Vampire Survivors – Recensione

PC

Dopo qualche mese in Accesso Anticipato, l’ipnotico Vampire Survivors arriva finalmente alla sua versione unopuntozero. Tempo di andare a caccia di schiere (quasi) infinite di mostri: preparate frusta, ascia, rivoltella e… carrello della spesa?

Sviluppatore / Publisher: poncle / poncle Prezzo: 4,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store) Data di Lancio: Già disponibile

Che Vampire Survivors fosse destinato a spopolare già si iniziava a presagirlo a inizio 2022, quando ci eravamo occupati di coprire per la prima volta il particolare bullet hell al contrario di Luca “poncle” Galante e del suo piccolo team.




I mesi trascorsi da allora non hanno fatto altro che confermare la cosa: al di là del fatto che nel frattempo i cloni sono spuntati come funghi, pochi giorni fa il gioco è uscito dall’Accesso Anticipato e, al momento della scrittura di questo pezzo, conta ben 120.000 recensioni su Steam, di cui la stragrande maggioranza positive. Giusto per fare un rapporto con un titolo arrivato sul negozio di Valve negli stessi giorni, God of War conta un terzo delle recensioni. Mica male per un giochino che costa cinque euro!

MA VAMPIRE SURVIVORS COS’È?

Iniziamo facendo un rapido riassunto su cos’è e come funziona Vampire Survivors, per tutti coloro che non avessero ben presente il gioco in sé ma fossero curiosi di capire cos’ha di speciale. Specifico che il riassunto sarà rapido non per pigrizia o per poca dovizia nei dettagli da parte mia, ma perché l’ossatura è davvero semplice: si seleziona un personaggio da un cast tanto variegato quanto ricco di riferimenti alla cultura italiana (tanto per dirne due a caso: Christine Davain e Divano Telma); ciascuno di questi personaggi è caratterizzato da un’abilità passiva e da un’arma specifica; l’obiettivo è sopravvivere per trenta minuti (o più, ma sarà difficile) all’interno di un livello infinito; mano a mano che sconfiggiamo nemici questi faranno cadere esperienza, raccogliendola saliremo di livello, e ad ogni livello ci sarà offerta una scelta casuale fra varie armi e oggetti passivi. Tutto qui, non si deve nemmeno mirare o attaccare: le varie armi sparano da sole, i nostri unici compiti sono selezionare i potenziamenti e muovere il personaggio.

Vampire Survivors Recensione

Sì, faticare a capire cosa sta succedendo a schermo è abbastanza normale, giunti a un certo punto.

VAMPIRE SURVIVORS È UN GIOCO CHE BRUCIA LE ORE COME SE FOSSERO CERINI

Eppure questa formula semplice riesce ad essere incredibilmente efficace. Chiedete a più o meno chiunque ci abbia giocato, e troverete conferma del fatto che Vampire Survivors brucia ore come se fossero cerini. Merito di una struttura che gioca tantissimo sulla generazione della dopamina, tutto all’interno di questo gioco non fa altro che dare soddisfazione, dal dlindlindlin dell’esperienza raccolta, a vedere le armi faticosamente potenziate falciare mostri a dozzine, all’attesa di vedere cosa conterrà il forziere, al guardare quanti milioni di danni hanno fatto le nostre armi più potenti nella schermata conclusiva della run. Ma questo, bene o male, già si sapeva a gennaio dell’anno scorso. Cos’è cambiato da allora? Non la struttura di gioco, naturalmente: quella è rimasta invariata, anche perché non avrebbe avuto senso cambiarla, dato che come appena spiegato funzionava già alla grandissima. Cambia invece il numero di giocattolini a disposizione, ora molto più grande: ci sono più armi, ci sono più personaggi, ci sono più livelli, ci sono più segreti da scoprire (la wiki è vostra amica). Già, perché il gioco non è mica finito una volta arrivati al trentesimo minuto di tutti i livelli (e già per questo qualche oretta ci vuole): vorrete mica lasciare incompleto il bestiario, o la collezione con tutti gli oggetti che avete raccolto? Potrà sembrare mania di completismo, ma fa tutto parte del loop che ti spinge a dire “massì dai, un’altra partita”, anche perché con una durata a run di massimo mezz’ora, come fai a dirgli di no?

I MIGHT SURVIVE

Vale la pena di spendere due parole anche sull’aspetto visivo e musicale. Il primo, e l’avrete già capito dalle immagini qui in giro, non punta certo al graficone, anzi; pixel ben visibili, omini a schermo con poche animazioni, livelli che potrebbero essere usciti da un gioco flash. Questa non vuole essere una critica: personalmente penso che lo stile non manchi di charme e che anzi questa veste “economica” (per modo di dire, perché la cura dietro si vede che c’è) si adatti bene all’assurdità del gioco, che fra le varie armi include piccioni bombardieri, gatti affamatissimi, ossa rimbalzanti, carrelli della spesa e ovetti Kinder (giuro, non me lo sto inventando).

RIUSCITISSIMA LA COLONNA SONORA

Per quanto riguarda il comparto audio invece nota di assoluto merito, sia per gli effetti sonori che per la colonna sonora di Filippo Vicarelli e Daniele Zandara, naturalmente ispirata agli accompagnamenti dell’epoca 16 bit e che non sfigurerebbe neanche per sbaglio in un Castlevania a caso, e non dico per dire eh? Cercatevi Copper Green Intent, Gaze Up At the Stars o Forest Night Fever su YouTube e ditemi se non ho ragione.

A voler essere proprio puntigliosi qualche osservazione da fare a Vampire Survivors ci sarebbe anche. O meglio, dico “qualche” ma in realtà l’osservazione che mi viene in mente è solo una: quando le run vanno bene, capita spesso di arrivare al punto in cui nuclearizziamo ogni cosa che appare su schermo. A questo punto non ha nemmeno più gran senso muoversi – specie se non ci sono obiettivi da raggiungere nella mappa – e la tentazione di mettersi a fare altro mentre il conteggio delle morti sale tipo conto in banca di Jeff Bezos è forte. Salvo, naturalmente, venire fregati dal miniboss resistente a sufficienza da superare le vostre difese e punire la vostra disattenzione (di svariate decine di secondi) con un bel Game Over. Ma per il resto, che gli vuoi dire a Vampire Survivors? È un gioco che ti mangia le ore, e permettergli di farlo è un gran piacere.

In Breve: Io i voti un po’ li odio, perché che voto vuoi dare a un gioco come Vampire Survivors, che a prima vista sembra una scemenza ma in realtà è una mina? Dici eh ma c’ha la grafica brutta, gli asset che sembrano rippati da Symphony of the Night, il menu che sembra uscito da un gioco amatoriale anni ‘90, eh ma manco spari ti muovi e basta, e io ti dico che non riesco a sentirti al di sopra del dlingdlingdling delle gemme dell’esperienza ma sono sicuro che non c’hai capito nulla.

Piattaforma di Prova: PC, Steam Deck
Configurazione di Prova: GTX 1070, Ryzen 3600, 16 GB di Ram, SSD
Com’è, Come Gira: Non fatevi ingannare dai pixel in bella vista, perché Vampire Survivors sa essere pesantello nelle fasi finali di una partita, quando a schermo c’è una quantità immonda di roba. Perfetto per lo Steam Deck, ma limitate i frame per secondo se volete risparmiare la batteria.

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Pro

  • Gameplay loop riuscitissimo / Colonna sonora pazzesca / ...un’altra run e poi stacco.

Contro

  • Occhio all’orologio.
9

Ottimo

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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