Questo MXGP 2021 è a suo modo storico. L’ultimo in cui si può gareggiare, anima e cuore, nella tuta “arancione KTM” incrostata di fango virtuale di Tony Cairoli, il 222 più iconico, uno dei più grandi crossisti di sempre, che onora per l’ultima volta la serie Milestone con la sua presenza dopo il ritiro, nel miglior capitolo dal 2014 a oggi.
Sviluppatore / Publisher: Milestone / Milestone Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo PEGI: 12 Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, PC, Xbox Series X/S, Xbox One Data di Lancio: Già disponibile
Malinconia e adrenalina, mescolati nel fango che diventa materia organica, viva, capace di custodire ricordi che giro dopo giro riaffiorano, mentre scaviamo solchi di traverso riportando alla luce duelli, giri veloci, momenti decisivi.
In MXGP 2021 si consuma dunque l’ultima danza del campione, in loop, con l’eleganza di un gameplay che tratta lo sterrato con rispetto, concedendogli sempre l’ultima parola, l’ultimo passo, il pilota in attesa del suo giudizio, instabile, in equilibrio precario, pronto ad uscire a fionda da un tornante, appoggiando il piede per illudersi di avere la situazione sotto controllo e poi via, gas spalancato a far urlare il 4 tempi, ipnotico, assecondando curve e dossi quasi con gentilezza, per non risvegliare il tracciato dal suo sogno di motori e fenomeni.
DUAL SENSE A MANETTA
L’anno scorso descrivevo l’utilizzo del Dual Sense di PS5 in MXGP 2020 come “vanilla”, abbastanza embrionale, con la certezza che una piccola messa a punto avrebbe potuto veramente fare la differenza come in Ride 4. E avevo ragione. Quant’è importante uno strumento del genere quando devi simulare la guida motociclistica, senza poter fare affidamento su periferiche capaci di assottigliare il divario realtà/finzione con uno strattone di force feedback. Il controller Sony diventa quindi un surrogato perfetto, un eccezionale vettore sensoriale attraverso vibrazioni e resistenze che si trasformano in un’impagabile fatica fisica, arrivando a fine gara con le mani sudate e le dita indolenzite, ancora inchiodate attorno ai grilletti. Correre in MXGP 2021 è un impegno fisico oltre che mentale, un richiamo a cui si è destinati a cedere. La soddisfazione di portare a casa una gara dopo aver sgomitato con i propri avversari, con quel senso di inerzia al di là dello schermo e questo senso di fisicità tra le mani è qualcosa di unico che, ad oggi, è monopolio Milestone.
Che bellezza sentir sobbalzare il grilletto destro quando si apre tutto in uscita, simulando la posteriore che slitta in cerca di trazione, affamata e insaziabile. È tutto qui il senso dell’evoluzione tecno-ludica, in un movimento meccanico sotto il dito, decisivo. Viene da sé che tutto ciò è accentuato dalle consuete migliorie di setup che anno dopo anno elevano sempre di più il piacere di guida della serie, limando sbavature fisiche (ancora presenti ma sempre meno capaci di dare vita ad aberrazioni e momenti bizzarri) e glorificando sempre più quell’illusione ludo-visiva di “ruote piantate nel fango”, attrito, sdrucciolamento.
è proprio un gran bel giocare, sempre tesi, attenti, e rigorosamente senza aiuti alla guida
Con la varietà dei suoi tracciati, MXGP 2021 impone un periodo di apprendimento gustosissimo, dove si entra sempre più in confidenza coi loro segreti, pendenze, salti, lasciando spazio per l’interpretazione personale. C’è poi un’inerzia gestita alla grandissima, come accennavo poco fa, col peso delle moto che si sente chiaro, tangibile, credibile, il bisogno irrefrenabile di calcolare bene e ad occhio i tempi di reazione nei cambi di direzione rapidi, muovendosi sinuosi tra i dossi; una caratteristica esaltata, insieme al sound design e tutto ciò di cui vi ho parlato finora, da una visuale in soggettiva per stomaci e cuori forti, che cambia prospettiva e quasi cambia il gioco, ora col terreno a un palmo dal naso, abbacinati dalla velocità e dagli scossoni del manubrio, dentro al casco, gli occhi sbarrati e il divertimento che sale di giri fino al limitatore. Esaltante.
MXGP 2021: BAGNO DI FANGO
L’offerta ludica è rimasta pressoché invariata rispetto allo scorso anno, con la gradita aggiunta di quattro tracciati storici del mondiale, affiancati ovviamente alle dodici tappe del campionato appena concluso e vinto da Jeffrey Herlings. La carriera è una cavalcata dalla MX2 alla MXGP alla ricerca della gloria e dei contratti migliori, inframezzata da eventi secondari che danno ritmo al proprio percorso personale, aggiungendo quel pizzico di imprevedibilità che non guasta mai, mentre il contorno è pressoché obbligato, tra campionati, gare singole e il solito gorgo del time attack dove i maniaci come il sottoscritto passeranno ore a macinare giri veloci. Torna come da consuetudine l’editor di tracciati e il Playground trasloca dalla Norvegia al Galles, rimanendo quella modalità incompiuta a cui ormai ci siamo affezionati.
Basterebbe poco per glorificarla, magari con un po’ di fantasia, e invece resta una valvola di sfogo dove girare liberamente per un piccolo territorio, affrontare qualche sfida e, in poco tempo, annoiarsi e tornare nella bagarre, provocati da un’IA che rimane un po’ tonta in certi frangenti (tipo le solite, “tragiche”, partenze) ma combatte col coltello tra i denti, senza paura e risultando sempre degna e stimolante.
MXGP è UN PRODOTTO CONSOLIDATO, DALLE FONDAMENTA SOLIDE MA ANCHE DAL POCO INTERESSE AD EVOLVERE
In Breve: MXGP 2021 è una conferma. In primis la conferma che Milestone ha in mano le redini del racing motociclistico, che gestisce con una sicurezza invidiabile e arrivando ad innalzare il livello del sotto-genere crossistico come mai nessuno era riuscito a fare prima. In secondo luogo è ormai chiaro che dal punto di vista dell’offerta ludica la serie non può dare di più ai giocatori che non le sue modalità ben rodate, oliate e pronte all’uso, puntando tutto sull’evoluzione tecnica del modello di guida, anno dopo anno. Se foste a secco da qualche anno o se voleste avvicinarvi a un racing unico, questo è sicuramente l’anno buono, vuoi per salutare la mirabolante carriera di Tony Cairoli, vuoi per giocare, semplicemente, uno dei racing migliori su PS5, col Dual Sense capace davvero di fare la differenza.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Su PS5 regge senza problemi 4K e 60 fotogrammi al secondo, con un buonissimo colpo d’occhio generale che mostra il fianco se analizzato da fermo, con texture di qualità modesta.