Mato Anomalies – Recensione

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Qualche mese fa vi parlammo di un affascinante nuovo progetto indipendente, ovvero Mato Anomalies, RPG a turni di chiara ispirazione giapponese, che mischiava elementi visual novel a meccaniche rompicapo e addirittura un gioco di carte. Ve lo ricordate?

Sviluppatore / Publisher: Arrowiz / Prime Matter Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data di uscita: Già disponibile

In caso di risposta negativa poco male, il tempo è ormai maturo per parlarvi del prodotto finito, pronto per essere portato sul mercato malgrado le buone intenzioni dimostrate in sede di anteprima non si siano tradotte in un prodotto di qualità degno di nota.




Parliamoci chiaro: in un panorama in cui il genere dei giochi di ruolo giapponesi è finalmente risorto e può vantare titoli del calibro di Dragon Quest XI S, Persona 5 Royal, o Final Fantasy VII Remake, c’è ancora davvero spazio per qualcun altro? Assolutamente sì, e lo dimostra il grande filone creativo di titoli meno famosi ma in continua ascesa in termini di vendite e popolarità. Se Atelier Ryza 3 e Tales of Arise ci hanno insegnato qualcosa in tempi recenti, è che il mercato è sempre più pronto ad accogliere con calore videogiochi di qualità. Mato Anomalies non può certamente vantare la direzione artistica di un prodotto Gust, o il know-how tecnico della serie Action RPG di Bandai Namco, ma sulla carta poggia su solide fondamenta: un’ambientazione futuristica, una narrazione dai tratti noir e influenze cyberpunk messe in scena da un character design pregevole nella forma. Nei panni di Doe, un detective privato invischiato negli affari della malavita della città futuristica di Mato, ci si destreggia tra dimensioni parallele a cavallo tra suggestioni esoteriche ed elementi più comuni al genere narrativo cyberpunk. Quindi, dove sta l’inghippo?

MATO ANOMALIES È NATO VECCHIO

La narrativa di Mato Anomalies vive delle consuetudini dei giochi di ruolo giapponesi di ultima generazione, districandosi tra sezioni che ricordano le visual novel con mezzibusti bidimensionali dei protagonisti impegnati nella conversazione, il testo che scorre in un box posto nella parte inferiore della schermata e delle cinematiche con un montaggio che ricorda i panel dei fumetti americani. Questa soluzione narrativa, per quanto la qualità della sceneggiatura non sia nemmeno così scadente, finisce per raccontare una storia portata avanti in maniera sconnessa e poco elegante, con animazioni minimali a far da corredo alle fasi dialogiche e davvero poca azione a schermo.

Mato Anomalies non cerca sicuramente di reinventare un genere, ma il suo mix di elementi poteva in qualche modo confluire in un approccio differente da quello di tanti altri titoli similari

Gli intrighi che fanno da sfondo alle vicende di Mato Anomalies ricordano un po’ il filone narrativo di quei libri distopici particolarmente in voga in America sul finire degli anni ‘70, ma la sensibilità con la quale sono tratteggiati i protagonisti e i rapporti che li legano fanno decisamente più il verso ai prodotti di intrattenimento provenienti dal paese del Sol Levante. In particolar modo, Mato Anomalies sembra quasi voler “rubare” elementi comuni a videogiochi come quelli della serie Shin Megami Tensei, miscelando il tutto in una cornice suggestiva che, tra atmosfere noir, presenze demoniache e suggestioni di una Kowloon post-punk, non possono che invitare all’acquisto. Peccato che il ritmo della narrazione sia spesso discontinuo sia per le motivazioni già menzionate, sia per una costruzione dell’universo di gioco spesso fin troppo fitto di elementi, nomi e riferimenti da catturare. Certo, il videogioco riporta un utile codex interno che aiuta nella fruizione di una trama tutto sommato basilare, ma che appesantisce in modo forse un po’ troppo ingenuo l’intera esperienza.

Mato Anomalies

L’uso discontinuo di scene cinematiche, illustrazioni, e fasi dialogiche suddivise in panel da fumetto americano risulta a tratti confusionario, sebbene le illustrazioni rimangano pregevoli.

Non c’è invece molto da dire sul cast di personaggi, tutti ascrivibili a cliché del genere narrativo adolescenziale che va per la maggiore in Asia, con un protagonista ingenuo ma dotati di cuore puro e un cast di co-protagonisti tutti sicuramente riconoscibili, ma anche tagliati con l’accetta. Questo non sarebbe un problema se, dietro l’apparentemente intricato sommarsi di misteri che popolano la città di Mato, si nascondesse una rivelazione o un capovolgimento della situazione capace di suscitare un qualche tipo di stupore. Mato Anomalies non cerca sicuramente di reinventare un genere, ma il suo mix di elementi poteva in qualche modo confluire in un approccio differente da quello di tanti altri titoli similari.

NON CHIAMATELA COPIA

Purtroppo nemmeno sotto il profilo ludico l’opera di Arrowiz riesce a brillare per qualità, offrendo meccaniche tipiche del genere e basando il tutto sullo sfruttamento delle debolezze degli avversari. Risulta più che chiara l’ispirazione degli sviluppatori tratta dai vari titoli del ventaglio di Atlus, ma quegli stessi elementi non vengono realmente capiti e inseriti all’interno di Mato Anomalies in modo da risultare interessanti o avvincenti. Il livello di difficoltà è medio-basso, e la gran parte degli scontri risulta fortemente pilotato da un sistema che si apre nella sua complessità solamente dopo aver macinato ore e ore di gioco, quando cioè si sbloccano tutte le abilità prevista da un collaudato sistema di crescita fatto di punti raccolti ad ogni aumento di livello da distribuire in comuni alberi delle abilità, i quali incastonano ogni personaggio in una determinata classe.

Gran parte degli scontri risultano fortemente pilotati da un sistema che si apre nella sua complessità solo dopo aver macinato molte ore di gioco

Più interessante, invece, il sistema di concatenazione degli attacchi che permette la fusione di abilità di personaggi differenti, ma la loro esecuzione – in termini di effettiva utilità – risulta anche in questo senso tardiva, come se il gioco iniziasse per davvero solamente dopo tante ore passate in labirinti digitali poco ispirati e con basici elementi puzzle.

Mato Anomalies

Le tecniche dei membri del party sono naturalmente corredate da animazioni elaborate e spesso apprezzabili.

Durante l’anteprima avevamo accolto con interesse la miscela di elementi investigativi deputati a Doe, con il resto del party a fare da alfieri contro i nemici demoniaci. Anche questo spunto che, in teoria, avrebbe potuto dare una marcia in più a Mato Anomalies, all’atto pratico non si è concretizzato come promesso, lasciando all’ingenuo protagonista il compito di muoversi nelle intricate ambientazioni cittadine barcamenandosi tra fasi dialogiche e un minigioco di carte atto a descriverne le capacità di persuasione. Questa scissione si rivela essere solamente un pretesto che non aggiunge davvero molto alla formula, la quale si ripete invece senza troppe sorprese.

L’ambientazione nella quale s’inscena la totalità della storia di Mato Anomalies funziona, probabilmente è l’unico elemento di carattere che colpisce davvero

Benché l’idea fosse estremamente intrigante, specie sul piano delle possibilità di caratterizzare di due protagonisti con agende differenti, non ci si discosta mai dal navigare la mappa fra menù e fasi esplorative 3D contenute, inseguendo segnalini per poi dirigersi nel dungeon che contiene il nemico finale da affrontare, senza alcun guizzo di originalità o attività secondarie a fare da contorno. Invero si possono affrontare alcune missioni facoltative che sono propedeutiche all’approfondimento della conoscenza della città di Mato e della sua società corrotta, ma in tal senso non abbiamo rilevato alcun contenuto che fosse quantomeno divergente da quanto viene ripetuto più e più volte nel corso della storia principale: la società è corrotta, tuttavia lo zampino dei demoni non è la sola causa.

Mato Anomalies

Le ambientazioni tridimensionali in cui ci si muove in lungo e in largo offrono scorci degni di nota.

Se non altro il materiale promozionale che fa da sfondo a Mato Anomalies è estremamente curato, così come apprezzabile è anche l’intero comparto artistico. La colonna sonora è composta di brani jazz che lasciano spazio a sonorità futuristiche e oscure quando ci si addentra nei labirinti in cui si inscenano le battaglie, mentre la modellazione 3D fa uso di un ispirato cel shading che però non si traduce mai in animazioni che possano reggere il confronto con i tanti RPG a turni che condividono le stesse caratteristiche di questo prodotto. Molto interessante, invece, è l’ambientazione entro la quale s’inscena la totalità della storia di Mato Anomalies, probabilmente l’unico elemento di carattere a rimanere scolpito nella memoria della gran parte dei giocatori che avranno voglia di recuperare il gioco.

In breve: Mato Anomalies è un videogioco dalle premesse interessanti, ma dall’esecuzione appena capace di reggere il confronto con la restante scena dei giochi di ruolo a turni. Le sue atmosfere noir mischiate ad un’ambientazione cyberpunk sono estremamente seducenti, ma sotto il cofano di un’interessante auto d’epoca si nasconde un motore il cui rombo non riesce davvero ad impressionare.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7-13700K (3.40GHz), Nvidia GeForce RTX 4090, SSD, 32 GB Ram
Com’e, come Gira: Liscio come l’olio, anche nelle situazioni più concitate.

 

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Pro

  • Ambientazione ed atmosfera / Character design di buona qualità e una buona colonna sonora

Contro

  • A dir poco formulaico / Sfida praticamente inesistente / Trama raccontata in modo estremamente confuso per quel che si rivela essere
5.8

Insufficiente

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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