Assassin's Creed Valhalla : L'Alba del Ragnarok – Recensione

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Ubisoft dà il la a un secondo anno di contenuti aggiuntivi per Assassin’s Creed Valhalla con L’Alba del Ragnarok, una corposa espansione incentrata interamente sulla mitologia norrena.

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Sofia / Ubisoft Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Completo Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Ubisoft Connect, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S

I giocatori di Assassin’s Creed Valhalla non sono nuovi alle scorribande nei vari regni della mitolodia nordica, d’altronde la saga di Odino è uno dei pilastri su cui si regge l’intera narrazione del videogioco. Uno dei filoni narrativi del gioco principale, infatti, vede il protagonista nei panni di Odino avventurarsi ad Asgard e dintorni per ripercorrere gli eventi delle celebri saghe dei popoli nordeuropei. Ora però Ubisoft Sofia ha preparato una nuova avventura incentrata esclusivamente sulla figura di Havi, uno dei tanti nomi con il quale viene identificato il Padre degli Dei, in questa espansione impegnato a salvare suo figlio Baldr dalle grinfie del gigante di fuoco Surtr, soggiogatore dei nani che dimorano nel regno di Svartalfheim.




Ne L’Alba del Ragnarok ci troviamo così a esplorare un nuovo reame grande circa un terzo della mappa dell’Inghilterra, attraverso una campagna che mi ha tenuto impegnato due dozzine di ore prima di raggiungere i titoli di coda.

L’ALBA DEL RAGNAROK E DEI TUTTOFARE

Purtroppo le premesse narrative senz’altro intriganti che vedono Eivor tornare a vestire i panni di Odino si scontrano con un intreccio fin troppo scontato, a tratti soporifero, che viene banalizzato dalla struttura ludica su cui si basa tutta questa nuova avventura. Immaginate il Padre degli Dei che per salvare suo figlio deve prima soddisfare le numerose richieste del popolo nanico, traformandosi in una sorta di stagista tuttofare. Una formula che va bene nel gioco base, dove impersoniamo un vichingo appena approdato sulle sponde inglesi – un signor nessuno per intenderci, ma in quest’ultima espansione tutto l’impianto risulta fin troppo forzato rischiando di minare l’immedesimazione e dunque l’intera esperienza di gioco.

In quest’ultima espansione tutto l’impianto risulta fin troppo forzato

Un peccato perché, perlomeno sotto il profilo prettamente artistico, il regno di Svartalfheim è particolarmente ispirato e offre una serie di scorci davvero mozzafiato. L’esplorazione del mondo di gioco, però, si presenta sempre nel solito modo: cambia l’ambientazione, ma la zuppa è sempre quella. Vi sono montagne e monumenti da scalare per svelare porzioni sempre più vaste della mappa, accampamenti e templi da razziare assieme ai propri compagni vichinghi (che non si capisce come siano arrivati lì, ma passiamo oltre), nonché alcuni semplici enigmi da risolvere per mettere le mani su risorse aggiuntive. Insomma, L’Alba del Ragnarok non reinventa la ruota, ma dopo aver trascorso un centinaio di ore tra gioco base e le due espansioni precedenti, questa formula di Assassin’s Creed Valhalla inizia a risultare piuttosto stantia.

Assassin's Creed Valhalla L'Alba del Ragnarok recensione 06

Avete presente il memino “se Ubisoft avesse sviluppato Elden Ring?”. Ecco.

Ciò non significa che non vi siano delle novità, intendiamoci. Per esempio uno degli elementi su cui si focalizza una parte consistente dell’avventura riguarda la ricerca degli accampamenti nanici disseminati nel mondo di gioco. Nelle varie regioni di Svartalfheim, infatti, sono presenti dei rifugi che in teoria dovrebbero essere difficili da individuare: nella pratica, però, spesso basta seguire delle enormi frecce gialle disegnate su dei carretti di legno per raggiungere una grotta o un insediamento sotterraneo pieno di nani. Qui possiamo ottenere nuove quest, ma troviamo anche mercanti e fabbri.

I POTERI DEI GIGANTI

Ecco, proprio i fabbri aiutano Havi a entrare in possesso di un potente artefatto: il Predatore di Hugr. Grazie a questo manufatto d’argento a forma di corvo è possibile estrarre i poteri speciali dei nemici caduti, che poi possono essere usati dal protagonista consumando una nuova risorsa, ossia l’Hugr. Questa si ricarica uccidendo i nemici, sacrificando una parte di salute presso degli appositi altari, oppure raccogliendo il nettare di alcuni fiori presenti nell’open world.

Assassin's Creed Valhalla L'Alba del Ragnarok recensione 02

Trasformandosi in un corvo, Eivor/Havi può sorvolare Svartalfheim e cogliere di sorpresa i nemici.

I poteri sono tutto sommato l’elemento più riuscito de L’Alba del Ragnarok, anche perché sulla carta dovrebbero spianare la strada a nuove soluzioni di gameplay. Per esempio il potere di Muspelheim trasforma il corpo di Odino in lava, permettendogli da una parte di attraversare i fiumi incandescenti presenti un po’ ovunque in Svartalfheim, dall’altra lo rende molto simile ai giganti di fuoco e dunque fa sì che possa mimetizzarsi tra i nemici per coglierli di sorpresa. Vi è anche un potere per teletrasportarsi a breve distanza usando la schivata o le frecce, o ancora un altro che trasforma Havi in un corvo. I fabbri nanici sono anche in grado di migliorare il Predatore di Hugr, a patto di consegnare loro i materiali necessari, andando a potenziare ulteriormente i poteri estratti dai caduti.

I poteri sono tutto sommato l’elemento più riuscito de L’Alba del Ragnarok

In linea di massima, L’Alba del Ragnarok è sostanzialmente un “more of the same” molto più derivativo di quanto si potesse immaginare. La promessa di un’espansione ambiziosa, come ci era stata descritta dagli sviluppatori in sede di anteprima, non è stata mantenuta interamente. Certo, ci sono delle novità degne di nota, le quali però vanno a innestarsi all’interno di una formula di gioco ormai stagnante. Non aiuta che l’Odino presente in questa espansione assomiglia più a un fattorino che a un potente dio norreno. Peccato perché l’arco narrativo mitologico di Assassin’s Creed Valhalla è pieno di potenzialità che nel DLC non vengono mai sfruttate.

In breve: L’Alba del Ragnarok viene definita dagli sviluppatori come un’espansione ambiziosa, tuttavia quest’ultimo DLC di Assassin’s Creed Valhalla risulta una semplice minestra riscaldata con poche novità davvero degne di nota. Come se non bastasse, le molte incongruenze ludo-narrative rendono praticamente impossibile l’immedesimazione nei panni del protagonista. Sulla carta siamo Odino, nella pratica un tirocinante tuttofare pagato in visibilità.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Sulla configurazione di prova, L’Alba del Ragnarok gira in maniera piuttosto simile al gioco base e alle altre espansioni. Pertanto ho giocato impostando il livello di dettaglio su “molto alto” a risoluzione 1440p mantenendo quasi sempre i 60fps.

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Pro

  • Torniamo a impersonare Odino... / I nuovi poteri sono divertenti. / Ottima direzione artistica.

Contro

  • ...ma è tutto fuorché il Padre degli Dei. / Formula di gioco troppo derivativa. / Troppe incongruenze ludo-narrative.
7.7

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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