Forspoken – Recensione

PC PS5

Una lavorazione travagliata assieme alle inevitabili aspettative su questa nuova IP di Square Enix. Forspoken si presenta a noi tra luci e ombre, il tutto con un contorno di estrema magia.

Sviluppatore / Publisher: Luminous Production / Square Enix Prezzo: 79,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam/Epic), PS5 Data di lancio: 24 gennaio 2023

Se di magia vogliamo ferire e perire, allora è seriamente giunto il momento di raccoglierci attorno un falò e parlare liberamente di Forspoken. Questa nuova e magica proprietà intellettuale di Square Enix ha avuto una gestazione assai particolare, in special modo per quello che è uscito dal reparto marketing che come spesso capita, vende un fiammifero come una grande magia di fuoco.




Per restare in tema magico, Forspoken richiama esattamente questa metafora, con un titolo che esplode di gioia tra un open world mozzafiato e coloratissimo, ma estremamente povero, e brilla ancor di più con un combat system davvero coinvolgente, ma con pochi incantesimi nel suo inventario.

UN MONDO LONTANO

Con Forspoken il termine isekai è arrivato sulla bocca di tutti, ma per chi ha vissuto nel misterioso mondo di Athia fino a poco tempo fa, gli isekai sono dei racconti dove i protagonisti di colpo vengono catapultati in un mondo a loro sconosciuto.

forspoken recensioneFrey Holland è la sfortunata protagonista di questa produzione, giovane ragazza newyorkese appena ventenne che è, letteralmente, una disadattata: senza genitori, occupa un piccolo appartamento abusivamente ed è un continuo dentro fuori dall’aula di un giudice per furtarelli e simili.

Frey Holland è la sfortunata protagonista di Forspoken

Una prospettiva futura sicuramente non eccelsa per chi cerca di andarsene dalla Grande Mela e ricominciare una nuova vita, ma proprio quando tutto sembra volgere al peggio e portare la giovane a malsani pensieri di suicidio, ecco arrivare uno strano bracciale dorato che catapulta Frey nel magico e sinistro mondo di Athia.

UNA NARRATIVA A PEZZI…

La parte su cui sicuramente c’è più da discutere è quella legata all’open world e la narrativa. La grande distinzione che è necessaria fare in prima battuta è la differenza tra qualcosa che viene sviluppato male o che viene sviluppato con grosse limitazioni. L’open world di Forspoken come la stessa narrativa vanno a incasellarsi in questo secondo caso.

Non sottovalutate le magie legate all’elemento dell’acqua.

Non ci troviamo davanti un gioco deludente o facilmente riconosciuto come fallimento, bensì ad un titolo che è nato con degli obiettivi che sono drasticamente cambiati durante lo sviluppo e questo si evince proprio nel modo in cui gli sviluppatori non sono riusciti a trovare un equilibrio nell’elaborazione di queste e altre meccaniche di gioco.

Il mondo di gioco, al netto di un’estetica ammaliante, è generalmente vuoto e privo di stimoli

Prendiamo la narrativa: questa è estremamente povera, infarcita da una sceneggiatura che presenta una ragazza uno po’ strafottente in un mondo fantastico e sconosciuto accompagnata da una spalla comica (Cuff, il bracciale magico). Se considerate che l’obiettivo – omettendo le solite missioni secondarie classiche e prive di spunti interessanti – è quello di esplorare tutto il mondo di gioco, allora ci troviamo davanti un open world diviso sì in macroaree tutte diverse ed estremamente colorate, ma tutto risulta assai povero e datato. Qualcosa che abbiamo già visto e saggiato già altrove. Chiaramente non entusiasmante sulla lunga durata, ma per apprezzare al massimo esponenziale il mondo di gioco bisognerebbe non aver mai giocato un open world negli ultimi venti anni.

…E UN COMBAT SYSTEM STRAORDINARIO!

Parlavamo di obiettivi e di una produzione che evidentemente ha avuto diversi problemi. Perché asserire questo? Perché Forspoken avrebbe potuto ospitare un banalissimo sistema di combattimento visto già decine di volte, invece tenta la carta magica (!) di un combat system interamente dedicato all’uso della magia elementale, e questo è senza ombra di dubbio il fiore all’occhiello del videogioco.

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Le fasi di combattimento sono senza ombra di dubbio i momenti migliori di Forspoken.

Al netto di poter richiamare una ruota da cui selezionare il tipo di magia da utilizzare, il sistema è ben più approfondito e tecnico di quel che ci si poteva aspettare. Tre slot di “equipaggiamento” dopo allocare e selezionare una magia offensiva, una di supporto assieme alla classica super utilizzabile solo dopo un certo lasso di tempo.

Forspoken sa tirare fuori una grinta e un’adrenalina del tutto inaspettata e galvanizzante  

A questo dovete aggiungere il parkour magico, che come facilmente suggerito, è una meccanica di movimento basata sul parkour con la differenza che possiamo sfruttare la stessa magia per muoverci velocemente e balzare in aria in tutte le direzioni che vogliamo.

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Il parkour magico diventerà sin da subito un elemento che amerete alla follia.

Raggiunte le circa sei o sette ore di gioco, con l’open world che si apre totalmente e la possibilità di affrontare i combattimenti combinando assieme il parkour magico, bisogna dirlo, Forspoken tira fuori una grinta e un’adrenalina del tutto inaspettata e galvanizzante.

DUE PESI E DUE MISURE

Il vero problema di Forspoken è che, progredendo nella trama, ci troviamo di fronte ad un titolo dal palese potenziale, ostacolato da diversi problemi di sviluppo. Per tal motivo il titolo sfrutta tutte le sue attenzioni sempre ed esclusivamente su quello che funziona, ovvero il sistema di combattimento, e ci chiede di giocare proprio per approfondire tale meccanica.

L’esecuzione delle magie regala bellissimi effetti su schermo.

Ecco, dunque, che correre in lungo e in largo per la mappa appare un semplice pretesto per attingere alla vena creativa e divertente del gioco, per continuare a scoprire nuove magie e sbloccare tutte le altre abilità. Niente di più e niente di meno per un videogioco tutto sommato godibile ma lontanissimo da standard qualitativi su cui molti avevano puntato qualche segreta aspettativa.

In Breve: Forspoken molto probabilmente non sarà il titolo che alcuni speravano, ma non è neanche un fallimento su tutta la linea. C’è un intelligente e divertente sistema di combattimento sfruttando le magie e un parkour magico davvero adrenalinico. Tolto questo però, il resto è la fiera del già visto.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Tre le diverse modalità di gioco di cui segnaliamo e consigliamo quella relegata alla prestazione e i 60 fps, giacché tutte le altre pur presentando 4K e Ray Tracing, appesantiscono tantissimo la fluidità d’azione.

 

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Pro

  • Un ottimo sistema di combattimento / Il parkour magico è divertentissimo.

Contro

  • Open World datato / Trama poco appassionante / Evidenti limiti produttivi.
7

Buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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