Hell Pie – Recensione

PC

L’inferno mi ha sempre messo un po’ in soggezione, ma ora che in Hell Pie vedo che è un luogo in cui si parla di sesso e droga esprimendosi a suon di rutti e flatulenze, mi sento già a casa.

Sviluppatore / Publisher: Sluggerfly / Headup Games Prezzo: 24,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam) Compatibile con Steam Deck: Data di Lancio: Già disponibile

Non ci è dato sapere quanti anni abbia Satana, però come tutti ama festeggiare il proprio compleanno con tanto di torta e candeline. A differenza dei comuni mortali, però, la sua reazione nel vedere che l’Inferno si è dimenticato della sua festa potrebbe essere apocalittica.




E così, spetta a Nate, il Demone del Cattivo Gusto, cercare di porre rimedio al guaio in Hell Pie, 3D action platformer sviluppato da Sluggerfly e distribuito da Headup. Ci attende un viaggio all’insegna di doppi sensi, oscenità e battute degne dei peggiori licei che non sentivo dai tempi di Porky’s.

HELL PIE NON È POSTAL, IL GIOCO C’È ED È SERIO

Quando mi imbatto in giochi palesemente demenziali e politically incorrect, mi scende sempre un brivido lungo la schiena: non perché non apprezzi il genere, che invece adoro e adotto come filosofia di vita, ma perché spesso l’esasperazione di alcuni contenuti cela lacune di gameplay, e chiunque si sia avvicinato alla serie Postal credendo di trovare un GTA ancora più trasgressivo sa di cosa parlo. Fortunatamente questo non è il caso di Hell Pie e nonostante la trama ci veda alla ricerca di cristalli di qualche strana droga e assorbenti usati – con tanto di residui di peli pubici – da usare come ingredienti per la torta satanica che immagino squisita al pari delle più ardite ricette mai apparse su Gambero Rosso, ci troviamo di fronte a un solido platformer caratterizzato da mondi piuttosto vasti e ricchi di aree segrete, oggetti collezionabili, power up e boss di fine livello.

VI PRESENTO NUGGET, IL MIO MICROPENICO AMICO

Il Demone Nate non è solo nella propria missione, ma viene affiancato da una specie di Cherubino nudo di nome Nugget, incatenato a una delle sue corna. L’angelico compagno ha la doppia funzione di arma, potendo essere usato per colpire i nemici come una Morning Star, e di rampino per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili al salto e doppio salto del protagonista, che comunque dispone di ottime doti atletiche che lo rendono in grado di sprintare, cadere da qualsiasi altezza perdendo solo uno dei tre cuoricini iniziali di energia, arrampicarsi e scivolare lungo alcuni tipi di piattaforme.

LE CORNA NON SONO MAI ABBASTANZA

La lista delle nostre abilità è destinata ad ampliarsi in quanto, come molti redattori, Nate dispone di parecchie corna in grado di conferire poteri speciali: radar in grado di individuare tutti gli hot spot del mondo in cui ci troviamo, turbine per un super sprint, violentissime testate per sbriciolare ostacoli altrimenti eliminabili solo tramite esplosivi, illuminazione extra e così via.

Hell Pie

Strappare le corna ai baby unicorni è più rilassante che scoppiare le bolle di pluriball.

Tuttavia all’Inferno nulla è gratis e nulla è dovuto, e dobbiamo raccogliere parecchia valuta sapientemente celata nei meandri dei livelli per poter sbloccare non solo i suddetti power up ma anche orpelli cosmetici che vestiranno il nostro diavoletto come Steve Jobs o il fido cherubino come Borat. È presente anche un albero delle skill piuttosto lineare e non particolarmente ricco, ma si tratta di un’ulteriore, inaspettata caratteristica che arricchisce il gioco aggiungendo spazio per qualche build creativa.

DIVERTENTISSIMO QUANDO PICCHIO, MENO QUANDO SALTO

Gli elementi tipici degli action platformer sono tutti ben presenti in Hell Pie: i nemici sono numerosi senza mai diventare soverchianti e divertenti da uccidere, soprattutto quando la nostra morning cherubin star viene affiancata da armi da fuoco come shotgun e mitragliatrici per avere la meglio su rettili tossici o su un’armata nazi composta da masse fecali solide di forma cilindrica. Sì, insomma, avete capito, quella parola con la “S”. Avremo anche a che fare con soldati a forma di “S” con il boss rappresentato da un gigantesco “S”, talmente grande che soffrirebbe di claustrofobia anche nell’intestino di Polifemo. Fantastico.

Hell Pie

Quel boss è proprio un pezzo di “M” – Letteralmente!

È proprio nel level design che i dev si sono sbizzarriti, creando ambientazioni interessanti quali un raffinato sushi bar all’interno di una balena viva, Pinocchio docet, o una fabbrica nella quale gli umani sono tenuti più o meno come nel mondo reale di Matrix. Sfortunatamente alcune imprecisioni nel movimento della telecamera e un sistema di luci e ombre che a volte fa perdere il senso della tridimensionalità penalizzano le sezioni meno action e più platformer, nelle quali non è raro mancare una piattaforma semplicemente perché un gioco di prospettiva e illuminazione ci aveva fatto credere che fosse più vicina o più lontana. Situazioni che infastidiscono un pochino ma che non compromettono l’esperienza di gioco, grazie a un generoso sistema di checkpoint che ci impedisce di ripetere sezioni troppo lunghe.

MA CHE DIAVOLO HAN DISEGNATO I GRAFICI?

Dal punto di vista grafico il gioco si difende senza eccellere, tutti i personaggi sono molto bene rappresentati pur con delle texture abbastanza semplici, e lo stesso dicasi per le ambientazioni: i vari elementi se presi ad uno ad uno paiono quasi acquistati in qualche bundle di asset grafici, ma una volta al loro posto sono convincenti e il tutto si muove fluidamente e con dei controlli molto reattivi. Il sonoro è sopra la media, con pezzi veramente ispirati come il quasi tormentone latino nell’isola caraibica e il soft jazz nel locale-balena. Unico appunto l’eccessiva verbosità di Nugget, che continua a tormentarci con i suoi pensieri sotto forma di fumetto anche quando stiamo combattendo con i boss, sottraendo preziosi pixel alla visuale dell’azione.

Hell Pie

La sezione col mitragliatore è poesia pura.

Anche se inizialmente Hell Pie sembra immenso, dopo un po’ ci si accorge che alcune porte chiuse non possono essere sbloccate – o perlomeno io non ci sono riuscito e ciò non ha compromesso il completamento dell’avventura – e una run dignitosa non dovrebbe rubarvi più di una dozzina abbondante di ore, in linea con altri prodotti del genere. Il discorso cambia qualora vogliate puntare a recuperare tutte le statuine di gattini, unicorni e schifezze varie sparse per i livelli, condizione necessaria per sbloccare l’intero parco trofei. Una piacevole sorpresa, ed uno dei platformer più ispirati di quest’anno.

In Breve: Il rischio di Hell Pie era che gli sforzi profusi nel partorire uno storytelling decisamente fuori di testa e irriverente sottraessero energie e risorse al gameplay vero e proprio, creando un prodotto interessante ma divertente a metà. Fortunatamente i dev non si sono persi per strada e ci troviamo di fronte innanzitutto ad un ottimo action platformer 3D, che ci delizia anche con un umorismo demenziale senza cadere nelle trappola della battuta a tutti i costi. Alcune sezioni sono un po’ acerbe e avrebbero meritato un po’ più attenzione, e lo stesso dicasi per alcune texture, ma rimane il mio platformer dell’anno.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Mi ha proposto tutti i selettori al massimo livello di dettaglio e non ha mai scattato, ma in qualche occasione la telecamera si perde in inquadrature poco efficaci.

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Pro

  • Ricco di situazioni divertenti e disgustose / Decine di segreti e item collezionabili / Impegnativo ma generoso con i checkpoint.

Contro

  • Alcune imprecisioni nelle sezioni di abilità con i salti / Texture a volte amatoriali.
8.4

Più che buono

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