanti altri generi e non è riuscito ad amalgamarli tra di loro.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16 GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Giocato alle massime opzioni grafiche, con la configurazione di prova si superano i 30 fps, ma ciò non elimina bug, glitch, compenetrazioni, rallentamenti e ritardi nel caricamento delle texture.

 

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Pro

  • Ambientazione e comparto sonoro ottimo / Divertente se giocato in compagnia

Contro

  • IA dei nemici assolutamente da rivedere / Troppi problemi tecnici / Tante meccaniche di gioco, tutte mal ottimizzate
5.8

Insufficiente

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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