Con Rainbow Six Extraction Ubisoft Montreal si addentra nel campo degli sparatutto cooperativi, fra temibili alieni e operatori dai volti familiari. Occhio a non fare una brutta fine, però!
Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Montreal / Ubisoft Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Epic Games Store, Ubisoft Connect), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 20 gennaio 2022
In origine c’era Outbreak, una modalità a tempo limitato di Rainbow Six Siege che vedeva diversi operatori intervenire nella cittadina americana di Truth or Consequences (posto reale eh, andate a vedere se non ci credete) per contenere una misteriosa epidemia che causava profonde mutazioni nelle persone colpite. I creatori di questa modalità però vedevano dell’ottimo potenziale in questa modalità, e così pochi mesi dopo arrivò l’annuncio di Rainbow Six Quarantine, titolo cooperativo a sé stante per tre giocatori, ambientato nello stesso universo narrativo di Siege.
Passano i mesi, il progetto finisce in silenzio radar, si inizia a dubitare che sia davvero esistente, quand’ecco che a giugno 2021 il gioco torna a farsi vedere. Il titolo nel frattempo è cambiato, diventando Rainbow Six Extraction: comprensibile, visto che negli ultimi tempi il termine “Quarantine” è diventato fin troppo familiare per milioni di persone. In ogni caso, ora lo sparatutto cooperativo di Ubisoft Montreal è qui nelle nostre trepidanti mani.
SPARARE IN COMPAGNIA
Rainbow Six Extraction è un gioco sorprendente. Diciamoci la verità, la modalità Outbreak non è che sia passata alla storia per la sua beltà, al punto che girando su Reddit e social vari la domanda “ma di preciso, chi è che ne sente il bisogno di questo gioco?” era tutt’altro che rara. Io, dal canto mio, un po’ di interesse ce l’avevo: se su Siege non sono mai stato un giocatore di prima categoria, il suo gameplay non mancava di caratteristiche e idee che non mi sarebbe per niente dispiaciuto vedere applicate a un contesto diverso dalla competitività del multiplayer. Aggiungiamoci che gli sparatutto cooperativi mi piacciono un sacco, e insomma, io non è che fossi proprio scontento che Ubisoft avesse deciso di dare un’opportunità a questo titolo.
Nel concreto, però, uno non sa mai come andranno le cose fin quando non mette mano al gioco, e alcuni trailer di gameplay mi avevano lasciato tiepidino. Qui arriva la parte sorprendente, però, perché invece Rainbow Six Extraction mi è piaciuto un bel po’, sicuramente più di quello che pensavo: merito di una formula di gameplay ben riuscita e dell’interessante varietà portata dall’assortimento di operatori. Così come promesso fin da quel primo trailer, il nuovo gioco di Ubisoft Montreal ci permette di ricoprire i panni di alcuni degli agenti di Rainbow Six Siege, le cui abilità sono state riadattate per far fronte alla minaccia aliena.
ARCHEI, ARCHELOMA, ARCHECOSA?
Già, alieni: il “virus” di Outbreak ha subito un’evoluzione narrativa, diventando la specie aliena parassitaria e molto, molto pericolosa degli Archei (l’accento va sulla e). Questi hanno fatto la loro comparsa in varie zone di New York, di San Francisco, dell’Alaska, e ovviamente sono ancora lì che girano per Truth or Consequences. Fortunatamente, la nuova organizzazione nota come REACT ha rapidamente isolato le aree dove sono presenti gli alieni, dividendole in varie sottozone.
LA SCELTA DI CHI E COSA PORTARSI DIETRO NON VA SOTTOVALUTATA
Più di ogni altra cosa, le incursioni di Rainbow Six Extraction non vanno sottovalutate. Basta venire colpiti poche volte per cadere a terra, e questo vale anche per i nemici più semplici. Quando possibile, è dunque importante fare tutto il possibile per agire con cautela, eliminando i nemici senza farsi notare e cercando di distruggere tutti i nidi nei nostri dintorni. Quando uno degli Archei ci vedrà, potrà infatti decidere di lanciare un urlo e attivare i nidi nei paraggi, che dunque inizieranno a sfornare a ripetizione nemici di ogni tipo e a diffondere l’archeloma, un’antipatica melma nera che riduce la velocità di movimento degli operatori. Detto così magari non rende l’idea, ma fidatevi che ci vuole davvero poco per mandare a repentaglio un’incursione e passare dall’avanzare gagliardi e sicuri di sé al correre con la coda fra le gambe verso il sito dell’estrazione.
INCURSIONI A CARO PREZZO
Anche perché cadere in battaglia non è cosa priva di conseguenze. La prima volta potremo essere rialzati dai nostri compagni, entro una breve finestra di tempo; la seconda, invece, il nostro operatore perderà i sensi e verrà avvolto da una schiuma gialla protettiva. A quel punto, i nostri compagni potranno ancora portarci in salvo, ma se non dovessero riuscirci l’operatore in questione verrà considerato “disperso in azione”, e non sarà più possibile selezionarlo dal roster. Per farlo riapparire dovremo tornare nella zona dove è caduto e salvarlo tramite un obiettivo speciale.
UNO STILE DI GIOCO RUN ‘N GUN POTREBBE NON ESSERE LA SCELTA PIÙ SAGGIA
RAINBOW SIX EXTRACTION E LA SUA CROCE
Se quando si tratta di scendere in campo ho trovato decisamente ben riuscito Rainbow Six Extraction, al netto tutt’al più di qualche leggero inciampo sulle animazioni e una varietà dei nemici non eccelsa, c’è però qualcosa che mi fa decisamente storcere il naso: e cioè il suo sistema di progressione. Intendiamoci, io non è che sia contrario a prescindere all’implementazione di sblocchi cadenzati di contenuto di vario tipo, però ci vuole anche equilibrio, e non credo proprio che qui ci sia. Progredendo fra i 30 livelli legati al nostro account, sbloccheremo nuove aree, modalità avanzate, difficoltà di gioco, operatori, oggetti cosmetici e “tier” di gadget, che poi vanno a loro volta sbloccati uno ad uno usando i gettoni REACT. Ogni operatore poi ha i suoi livelli, che oltre a potenziarne le caratteristiche gli permetteranno di sbloccare armamentario aggiuntivo (gli attachment, se non altro, sono tutti disponibili).
IL SISTEMA DI PROGRESSIONE NON È DECISAMENTE IL PUNTO PIÙ ALTO DI RAINBOW SIX EXTRACTION
Ed è un vero peccato, perché Rainbow Six Extraction è davvero un ottimo gioco. Dal lato del gameplay sono poche le critiche posso muovergli. Mi viene in mente il fatto che le descrizioni di alcuni gadget potrebbero essere più chiare, o che alcuni obiettivi siano decisamente più facili (e meno rischiosi) di altri al netto di una ricompensa in punti esperienza identica. Ma ciò non toglie che nel corso degli ultimi giorni mi ci sono onestamente buttato a capofitto, e che anche i miei due colleghi non sembravano esattamente dispiaciuti di venire a tenermi compagnia; e a tal proposito, Extraction ha anche il pregio di permettere di affrontare le sue incursioni in solitaria, adattando numero di nemici e complessità delle situazioni alla quantità di giocatori, cosa che invece la concorrenza spesso non fa preferendo affidarci alla competenza di bot spesso più dannosi che utili. Brava Ubisoft Montreal, dunque, anche se non dover sbloccare persino i livelli di difficoltà ci avrebbe fatto piacere.
In Breve: Da soli o in compagnia, Rainbow Six Extraction è uno sparatutto cooperativo ben realizzato, che espande l’idea nata con la modalità a tempo di Rainbow Six Siege per renderla un titolo a sé stante di tutto rispetto. Divertente anche grazie alla letalità degli scenari: l’approccio tattico e misurato è sicuramente una buona idea, astenersi Rambo della domenica. Peccato per il sistema di progressione decisamente rigido.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: GTX 1070, AMD Ryzen 3600, 16 GB di RAM, SSD
Com’è, Come Gira: La qualità di un prodotto ad alto budget si vede e in questo caso è anche accessibile, dato che ci ho giocato senza problemi con tutto ad Alto su una configurazione con cui non si può sempre dare tutto per scontato. Qualche animazione un po’ migliorabile, ma per il resto davvero piacevole da vedere.