Master of Magic è una pietra miliare che ha fatto la Storia dei videogiochi, quella con la “esse” maiuscola. Sviluppare un remake di un titolo così importante e prestigioso non deve essere stato semplice.
Sviluppatore / Publisher: MuHa Games, Eerie Forest Studio / Slitherine Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: N.D. Disponibile Su: PC (Steam, GOG, Epic Games Store) Data di Lancio: 13 dicembre 2022
È davvero difficile essere appassionati di videogiochi di strategia a turni e non aver mai sentito nemmeno nominare Master of Magic. L’originale classe 1994 sviluppato da Simtex è un’opera che nel corso degli anni ha avuto un’influenza incredibile sul genere dei 4X, assieme al fratello fantascientifico Master of Orion (soprattutto il secondo capitolo) e al lontano cugino Civilization.
Per questo ho approcciato il qui presente remake con un misto di timore e curiosità, soprattutto perché gli sviluppatori non hanno preso la strada del rifacimento fedele “uno a uno”, bensì hanno deciso di cambiare più di qualche aspetto del gioco cercando di mantenere intatto lo spirito dell’opera originale. Ci sono riusciti? La risposta è complessa e non può essere un secco sì o un altrettanto brusco no.
RITORNO AD ARCANUS E MYRROR
Al primo avvio tutto sembra essere al posto giusto: ci sono gli stessi quattordici maghi dell’originale, ossia i personaggi che rappresentano l’avatar del giocatore, ognuno con le sue abilità e specializzato in una o più sfere della magia. Sono presenti anche le altrettante razze che avremo modo di comandare: dagli orchi agli umani, passando per gli elfi oscuri, i nani o i più esotici klackons, giusto per citarne alcune. Vi è anche la possibilità di creare un personaggio personalizzato, con i suoi tratti distintivi e le sue specializzazioni arcane.
Veniamo accolti in un mondo formato da caselle esagonali
L’intento di questa duplice mossa è chiaro: provare a svecchiare la formula dell’opera originale omologando quella del remake agli standard odierni. Ecco dunque che le partite risultano meno lente e più dinamiche, ma si ha l’impressione che in qualche modo gli equilibri delle forze in gioco siano stati ritoccati. Non si tratta di ritocchi strettamente migliorativi o peggiorativi, bensì di modifiche che rendono il remake simile all’originale nello stile e nelle meccaniche fondanti, ma diverso nell’applicazione di queste ultime. C’è dunque bisogno di qualche turno per prendere le misure di questo nuovo Master of Magic, abituarsi a uno stile di gioco più veloce, e districarsi tra le variazioni al bilanciamento che una formula per così dire più vivace porta inevitabilmente con sé.
IL BUON VECCHIO MASTER OF MAGIC?
Per il resto siamo al cospetto dello stesso gioco che ha visto la luce quasi trent’anni fa. Le fondamenta ludiche sono le medesime: dalla nostra fortezza dobbiamo ricercare magie sempre più potenti, gestire ogni insediamento del dominio costruendo edifici e addestrando unità militari, le stesse unità che possono essere inviate a esplorare i covi dei mostri neutrali alla ricerca di tesori, oppure contro gli eserciti dei nemici. Gli stessi avversari controllati dall’intelligenza artificiale con cui si possono intrattenere relazioni diplomatiche piuttosto basilari.
Manca un impianto diplomatico al passo con i tempi
Per quanto riguarda il comparto grafico, invece, Master of Magic offre un colpo d’occhio senza dubbio gradevole ma forse un po’ troppo anonimo. La pixel art dell’originale lascia giustamente il posto a una grafica con modelli tridimensionali ed effettistica moderna, a cui si va ad aggiungere un’interfaccia utente chiara e leggibile che fa ampio uso di illustrazioni bidimensionali, le quali sembrano essere state prese in prestito da un manuale di Dungeons & Dragons. A queste si va a sommare l’iconica schermata dell’insediamento, questa volta in stile “fumettoso”, con i suoi edifici e gli effetti dei vari incantesimi attivi in città. È uno stile non per forza giusto o sbagliato, ma che fa sì che il remake di Master of Magic venga visto come l’ennesimo videogioco strategico ad ambientazione fantasy, piuttosto che elevarlo al rango di rifacimento di un grande classico del genere 4X. Forse un’opera di questo calibro avrebbe dovuto meritare qualche attenzione in più, e non mi riferisco al solo versante grafico ed estetico, soprattutto considerando i molti bug in cui mi sono imbattuto durante varie partite, alcuni dei quali hanno portato anche alla corruzione di alcuni salvataggi.
In Breve: Il remake di Master of Magic è un progetto ambizioso che però non ha mai deciso se essere solo un restauro grafico o un rifacimento completo dell’opera originale. Sono state operate varie modifiche all’impianto del videogioco classe 1994 che ne vanno a modificare l’assetto, ma in alcuni ambiti (per esempio quello diplomatico) è mancato il coraggio di ammodernare la formula e renderla finalmente al passo coi tempi. La presenza di vari bug, alcuni anche gravi, va un po’ a minare la buona riuscita del prodotto finale. Siamo comunque al cospetto di un 4X discreto, ma nulla più. In definitiva, se dovessi scegliere tra il rifacimento e l’originale opterei senza esitazioni per quest’ultimo.
Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Non si segnalano particolari problemi di prestazioni giocando al massimo livello di dettaglio. Da segnalare la totale assenza di impostazione grafiche avanzate. Il gioco gira nativamente su Steam Deck, tuttavia le scritte possono risultare poco leggibili in alcuni casi particolari.