Atari 50: The Anniversary Celebration – Recensione

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Stavolta i valorosi Digital Eclipse si trovano davanti alla sfida più dura: celebrare l’anniversario di una leggenda, dovendo però restare un filo morigerati…

Sviluppatore / Publisher: Digital Eclipse / Atari Prezzo: 39,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo/competitivo offline PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch Data di Lancio: 11 novembre 2022

Se siete assidui frequentatori di queste pagine, probabilmente conoscerete il reverenziale rispetto che nutro per i Digital Eclipse, veri e propri numi tutelari della preservazione del videogioco. Atari non poteva scegliere un partner migliore per festeggiare i suoi cinquant’anni, un anniversario importante che va trattato con tutti i crismi.




Noi di TGM abbiamo dedicato la Time Machine alla genesi della creatura di Nolan Bushnell e Ted Dabney, ma con la Atari 50: The Anniversary Celebration anche voi potrete toccare con mano le più significative tappe percorse dall’iconico marchio in mezzo secolo di storia, dalla pionieristica nascita dell’industria ai suoi momenti più difficili. L’importante è sapersi rialzare, e dare alle proprie macchine il nome di felini.

IL DIVENIRE DELLA STORIA SECONDO ATARI 50: THE ANNIVERSARY CELEBRATION

Per l’occasione, Digital Eclipse ha preparato un percorso interattivo che racconta i primi cinquant’anni di Atari attraverso interviste esclusive a vere celebrità, assieme a foto di repertorio, citazioni, imperdibili retroscena e la possibilità di giocare oltre cento titoli prelevati dalla dinastia del gigante di Sunnyvale. Questo vuol dire che la selezione prevede classici della Golden Age a gettone come Missile Command o Asteroids, assieme a una carrellata di giochi prelevati dalle ludoteche del Lynx, della serie di computer a otto bit e dalle diverse console domestiche.

atari 50

Le interviste includono nomi famosi, non necessariamente riconducibili al personale di Atari.

In questo campo i riflettori sono puntati sul leggendario VCS, ma anche macchine meno popolari come il 5200, il 7800 o il bistrattato Jaguar sono invitate alla festa, ovviamente con una dotazione di cartucce virtuali inferiore a quella della ”primadonna”. Come sempre quando si Parla di Digital Eclipse l’emulazione è realizzata molto bene, con una buona rosa di opzioni che, nel caso del VCS, permette di selezionare le varie impostazioni originariamente adibite alla levetta Game Select prima di iniziare la partita, addirittura assieme alla scelta della modalità a colori o in bianco e nero qualora vi riteneste davvero troppo nostalgici.

per i nostalgici, nel caso del VCS potete anche selezionare il bianco e nero

Non mancano alternative più particolari, vedi il livello del bagliore dei vettori in giochi come Lunar Lander o Major Havoc e, complessivamente, la raccolta risulta molto ben curata. Il nostro percorso è peraltro suddiviso in cinque capitoli dedicati, rispettivamente, alle origini delle sale giochi, alla rivoluzione domestica iniziata alla fine degli anni Settanta, ai turbolenti anni Ottanta prima e dopo il Crash, alla rivoluzione degli home computer (occhio a una certa pubblicità comparativa…) e agli anni Novanta, quando la concorrenza dell’Oriente ci spinse un po’ tutti a “fare i conti”, se capite cosa intendo.

atari 50 La mole di contenuti è spiazzante e comprende davvero di tutto, presentando un archivio storico che contestualizza e rende fruibile e appassionante un mare di nozioni; un vero e proprio corso interattivo di retrogaming, e nelle sue lezioni troveranno spazio anche i fumetti realizzati per la serie Swordquest dal mai troppo compianto George Pérez, che l’onnipotente lo abbia in gloria.

UNA SCELTA DIFFICILE

La storia di Atari è eufemisticamente complicata, ma per ora ci basta ricordare che Warner fece a pezzi la compagnia in occasione del già menzionato Crash, e questa raccolta è principalmente legata a Atari Corporation. Questo significa che Atari Games non fa parte della celebrazione, assieme al suo catalogo di classici senza tempo a gettone come Paperboy, Xybots, Gauntlet, Super Sprint, RoadBlasters e tanti, tantissimi altri protagonisti della Silver Age.

Atari Games non fa parte della celebrazione, assieme al suo catalogo di classici senza tempo a gettone

Simili problemi di diritti – ad esempio con la Epyx – causano importanti falle nella dotazione di altre macchine, vedi l’iconica console portatile a colori qui priva di giochi estremamente rappresentativi come California Games, Chip’s Challenge o Blue Lightning. Come risultato, Atari 50: The Anniversary Celebration è una raccolta curata in maniera maniacale che non riesce a dimostrare appieno il proprio valore. Del resto il nome Atari è ben stampato in copertina, e buona parte dei  vecchiacc… dei fan di vecchia data all’oscuro delle innumerevoli vicende legate al marchio saranno condannati a restare parzialmente delusi. Anche perché la semplicità a tutto tondo dei titoli per VCS non garantisce un interesse duraturo (diamine, senza Activision dovremo fare a meno anche di Harry Pitfall!), mentre le  proposte per Jaguar – fatta eccezione per il sempre brillante Tempest 2000 – difficilmente risolleveranno la reputazione della macchina, offrendo ”perle” dell’orrore del calibro di Club Drive o Fight for Life.

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Come fai a smettere, una volta iniziato a giocare a Tempest 2000?

Per fortuna la cernita è stata fatta con garbo, affiancando a disarmanti versione multiple di Miner 2049er o Millipede alcune chicche imperdibili. È il caso di Akka Arrh, prototipo di un coin-op mai pubblicato di cui esistono al mondo solo tre copie, il cui dump, disponibile dalla versione 0.209 del MAME, pare nasconda retroscena degne di un episodio di Lupin!

RISCRIVI LA STORIA

Digital Eclipse ha inoltre realizzato quattro giochi inediti che omaggiano la tradizione Atari, e da soli varrebbero l’acquisto del pacchetto. Si va da una spassosa versione in terza persona di Haunted House in chiave voxel a una variante di Combat per quattro giocatori alla guida di altrettanti carri armati tra paesaggi da demolire e armi extra. O ancora un Breakout tirato a lucido con un esplosivo score system a base di combo cromatiche, oppure (il mio preferito) VCTR-SCTR, una sorta di brillante multievento che omaggia l’era dei vettori.

Digital Eclipse ha realizzato quattro giochi inediti che omaggiano la tradizione Atari, e da soli varrebbero l’acquisto del pacchetto

A seguire un “reskin” spettacolare di Yar’s Revenge che può essere alternato in ogni momento alla sua versione originale come nel caso del The Dragon’s Trap di Lizardcube, ma il piatto forte è Airworld, il mai sviluppato quarto e ultimo capitolo della serie Swordquest, scritto seguendo le indicazioni e i progetti di Tod Frye, il creatore della serie. Chissà se risolvendolo potrò intascare quella preziosa Spada della Stregoneria Suprema

In Breve: Atari 50: The Anniversary Celebration offre tantissimo, ma l’ombra di un marchio leggendario come Atari spinge a esigere ancora di più. L’assenza degli storici coin-op di Atari Games assieme a molti dei più distintivi giochi per le macchine casalinghe pesa parecchio, ma le rivisitazioni scritte da Digital Eclipse riescono in qualche modo a salvare la festa. Come opera di preservazione e divulgazione, però, gioca in un campionato tutto suo a cui è davvero difficile avvicinarsi.

Piattaforma di Prova: PC
Com’è, Come Gira: Sono abbastanza sicuro che la Atari 50: The Anniversary Celebration possa girare egregiamente anche su un tostapane. Se può interessarvi l’ho giocata alla grande su Steam Deck, ovviamente senza la minima incertezza.

 

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Pro

  • Opera di documentazione e preservazione straordinaria / Oltre cento giochi / Le rivisitazioni create da Digital Eclipse sono brillanti.

Contro

  • Non tutta l'offerta è memorabile... / L'assenza di classici indimenticabili legati in un modo o l'altro alla storia di Atari si fa sentire.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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