The Last Hero of Nostalgaia – Recensione

PC Xbox One Xbox Series X

Nell’anno in cui From Software stessa mette in discussione la definizione di Soulslike, Over the Moon tira fuori quello che probabilmente è il più autentico appartenente del genere, quasi metadone per chi è in astinenza da Dark Souls: benvenuti su Nostalgaia.

Sviluppatore / Publisher: Over the Moon / Coatsink Prezzo: 19,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Co-Op online PEGI: 18 Disponibile Su: PC, Xbox One, Xbox Series S|X Data di Lancio: 19 ottobre 2022

Un mondo condannato. Memorie corrotte. La fine ineluttabile che soltanto un prescelto può scongiurare o più probabilmente posticipare, a meno che non scelga di condannarci tutti. From Software racconta una variante di questa storia dal 2009, forse addirittura da prima se si andasse a scartabellare nel passato remoto dello sviluppatore giapponese. In questi dieci anni – in queste due generazioni di console trascorse – lo stesso approccio è stato preso e ripreso da altri team di sviluppo.




Cloni più o meno pedissequi, variazioni sul tema, elementi tolti dal canone di Dark Souls per essere cuciti su altri corpi, non ultimo quello di Godrick l’Innestato. The Last Hero of Nostalgaia in questo spettro vuol collocarsi molto vicino alla matrice originale, un Dark Souls che però non può o non vuole prendersi sul serio e nel farlo tira fuori anche un paio di meccaniche inedite.

DON’T YOU DARE GO META

Nostalgaia è il mondo dei videogiochi. È il mondo dei videogiochi che come in una vecchia creepypasta da albori dell’Internet sta morendo. Le memorie non riescono a uscire dal pozzo, il mondo sta regredendo passando da poligoni a pixel fino a tornare ASCII. L’unica speranza è un improbabile eroe fatto di linee verticali costretto a farsi strada tra quel che resta di Nostalgaia e dei suoi abitanti, che ormai negli eroi hanno perso completamente la fede. L’incipit di un Souls classico riveduto e corretto in modo da poter andare sul meta-referenziale, assecondando l’allergia per la quarta parete tipica dell’intrattenimento degli ultimi anni. È qua che infatti The Last Hero of Nostalgaia gioca le sue cartucce migliori, le nuove idee che provano a fare la differenza con il resto dei souslike e magari anche con From Software. Non è solo una questione di umorismo e riferimenti ad altri videogiochi laddove Miyazaki e soci abbracciano un’aura più sacrale e solenne fatta di ellissi e dettagli sussurrati: Nostalgaia gioca con la sua lore rendendola una vera e propria meccanica di gioco. Ogni parte di armatura o arma ha delle memorie che devono essere risvegliate portandole nelle aree cui si fa sibillinamente riferimento nelle loro descrizioni, in modo da sbloccarne il vero potere e ottenere dei potenziamenti permanenti per l’eroe. È qualcosa che Dark Souls non ha mai fatto, e probabilmente non potrebbe nemmeno fare se non a costo di rinunciare alla sua allure di mistero, ma che all’atto pratico in game aggiunge un nuovo livello di profondità alla narrativa ambientale, rendendola di fatto parte del pacchetto ludico con conseguenze anche pad alla mano.

nostalgaia recensione

Laddove l’idea sulla carta è ottima c’è qualche inciampo lato realizzazione: forse per paura di evitare inutili frustrazioni al giocatore, forse semplicemente per amore di semplicità, nei menu sono sempre ben segnalate le aree in cui è necessario portare un oggetto per risvegliarlo, lasciando al giocatore semplicemente il compito di orientarsi al loro interno. Cosa che si può fare anche per tentativi, visto che in prossimità dei luoghi di risveglio l’icona dell’arma o dell’armatura nell’inventario inizia a vibrare. Il risultato è una semplificazione forse eccessiva della meccanica, che tra l’altro a livello di Quality of Life richiede comunque di passare attraverso i menu di gioco – che come da tradizione del genere sono macchinosi e in tempo reale – per capire quando poter eseguire il risveglio, laddove a questo punto un’indicazione (anche solo audio) più diegetica sarebbe stata maggiormente efficace.

SOULSCLONE

Per il resto Nostalgaia si gioca quasi esattamente come Dark Souls: stesso layout dei controlli, stessa struttura, stesse logiche. A fare la differenza da questo punto di vista è il design delle aree, dove ovviamente From Software rimane ancora inarrivabile (e in generale inarrivata all’interno del genere). Le mappe disegnate da Over the Moon sono sì interconnesse e nascondono elementi da sbloccare successivamente in stile metroidvania, ma non hanno la brillantezza della controparte nipponica e tendono ad apparire nel complesso più monotone. Desueta anche la scelta legata allo spostamento rapido tra l’equivalente in-game dei falò, dove si può scegliere di “bloccarne” uno alla volta quando lo si raggiunge per poter tornare rapidamente in quella sola area piuttosto che poter scegliere in quale punto della mappa spostarsi da ogni posizione. Non un dramma, complici anche le dimensioni ridotte delle varie aree e nel complesso del gioco in generale, ma un’altra sovra-semplificazione che tende a complicare la vita al giocatore piuttosto che a soccorrerlo. Che è un grande classico dei souls, intendiamoci, ma se e solo se questo lavoro viene fatto con l’intento di lanciare un messaggio all’interno del gioco – di raccontare con il gameplay, insomma.

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Un altro punto di frizione è il battle system. La formula, come detto, è quella di From Software, ma Nostalgaia ha un problema quando si tratta di affrontare gruppi di nemici: ogni colpo subito dal personaggio, indipendentemente dall’azione che era in corso, la interromperà esponendolo ad altri attacchi senza nessuna finestra di invulnerabilità o metodi rapidi per il recovery. Il risultato è che paradossalmente una folla di villici appare più pericolosa di un gigante in armatura, perché possono fare nel complesso più danno e forzare la mano sull’uso delle fiaschette di Estus (si, tornano anche loro) in dotazione. Peccati venali che impediscono a Nostalgaia di esprimere tutto il suo potenziale, limitandone l’appeal a quello di una sorta di variazione sul tema del genere – o metadone per tossicodipendenti in assistenza, appunto.

In Breve: The Last Hero of Nostalgaia è il Dark-Soulest di tutti i Soulslikes. L’idea di usare la tradizione come meccanica di gioco è interessante, ma alla fine forse si applica troppo facilmente all’esperienza. Nel complesso, Nostalgaia è un bambino Dark Souls senza rimpianti, ma con qualche semplificazione eccessiva e alcuni problemi legati alla battaglia.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Non ci sono particolari problemi di performance. Addirittura si litiga meno del sindacale con la telecamera, da sempre tallone d’Achille delle produzioni del genere. Certo, il fatto di avere davanti un gioco per lunghi tratti ridotto in pixel e mai con tantissima folla a schermo aiuta.

 

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Pro

  • L’idea delle memorie risvegliate è interessante.

Contro

  • Qualche stortura nel battle system / Level design non eccezionale.
6.5

Sufficiente

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