The Last Spell – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Non ci sono più i maghi di una volta. Basta che un paio di orde di non morti rabbiosi invadano la città, e già non riescono più a concentrarsi come si deve. E noi, in The Last Spell, a far loro da balia.

Sviluppatore / Publisher: Ishtar Games / The Arcade Crew Prezzo: 24.99 € Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI:ND Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Switch Data di uscita: 9 marzo

La Distruzione Mutua Assicurata è una teoria che prevede, come conseguenza di un attacco nucleare, il lancio multiplo di ordigni da parte di tutte le fazioni coinvolte, determinando una distruzione globale senza né vinti, né vincitori, come vedremo probabilmente tra pochi mesi. Proprio ciò che è accaduto in The Last Spell, mix tra RPG, Tower Defense e City Builder sviluppato da Ishtar Games e distribuito da The Arcade Crew finalmente pronto a uscire definitivamente da un Accesso Anticipato durato quasi due anni.




Nel mondo fantasy medievale in cui è ambientato, una lunga guerra ha portato i più potenti maghi a lanciare terribili incantesimi, attacchi AoE paragonabili proprio alle nostre bombe atomiche, generando il Cataclisma: una devastazione su larga scala che non ha risparmiato quasi nessuno. Come se non bastasse, da quel momento ogni notte cala una strana nebbiolina viola portando con sé orde di non morti. Ma non sono loro la peggior minaccia, bensì alcuni maghi miracolosamente sopravvissuti che si stanno preparando per un seconda ondata di attacchi letali. L’unica speranza per l’umanità rimasta è convogliare tutto il potere mistico in un enorme, ultimo incantesimo che cancelli per sempre ogni traccia di magia. Ma è un processo lungo, che richiede parecchi giorni, e sfortunatamente anche parecchie notti pregne di zombie.

THE LAST SPELL, SI LAVORA GIORNO E NOTTE

Un manipolo di eroi quindi si assume l’onere di difendere la città e proteggere l’Evocatore per tutto il tempo necessario. Quegli eroi siamo noi. The Last Spell sfrutta la dicotomia giorno e notte, luce e oscurità, proprio come visto in Age of Darkness: Final Stand, ma qui il concetto viene ancora più esasperato al punto da proporci due gameplay distinti. Ci viene assegnato il controllo di una piccola cittadina, al centro della quale c’è l’obelisco del mago, che va difeso ad ogni costo. Quando il sole splende in cielo, entriamo nella modalità city builder. Bisogna minare materiali, guadagnare oro, costruire varie strutture atte a rendere le suddette attività più redditizie, ma soprattutto prepararsi al calare delle tenebre. Una grande freccia ci indica la direzione dalla quale arriveranno i non morti, quindi è saggio erigere fortificazioni in grado di contenere l’attacco.

The Last Spell sfrutta la dicotomia giorno e notte esasperando il concetto al punto da proporre due gameplay distinti

A differenza di altri giochi di questo filone, non vediamo la popolazione girare per la mappa indaffarata nei propri compiti, ma semplicemente scegliamo a quanti uomini assegnare un determinato lavoro. Allo stesso modo, i semplici cittadini non possono venir uccisi e l’eventuale incremento o decremento demografico avviene in base al numero di case costruite o distrutte. All’apparenza molto più semplice dei city builder standard, in realtà ha una complessità diversa da ciò che siamo abituati a vedere, poiché tutta l’organizzazione cittadina ruota intorno al potenziamento dei tre eroi che dovranno battersi con le belve.

The Last Spell

Quando installiamo le macchine da guerra possiamo osservarne l’area di azione.

Generati casualmente, ma sempre rispettando il tipico party composto da tank, ranger e mago, hanno nome e aspetto personalizzabili più una serie di statistiche che comprendono abilità ma anche vari vizi. Una volta mi è capitato un guerriero tabagista con un malus nei punti movimento, ma il massimo è stato il ranger alcolista con una propensione a mancare il bersaglio. In ogni caso questa è la banda di disperati con la quale dobbiamo salvare il mondo, quindi meglio equipaggiarla con i migliori item a disposizione, che otteniamo in seguito a una vittoria particolarmente netta o semplicemente comprandoli dai vendor. Assegniamo quindi armi, armature, pozioni, anelli, collane e tutto l’inventario tipico degli RPG al fine di aumentare al massimo le forze, perché ormai inizia l’imbrunire e stanno per arrivare i mostri.

UN COMBATTIMENTO A TURNI PARTICOLARE

Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per apportare le debite modifiche alla città, ma quando premiamo il bottone per proseguire, non si torna più indietro: posizioniamo i tre eroi e aspettiamo le ondate di attacco. Qui entriamo nella fase di combattimento a turni, che come per la sezione city builder da un certo punto di vista è semplificata, ma ha comunque una complessità tutta sua. Non vi sono punti azione da ripartire tra movimento e attacco, ma ogni attività ha una sua autonomia indipendente dalle altre. Con un mago, ad esempio, posso uscire dal mio nascondiglio, consumando magari metà della riserva di passi, lanciare un paio di magie basate sul mana, e tornare poi indietro, eventualmente colpendo qualcuno con la staffa a mo’ di bastone spendendo stamina.

Dopo aver apportato le modifiche alla città, si preme un bottone e si entra nella fase di combattimento a turni: il segreto è usare gli eroi in sinergia per eliminare più nemici insieme

Una volta abbandonato il concetto di concentrarsi su un nemico per turno, al quale siamo probabilmente abituati, si usano gli eroi in sinergia per eliminare anche venti o più nemici prima di cedere il controllo all’avversario. Manca la possibilità di risparmiare punti da impiegare come contrattacco durante il turno nemico, ma si ci sono dei perk da sbloccare che si comportano più o meno allo stesso modo.

The Last Spell

Ora capiranno il significato di AoE.

Una volta terminata la mattanza, riceviamo varie ricompense sulla base del numero di mostri uccisi e del livello di panico in cui è entrata la popolazione, da tenere sotto controllo evitando che i non morti si avvicinino troppo alle case. Gli dei ci osservano, donandoci un’essenza mistica da spendere per accedere a nuove costruzioni, armi e incremento di statistiche. A quel punto arriva l’alba e si ricomincia dal city builder, riparando ciò che è andato danneggiato, edificando nuove strutture, assegnando nuovi compiti alla popolazione e preparandosi per la notte che verrà. E in caso non dovessimo rivedere il sole, sopraffatti dall’orda? Si ricomincia con dei nuovi eroi dal livello uno, mantenendo però le tecnologie già conseguite. Se ad esempio schiattiamo dopo quattro giorni, proprio appena eravamo riusciti a inventare le balestre, alla run seguente le avremo disponibili fin dall’inizio. Così, partita dopo partita, saremo sempre più preparati a fronteggiare gli zombie.

The Last Spell non è un gioco mordi e fuggi: l’azione risente dell’enorme numero di nemici, non è raro che una sola notte duri oltre 40 minuti

La grafica nella pixel art d’ordinanza è ben realizzata anche se la camera è sempre un po’ troppo alta, una scelta che rende a volte difficile scegliere con precisione il bersaglio, uno zoom un po’ più potente avrebbe aiutato. Delle tracce metal accompagnano l’azione a dovere, la quale però risente dell’enorme numero di nemici da abbattere. Non è raro, se non si vogliono compiere scelte avventate ed affidarsi alla fortuna, che una notte duri oltre 40 minuti di gioco, e considerando che ci vogliono vari giorni per sbloccare potenziamenti permanenti, il numero di ore richiesto per padroneggiare The Last Spell diventa ciclopico. Chi volesse cimentarsi seriamente deve essere pronto ad abbandonare l’idea di partita veloce, gli amanti dei combattimenti a turni comunque lo adoreranno.

In Breve: The Last Spell unisce i generi RPG, Tower Defense e City Builder, con la distruzione di numerosissime orde come visto in They Are Billions, gestendo i combattimenti con l’amato sistema turn based. Proprio quest’ultima caratteristica però può essere il punto debole del gioco, in quanto un conto è uccidere centinaia di nemici in real time, ben altra cosa è abbatterli ad uno ad uno turno dopo turno, valutando attentamente ogni santa volta punti movimento, energia, mana e salute di ciascuno dei nostri eroi senza la minima distrazione, data la difficoltà sopra la media. Ogni run è una complessa partita a scacchi che può durare molto a lungo, quindi chi si aspetta partitelle veloci potrebbe rimanere deluso.

Piattaforma di Prova: PC & Steam Deck
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD / Steam Deck 512 GB
Com’è, Come Gira: PC: Sempre fluido, e con l’opzione di ingrandire la UI quando si gioca a risoluzioni superiori a 1920×1080. Avrei preferito poter zoomare un po’ di più. Steam Deck: gira bene, ma la console portatile non nasce per questo tipo di giochi.

 

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Pro

  • Combattimenti a turni ricchi di tattica / Enciclopedica varietà di armi, strutture da costruire, incantesimi e tutto ciò che riguarda il mondo RPG

Contro

  • Sezione city builder meno avvincente dei combattimenti / Lunghezza delle battaglie a volte estenuante
8

Più che buono

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