South of the Circle – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

Dopo ben due anni dalla prima pubblicazione su Apple Arcade, South of the Circle, gioco dei ragazzi di State of Play arriva anche su PC e Console, pronto a regalarci un’avventura particolare, quasi un walking simulator dove l’interazione è praticamente nulla.

Sviluppatore / Publisher: State of Play / 11 bit studios Prezzo: ND Localizzazione: Testi PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4/5, Xbox Series X/S/One, Nintendo Switch Data di Lancio: 03/08/2022

Pochissime le premesse: non bisogna far altro che sedersi e guardare gli eventi che vengono narrati senza premere (quasi) nessun tasto fino ai titoli di coda. Dunque, perché realizzare un gioco dove si gioca concretamente poco? Cerchiamo di venirne a capo.




PASSATO E PRESENTE (E FUTURO?)

Siamo nel pieno della Guerra Fredda e Peter, un giovane docente universitario di Cambridge, fa la conoscenza di una ragazza chiamata Clara, ed essendo anche lei una docente universitaria di Cambridge capita spesso che i due si incontrino sul treno. I due ragazzi si piacciono e Clara aiuta Peter nella sua ricerca scientifica legata allo studio della meteorologia. Oltre al legame professionale tra i due nascerà anche quello sentimentale, con dolci momenti intimi, mai troppo esagerati o maliziosi, con l’esposizione umana di una ragazza seriamente interessata alla persona che ha accanto. Peter forse è troppo timido per esporsi o tentare qualche tipo di approccio.

South of the Circle

Caffetteria, notte, pioggia, un ragazzo e una ragazza. Niente di più romantico.

Ma questo è il passato. Il presente è di tutt’altro avviso: Peter si trova disperso in Antartide, con un atterraggio di fortuna del piccolo aeroplano che lo trasportava nella base britannica. Il pilota è ferito, lui è l’unico che può muoversi nella tormenta e cercare di trovare un aiuto, così da poter tornare a casa. L’esperienza narrativa di South of the Circle si dipana su due livelli narrativi che continuamente confluiscono a causa del trauma subito da Peter. Cercare un aiuto attiverà nel protagonista il subconscio, rievocando momenti chiave del suo passato, rielaborando anche tutta la storia con Clara, dal primo incontro fino al primo bacio.

È POSSIBILE GIOCARE IN QUESTO GIOCO?

All’inizio le meccaniche di gioco possono trarre facilmente in inganno, giacché presentata come un’avventura con una forte componente narrativa con tanto di scelte multiple qualcuno potrebbe aspettarsi un’esperienza simile a Life is Strange. Invece no, con South of the Circle, che ci regala l’illusione di giocare e di effettuare scelte che ci porteranno a finali multipli, tutto è impostato verso un finale chiaro – più o meno – con scelte che non sono morali, bensì emozionali. Il protagonista avrà a disposizione una singola risposta alla domanda che qualcuno gli porrà e noi potremo solo decidere in che modo esporre la risposta, attraverso un Peter arrabbiato, solare, dubbioso o risoluto.

South of the Circle è forse il gioco che presenta un comparto narrativo tra i più belli e sfaccettati nel mondo dei videogiochi

Una decisione assai particolare, che sembra più un modo per attirare l’attenzione su di sé, senza poter concretamente esprimere o giustificare il perché di questa particolare scelta, o meccanica di gioco se vogliamo. Va anche detto che, nella sua durata – circa quattro ore – South of the Circle si può considerare un film. Saremo chiamati ogni tanto a premere un tasto per decidere lo stato d’animo e muovere di qualche passo il nostro personaggio, ma tutto sempre in corridoi estremamente guidati. Dunque anche il semplicistico atto di camminare o di guidare un’automobile (siamo in Inghilterra, la guida è a destra) sarà un’illusione appena ci inclineremo leggermente in una direzione opposta, con il gioco che ci blocca e ci fa tornare sulla retta via. Insomma, un titolo dove la parola d’ordine è osservare, vivere quella storia e anzi, lo scopo finale pare evidente, regalare un’esperienza cinematografica al pari di un film, e bisogna dirlo, su questo aspetto prettamente drammaturgico il gioco è un gioiello brillante di dimensioni generosissime.

NUOVO CINEMA ANTARTIDE

Narrativamente parlando, il gioco è fenomenale. Una sceneggiatura curatissima e magnanima di battute, attori e motion capture bravissimi, e l’aspetto estetico restituisce tonalità pastello che si amalgamano benissimo nei continui stacchi di montaggio tra presente e passato, davvero intelligenti, di esperienza, e di una maturità che si trova in chi il cinema lo vive e mastica ogni secondo. Anche l’intera risoluzione finale – che non vengo qui a spoilerarvi – è assai intelligente nell’affrontare il discorso della memoria, di come gli esseri umani tendono a modificare eventi a nostro piacimento anche a causa di un forte trauma. Forse è questo il motivo dell’impossibilità di poter eseguire scelte direttamente? Molto probabile, nell’ottica in cui a ogni risposta c’è da aiutare la memoria a ricordare con che tono Peter ha fatto quella promessa a Clara, dunque nel pieno del freddo e del trauma dell’incidente. Risposte sbagliate (o meglio, ricordi) non ce ne sono.

South of the Circle

La sanità mentale di Peter vacillerà nel presente, intrappolato nel freddo e buio Antartide, tanto da confondere realtà e fantasia, passato e presente.

Criticabile da chiunque cerchi un’avventura da giocare e che abbia decisioni che portano a più finali o che abbia semplicemente qualche meccanica in più per giustificare questa produzione come “videogioco”. Per il resto è un’avventura narrativa forse tra le più ispirate e ricche che si possano trovare. Se si fa pace con questo concetto, ci si trova davanti un’opera grandiosa.

In Breve: South of the Circle è a tutti gli effetti un film camuffato da videogioco, ma arrivati all’epilogo, l’insieme di scelte e delle meccaniche di gioco che non danno respiro ad esse, trovano un loro preciso posto e tutto diventa incredibilmente più logico e dannatamente irresistibile. Non troverà una benedizione globale a causa degli scarsi momenti in cui si può davvero “giocare”, ma per chi vorrà lasciarsi coccolare da una storia narrativamente ricca (da andare a scoprire nuovamente dopo il finale, con la rilettura di alcuni eventi) allora troverà pane per i suoi denti.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Esteticamente pulito e brillante, durante la prova non ci sono stati problemi di esecuzione. Parliamo comunque di un gioco pensato per mobile e tablet, dunque eseguibile anche su sistemi non ricchissimi di potenza.

 

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Pro

  • Esteticamente grazioso / Sceneggiatura e recitazione forse tra le più belle in un videogioco / Morale ben più profonda di quanto si possa immaginare / Morale ben più profonda di quanto si possa immaginare

Contro

  • Si “gioca” poco / Concretamente è un film, passerete tantissimo tempo a guardare eventi su schermo e basta
8.8

Più che buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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