Yurukill: The Calumniation Games – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Quando il sistema giudiziario ti ha condannato in maniera definitiva, non c’è più speranza… o forse sì? Diciamo che Yurukill: The Calumniation Games la cosa è un po’ complicata…

Sviluppatore / Publisher:Izanagi Games / NIS America Prezzo: 49,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch Data di Lancio: 8 luglio

Colpevoli o innocenti? Vittime di errori giudiziari, o criminali incapaci di ammettere le proprie colpe? Chi sono i partecipanti del misterioso “gioco a premi” organizzato dall’altrettanto misteriosa Yurukill Inc.? E in cosa consiste questo gioco? Quale sarà la ricompensa consegnata al vincitore? E gli sconfitti… cosa ne sarà di loro?




Tutte queste domande, e molte altre ancora, troveranno risposta nel corso delle circa tredici ore necessarie per terminare l’ultima fatica di Izanagi Games, in un susseguirsi di eventi che si dipaneranno tra enigmi da risolvere, missili a profusione e dialoghi, tanti dialoghi…

ERRORI GIUDIZIARI

Chi scrive bene lo definirebbe un pot-pourri di diversi generi. Chi invece predilige i paragoni alcolici, lo descriverebbe come un cocktail con un mix di differenti ingredienti. Si potrebbe anche, più semplicemente, utilizzare il termine “mischione”, che ha ben poco di italiano ma che rende l’idea. Insomma, ci sono tanti modi per far capire senza troppi giri di parole come Yurukill: The Calumniation Games sia un titolo che racchiude al suo interno più anime, che si intrecciano in continuazione per dare vita a un’esperienza di gioco che alterna momenti decisamente interessanti e riusciti a situazioni che invece lasciano l’amaro in bocca. Iniziamo con ciò che funziona, ovvero tutta la parte ascrivibile al concetto di “visual novel”. Le premesse narrative, per quanto al limite dell’assurdo, sono abbastanza intriganti: cinque squadre, ognuna composta da un colpevole (o presunto tale) e da un esecutore, vengono trasportate su una misteriosa isola per esplorare ricostruzioni di scene del crimine in cerca di indizi che dimostrino l’innocenza dell’accusato, in una competizione che man mano eliminerà un team dopo l’altro fino al raggiungimento del traguardo finale, la vittoria e la conseguente conquista della libertà.

Yurukill The Calumniation Games Recensione

Dopo aver trascorso dieci anni in carcere, Sengoku può provare la sua innocenza collaborando con Rina… cosa legherà i due?

la scrittura è nel complesso brillante, con dialoghi che spaziano tra il serio e il folle in cui nulla viene lasciato al caso

Livello dopo livello si entra a contatto con le diverse squadre, si scoprono particolari relativi ai singoli casi e si assiste all’evoluzione del rapporto tra i vari personaggi in un susseguirsi di eventi a tratti prevedibili, a tratti decisamente sorprendenti. Malgrado in alcuni momenti risulti eccessivamente prolissa e si perda in qualche lungaggine di troppo la scrittura è nel complesso brillante, con dialoghi che spaziano tra il serio e il folle in cui nulla viene lasciato al caso. Fra gli scrittori, oltretutto, possiamo trovare Homura Kawamoto, già autore del manga Kakegurui. Promosso senza indugi anche il lavoro svolto sul cast, con una caratterizzazione dei personaggi che parte a volte da stereotipi ben definiti (su tutti l’accoppiata idol/fan composta da Hanaka Ichirin e da Keiichi Oka) per poi evolversi in corso d’opera. Colpevoli ed esecutori hanno personalità ben definite, con uno spettro di emozioni che passa senza mezzi termini dal fanatismo al cinismo, dalla freddezza alla rassegnazione, con sentimenti contrastanti che mutano man mano che ci si addentra nelle attrazioni dell’isola gestita dalla Yurukill Inc.

PENSARE E SPARARE

In Yurukill: The Calumniation Games si legge. Tanto. Buona parte dell’avventura è incentrata su dialoghi (in inglese, non è presente la localizzazione in italiano), da leggere con particolare attenzione per immagazzinare tutta una serie di informazioni indispensabili per procedere. Ma non è tutto qui. Ci sono infatti, per riprendere un concetto espresso all’inizio del paragrafo precedente, la seconda e la terza parte del “mischione”. Di che si tratta? Due parole: enigmi e sparatutto. Partiamo dai primi, che si innestano all’interno delle sequenze di esplorazione delle scene del crimine e che permettono di scovare le prove necessarie per decretare l’innocenza degli accusati. La scelta di inserire dei puzzle per spezzare le fasi di dialogo è potenzialmente molto interessante, ma si scontra con un’esecuzione troppo elementare. Nella stragrande maggioranza dei casi gli enigmi sono infatti molto (anzi mooooooooooooolto) semplici e richiedono pochi secondi per essere risolti, tanto da risultare più un intralcio da superare velocemente che uno stimolo alla riflessione e all’utilizzo della materia grigia.

Le sequenze sparatutto sono il punto debole di Yurukill. Mancano di stile e non propongono nulla di originale a livello strutturale.

Discorso analogo può essere fatto anche per le sequenze shoot’em up, inserite con un semplice espediente narrativo nelle fasi finali di ogni livello. Uno scontro virtuale tra il colpevole e l’esecutore strutturato in più fasi, all’interno delle quali è necessario utilizzare le informazioni raccolte per scardinare le certezze dell’esecutore e convincerlo della propria innocenza, che ha un grosso difetto: manca totalmente di personalità.

Tutte le peculiarità che caratterizzano Yurukill: The Calumniation Games svaniscono una volta saliti a bordo della propria astronave

Tutte le peculiarità che caratterizzano Yurukill: The Calumniation Games svaniscono infatti una volta saliti a bordo della propria astronave, per lasciare spazio a uno sparatutto semplice, privo di stile, che ripropone (in una versione sotto la media) meccaniche già viste mille altre volte e le inserisce in un contesto visivo spartano, che non ha nulla a che vedere con il resto del gioco. Per cercare un minimo di sfida l’unica soluzione è optare per il livello di difficoltà più elevato, ma anche in questo caso chi ha dimestichezza con il genere non si troverà di fronte a una missione impossibile, complice la generosa dotazione di vite accumulabili all’inizio di ogni livello. Considerando quanto appena scritto, ha ben poca utilità la modalità che permette di affrontare solamente le sezioni sparatutto con l’obiettivo di ottenere punteggi sempre più elevati. Malgrado la (magra) attrattiva di poter confrontare i propri record con quelli di altri giocatori tramite classifiche online è difficile pensare che, una volta giunti al termine dell’avventura, qualcuno decida di cimentarsi in lunghe sessioni a suon di raggi laser, bombe ed esplosioni. Perché Yurukill è vincente per chi cerca la storia, la narrazione, il racconto… mentre è perdente per chi vuole soprattutto giocare.

In Breve: Yurukill: The Calumniation Game convince nella sua parte narrativa con una trama che, malgrado la presenza di momenti in cui risulta eccessivamente verbosa e prolissa, riesce comunque a catturare l’attenzione e a coinvolgere dall’introduzione fino al fatidico “The End”. Convincono molto meno invece le parti giocate, con enigmi che non richiedono particolari abilità per essere risolti e sequenze shooter anonime nell’estetica e banali nella struttura. Il risultato finale è un mix in cui manca l’equilibrio, interessante per chi è in cerca di una visual novel con una storia intrigante, da evitare per chi vuole vivere un’esperienza esaltante pad alla mano.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Non male il design dei personaggi, peccato per le sequenze sparatutto, decisamente poco interessanti anche visivamente. Non ho incontrato nessun tipo di problema o bug.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Trama abbastanza interessante.

Contro

  • Enigmi spesso troppo semplici / Le sequenze shooter sono di una banalità estrema.
6.3

Sufficiente

Password dimenticata