The Light Brigade – Recensione

PC PS5 VR

Trattieni il respiro, spara e ricarica mentre l’inferno esplode attorno. Anche la guerra santa si combatte col piombo rovente nel mondo di The Light Brigade.

Sviluppatore / Publisher: Funktronic Labs / Funktronic Labs Prezzo: € 24,50 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +12 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Meta Quest 2 Data di uscita: Già disponibile

La veste grafica low poly e lo scarso orizzonte visivo – retaggi probabilmente del bisogno di figurare anche nella ludoteca del più modesto Meta Quest 2 – potrebbero suggerire altrimenti, ma The Light Brigade è un gioco che dovrebbe svettare nella lista dei desideri di qualunque amante della VR.




Più che un passatempo, questo roguelite firmato Funktronic Labs è un’esperienza bellica formativa dove si inizia imbracciando con timore un arsenale uscito per qualche ucronico capriccio dal Secondo Conflitto Mondiale, sparando all’impazzata verso inquietanti nemici dagli occhi rossi e ricevendo in cambio raffiche precise e mortali. Ci si sente quasi indifesi sulle prime, complice anche la straniante ambientazione cinerea che contestualizza cattivi tanto particolari. È il frutto della discesa verso la dannazione in cui il mondo è piombato in seguito a un evento che verrà narrato un po’ alla volta tra un livello e l’altro. O tra un decesso e la successiva rinascita, cosa assai più probabile.

THE LIGHT BRIGADE HA UNA PALLOTTOLA CON SU SCRITTO IL TUO NOME

Il succo è che l’unica forza in grado di opporsi al male è la Brigata della Luce, un manipolo di coraggiosi pronti a ripulire questa bizzarra dimensione parallela dalle Ombre, che è poi il nome collettivo che descrive gli inquietanti avversari. Letteralmente: ogni livello va infatti epurato dalla presenza dei nemici prima di passare oltre, un compito sulle prime arduo. La pratica, tuttavia, rende perfetti, giacché uccidere i cattivi e riscattare i simulacri dei caduti (unendo le mani a mo’ di preghiera nei loro pressi) frutta anime, da purificare presso un altare che ci aspetta ogni due livelli.

Il punto di forza è il feeling estremamente credibile delle armi

Questa nobile azione fa crescere il livello della classe impersonata che può essere alternata al campo base; inizialmente le vocazioni disponibili comprendono il fuciliere e un esploratore armato di mitragliatrice, ma altre possono essere conquistate strada facendo, compresa una configurazione a due revolver indispensabile per ogni fan di John Woo. I livelli scalati fruttano punti da devolvere nella crescita della classe, ottenendo armi migliori o potenziamenti assortiti, dalla diminuzione del cooldown della preghiera (rivela la posizione dei cattivi anche dietro ai ripari) alla scorta di denaro da spendere a ogni reincarnazione, in modo da partire subito con qualche vantaggio.

The Light Brigade

Canna venefica e mirino olografico: ora non si scherza più.

Il punto di forza è il feeling estremamente credibile delle armi, una sensazione esaltata dall’esperienza; si parte timidamente col rischio di restare senza munizioni dietro un riparo mentre il nemico vomita tempeste di piombo al nostro indirizzo ma, una volta presa la mano, ci si trasforma in un emulo di Palla di Lardo e gli headshot iniziano a fioccare, riflettendo la padronanza assoluta dell’arma prediletta. È un sistema estremamente appagante, sottolineato ovviamente da tutta quella serie di azioni manuali necessarie alla gestione dello strumento che la memoria muscolare saprà presto eseguire celermente al riparo, durante preziosi istanti di pace.

QUESTO È IL MIO FUCILE. CE NE SONO TANTI COME LUI, MA QUESTO È IL MIO

Oltre alla crescita dettata dai livelli scalati, anche la sorte gioca un ruolo cruciale nel rendere ogni partita differente: il layout di ogni singola mappa viene infatti casualmente generato offrendo imprevedibili approcci ad arene caratterizzate da un’estensione comunque contenuta, mentre i corpi dei caduti potrebbero nascondere qualche sorpresa particolarmente interessante oltre i canonici rifornimenti di munizioni e denaro. Tra i premi più ambiti figurano modificatori da applicare alle armi per aggiungere orpelli come mirini olografici e canne foriere di nocive alterazioni di stato, ma non sono da trascurare granate, kit di pronto soccorso e altri oggetti che potranno essere conservati nei limitati alloggiamenti del cinturone, pronti per essere usati al momento opportuno. I vantaggi più succosi arrivano però sotto forma di tarocchi custoditi all’interno di scintillanti forzieri; sceglietene uno da una rosa di tre e potrete far vostri proiettili teleguidati, magie e altre abilità ultraterrene, possibilmente da scatenare tramite la fida bacchetta magica.

La sorte gioca un ruolo cruciale nel rendere ogni partita differente

Gli avversari sono piuttosto intelligenti e si spostano alla ricerca della migliore posizione possibile per fare fuoco a seconda del layout della mappa, oltre a vantare una buona varietà: c’è la classica fanteria, ma anche maghi, falconieri con mortali rapaci a seguito e fiere varie, un esercito in continua espansione che può crivellare un adepto della luce poco prudente nel giro di secondi. Morire non è una bella cosa, perché significa abbandonare sul campo le anime da purificare faticosamente raccolte fino all’incontro col proiettile fatale; fortunatamente possono essere riconquistate pregando sul nostro stesso cadavere, ma è importante segnalare che si può risorgere solo due volte durante una partita, una condizione migliorabile investendo i soliti punti nell’apposita sezione.

The Light Brigade

Quale potere scegliere tra questi tre?

The Light Brigade sa come mantenere alta l’attenzione attorno alle riuscitissime meccaniche che rendono l’uso delle armi tanto memorabile, accostando a una cadenza ponderata che impone lo studio dei ripari un sistema di controllo che trova la dimensione ottimale ibridando lo spostamento fluido alla padronanza del teletrasporto per muoversi agilmente tra i dislivelli delle arene più arzigogolate. Peccato per l’assenza di attacchi in mischia, un’idea che avrebbe reso gli scontri ravvicinati molto più godibili: allo stato attuale pregate solo di avere il caricatore pieno e un grilletto fulmineo nelle situazioni senza via di fuga.

In Breve: The Light Brigade è indubbiamente uno dei migliori esponenti del genere roguelite su PS5, un gioco impegnativo che restituisce una grandissima soddisfazione grazie a un arsenale credibile e soddisfacente. Il senso di progressione e l’atmosfera fanno il resto, confezionando un titolo imprescindibile per i possessori del caschetto SONY. E anche per tutti gli altri VR-addicted, per la verità, trovate TLB pure su Quest e SteamVR. 

Piattaforma di Prova: PS5
Configurazione di Prova: PS VR2
Com’è, Come Gira: Gioverà certamente all’atmosfera, ma The Light Brigade non si presenta con una veste grafica memorabile, al netto di una indiscussa personalità. Nulla che possa impensierire PS VR2 che, come extra, aggiunge una solida dose di tensione sottolineata dal poderoso audio 3D. Ottimo il comfort.

 

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Pro

  • Armi sensazionali / Soddisfacente sensazione di progressione / Buona varietà di incognite

Contro

  • Graficamente poco incisivo / Peccato per l’assenza del corpo a corpo
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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