I campi di battaglia di Relic Entertainment tornano a ruggire ancora una volta: a quasi dieci anni di distanza dal suo predecessore, Company of Heroes 3 è giunto fra noi. E stavolta parla anche italiano.
Sviluppatore / Publisher: Relic Entertainment / SEGA Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online cooperativo e competitivo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: 23 febbraio (PC); nel corso del 2023 (console)
Diciamocelo, non è mica un brutto periodo per essere appassionati di strategici in tempo reale. Fra gli Age of Empires che tirano ancora alla grande e il cui quarto capitolo ha di recente ricevuto due nuovi fazioni, WARNO e Broken Arrow che promettono di soddisfare gli appassionati della Cold War gone hot, il prossimo Homeworld 3, ed esperimenti come Minecraft Legends e tanti altri titoli minori che al momento sto sicuramente dimenticando, di pane per i denti per chi mastica RTS ce n’è.
COMPANY OF HEROES 3: VIAGGIO NEL MEDITERRANEO
Direi che possiamo tranquillamente rispondere a questa domanda già da subito: sì, Company of Heroes 3 è già al lancio più grande, in termini di puro contenuto, di entrambi i suoi predecessori anche se consideriamo le espansioni che hanno ricevuto nel corso degli anni. Tanto per cominciare, ci sono quattro fazioni: US Army, UK Forces, Wehrmacht e Deutsches Afrikakorps. Ci sono poi due campagne: partiamo da quella dall’assetto più tradizionale, cioè quella che ci vede seguire il DAK e il suo comandante Erwin Rommel in otto missioni che li vedono sfidare i rivali britannici fra le dune del deserto della Tunisia e della Libia. Una campagna che fa anche da estensione del tutorial e che offre una discreta varietà di scenari; ho trovato particolarmente divertente la missione in cui, con una quantità limitata di truppe, dobbiamo prendere d’assalto un deposito di munizioni britannico temporaneamente poco difeso e andarcene prima che torni il resto dell’esercito nemico.
CURIOSA LA SCELTA DI METTERCI A COMANDO DELLE FORZE TEDESCHE, MA RACCONTARE LA STORIA DAL PUNTO DI VISTA DEI LIBICI
La campagna italiana è invece una quasi-novità per la serie. Dico quasi perché già l’espansione del secondo capitolo Ardenne’s Assault si allontanava dalla classica struttura lineare a missioni, ma in Company of Heroes 3 la cosa è in scala molto più grande. Quella che ci troviamo di fronte è infatti una campagna dinamica, che parte con lo sbarco in Sicilia e in Calabria (che fanno da tutorial) per poi portarci a Salerno, e da lì ci chiede di risalire lo stivale italiano sfondando le varie linee di difesa tedesche e arrivando fino a Roma. In realtà proprio quest’ultima cosa mi ha lasciato un po’ perplesso: non me ne vogliano i miei amici e colleghi romani, ma speravo si arrivasse almeno fino alla linea Gotica, mentre invece la battaglia finale della campagna (molto bella oltretutto, con la possibilità di alternarsi al comando di due armate diverse) si svolge a Subiaco, caposaldo della linea Gustav. Anche così, comunque, non è certo roba da sbrigarsi in un pomeriggio: di lavoro da fare prima di arrivare alla capitale ce n’è, perché in giro per la penisola oltre a città sotto il controllo tedesco da liberare circolano anche teutoniche armate, pronte a venire a romperci le scatole e a rallentare la nostra avanzata.
L’IA, SIA NELLA CAMPAGNA CHE NELLE SCHERMAGLIE, NON È CERTO TATTICAMENTE BRILLANTE
Tornando alle città, alcune di loro vengono liberate tramite una missione specifica. Queste sono battaglie con mappe e condizioni differenti rispetto alle classiche schermaglie, ed è qui che si trovano i punti alti della campagna. Certo, alcune sono meno riuscite di altre (una su tutte Potenza: chiedo scusa a Daniele, il mio lucano collega, ma la vostra cittadina è un incubo da navigare), ma dall’altro lato abbiamo battaglie come Montecassino, Ortona e la già citata Subiaco che sono decisamente ben realizzate. A livello narrativo, nella nostra risalita verso Roma saremo accompagnati da tre colleghi – Buckram, per gli americani; Norton, per gli inglesi; Anna Valenti, per i partigiani – che di quando in quando ci assegneranno obiettivi secondari da completare. Riuscendoci, miglioreremo la loro stima nei nostri confronti e sbloccheremo vari potenziamenti. In linea di massima, comunque, a livello di storia questa campagna è tranquillamente dimenticabile: piacevoli le lettere dei soldati che di quando in quando appaiono nei caricamenti delle schermaglie, e che illustrano il lato più umano della guerra, ma per il resto il punto più degno di nota è forse il fatto che la chiusura della campagna sembra suggerire che nel futuro di Company of Heroes 3 ci siano le bocage francesi. Spiace, infine, come al lancio non ci sia traccia delle modalità singleplayer secondarie a cui Relic Entertainment aveva accennato in fase di sviluppo.
DA UN CAMPO DI BATTAGLIA ALL’ALTRO
Purtroppo, in queste ore pre-release il multiplayer è desolantemente disabitato (cari colleghi, avete forse paura di perdere?) quindi sono poche le considerazioni che posso fare in termini di bilanciamento e simili; per quello, toccherà aspettare di vedere come si evolve la situazione non appena i server saranno aperti al grande pubblico. Posso comunque fare qualche considerazione di aspetto più generale. Come già anticipato, il gioco offre quattro fazioni (ricordiamo: americani, inglesi, tedeschi e tedeschi del deserto con qualche italiano qua e là) ciascuna delle quali avrà disponibili al lancio tre comandanti.
A DISPETTO DI QUANTO DETTO IN PRECEDENZA DA RELIC, NON SARÀ POSSIBILE GIOCARE USANDO UNICAMENTE UNITÀ ITALIANE
Sempre restando sul piano generale per quanto riguarda gli scontri all’ultimo victory point, è abbastanza evidente lo sforzo fatto dagli sviluppatori (che includono anche membri storici dalla comunità: il fortissimo DevM è infatti uno dei designer) per cercare di offrire più spazio al gioco della fanteria e dei veicoli leggeri, spingendo più in avanti la soglia temporale dopo cui possenti bestioni d’acciaio iniziano a cavalcare i campi di battaglia. Fra unità disponibili di base e scelte legate alla specifica dottrina, la selezione di veicoli leggeri è infatti piuttosto ampia, e l’attesa necessaria per poter schierare i carri più pesanti non sembra rendere prudente la strategia di risparmiare il prezioso carburante giocandosi il tutto per tutto. Certo, questo vale per le schermaglie di dimensioni più limitate (1v1, 2v2) mentre invece come ben saprà chi ha esperienza nel genere, nelle 3v3 e sopratutto nelle 4v4 tende ad andare tutto un po’ “a remengo” a favore delle unità e delle fazioni più orientate al late game.
A RADUNO DAL QUARTIERMASTRO
Chiudiamo con qualche considerazione su quello che sta intorno al gameplay. Lato audio, devo dire che si alternano alti e bassi: Relic ha sempre fatto un ottimo lavoro con il doppiaggio delle unità, e Company of Heroes 3 non fa eccezione a questa regola, con unità molto ben caratterizzate (per dirne una, adoro il fortissimo accento scozzese dei carri pesanti britannici). Non sono invece convintissimo dal suono di alcune armi; le mitragliatici pesanti in Company of Heroes 2 avevano il pregio di essere immediatamente identificabili in base al rumore che facevano le loro raffiche, mentre invece qui tendono ad assomigliarsi un po’ tutte. Buona, ma allo stesso tempo generica, la colonna sonora; l’assenza di Cris Velasco, compositore nel secondo capitolo della serie, si è purtroppo fatta sentire.
SE IL DOPPIAGGIO DELLE UNITÀ RISPETTA GLI ALTI STANDARD DI QUALITÀ DI RELIC, NON CONVINCONO ALTRETTANTO COLONNA SONORA ED ALTRI EFFETTI
In Breve: La seconda guerra mondiale secondo Relic torna ancora una volta a graziare i nostri PC, e se di sicuro c’è qualche osservazione da fare qua e là, è davvero difficile non guardare con estremo favore a Company of Heroes 3, che porta una dose di contenuto invidiabile e una personalità che pochi altri strategici sono in grado di esprimere allo stesso livello. Personalmente non vedo l’ora di poter saggiare il multiplayer, ma anche chi apprezza il single avrà di che tenersi impegnato per almeno qualche decina di ore.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Il predecessore era un discreto macigno, ma nonostante non ci sia carenza di esplosioni, fiamme ed effetti di vario tipo Company of Heroes 3 si attesta su un buon livello di ottimizzazione, se non altro per gli standard della serie: il benchmark interno con tutte le impostazioni al massimo e a risoluzione 1080p ha segnato 100 fps di media sulla configurazione di prova.