Fuga: Melodies of Steel – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Com’è che diceva Oliver Stone? Ah sì: “la prima vittima della guerra è l’innocenza”. Un detto adatto anche a Fuga: Melodies of Steel.

Sviluppatore / Publisher: CyberConnect2 / CyberConnect2 Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch

Niente ninja della Foglia né ipertrofici quanto irascibili semidei: per il suo venticinquesimo compleanno, CyberConnect2 ha scelto la via della malinconia e della dolcezza, omaggiando la serie Little Tail Bronx con un nuovo capitolo, intitolato Fuga: Melodies of Steel. Anche stavolta ci sono cani e gatti antropomorfi, inquadrati però in un contesto bellico a senso unico che vede le forze canine dell’impero Berman attaccare il pacifico paese di Petit Mona, scaraventando da un momento all’altro i suoi abitanti nell’inferno della guerra.




Nell’insensata violenza che segue, Malt e i suoi amici Felineko ricevono un inaspettato aiuto salendo a bordo del Taranis, un gigantesco cingolato custodito in una zona proibita. Sono bambini che non farebbero male a una mosca, ma messi con le spalle al muro decidono di insorgere e combattere per salvare i propri cari, deportati chissà dove.

“SE NON FACCIAMO QUALCOSA, QUELLI CHE AMIAMO VERRANO PORTATI VIA”

Fuga: Melodies of Steel è un gioco di ruolo atipico, giacché l’azione si svolge quasi completamente nel metallico stomaco del Taranis che, a sua volta, si muove lungo percorsi prefissati con numerosi eventi disposti durante il tragitto. Un po’ come in un gioco da tavolo: il Taranis si sposta da un punto all’altro combattendo, raccogliendo oggetti o concedendo ai bambini dei rari momenti di pace prima della tempesta, ma la maggior parte dell’azione avviene quando bisogna vedersela con le unità corazzate di Berman.

Il trucco sta nello sfruttare le debolezze nemiche per ritardare il loro turno e continuare a dispensare danni

Qui il colossale cingolato e le forze avversarie si fronteggiano, scambiandosi colpi secondo l’ordine imposto dall’indicatore presente nella parte superiore dello schermo; ogni Felineko può prendere posto in una delle tre torrette disponibili, mettendosi ai comandi dell’arma assegnata (cannoni, mortai e mitragliatrici, non male per dei gattoni pacifici…), e il trucco sta nello sfruttare le debolezze nemiche per ritardare il loro turno e continuare a dispensare danni. Unite alla formula una vasta gamma di abilità con cui recuperare energia o scatenare attacchi speciali e avrete un sistema di combattimento semplice ma efficace, reso più piccante dal fatto che i punti ferita del Taranis paiono andare giù un po’ troppo in fretta, nonostante l’importante mole possa suggerire il contrario.

Fuga Melodies of Steel Recensione

Sono tanti, ma l’oculato uso delle armi saprà fornirvi spazio per riorganizzarvi.

Quando questo avviene i piccoli si spaventano e possono essere feriti, compromettendo la loro efficacia, e nel momento più buio l’anima che pare possedere il cingolato prende l’iniziativa spalancando le porte del cannone ad anime, un’arma dalla potenza incommensurabile in grado di spazzare via quasi ogni avversario al costo della vita di un volontario. Il sacrificio supremo, una risorsa tentatrice e crudele che sussurrerà più volte al vostro orecchio durante gli undici capitoli che compongono il gioco, ma i veri eroi sapranno sempre trovare un’alternativa.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Storia avvincente e personaggi adorabili / Sistema di combattimento flessibile e appagante / Grafica bidimensionale di gran classe.

Contro

  • Tecnicamente modesto, con opzioni grafiche praticamente inesistenti / Narrazione prevalentemente lineare e priva di esplorazione.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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