Pulsar: Lost Colony – Recensione

PC

Spazio, penultima frontiera. Questi sono i quadernetti di bordo del capitanio Tiberius Fracas, capitano della U.S.S. Breakable, in missione verso rari e lontani mondi per conto della Fluffy Biscuit Corporation e protagonista di Pulsar: Lost Colony.

Sviluppatore / Publisher: Leafy Games / Leafy Games Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam)

Pulsar: Lost Colony non è il gioco ufficiale di Star Trek, ma i richiami sono evidenti fin dai primi minuti. Non è che ci sia un chiaro intento di scopiazzare dall’universo creato da Gene Roddenberry, ma ho trovato che questo gioco colga in pieno lo spirito di dozzine e dozzine di episodi di The Original Series, The Next Generation, e perché no, anche Discovery.




E se questo non vi sembra il migliore dei biglietti di presentazione possibili, siete più freddi di un Venusiano.

DARMOK AND JALAD AT TANAGRA

Non capita spesso di ritrovarmi tra le mani un titolo di cui proprio non avevo mai sentito parlare, eppure ogni tanto succede che il nostro condottiero Mario tiri fuori da quell’infinito calderone di Steam qualcosa che, sono sicuro, pure qualcuno dei backer del progetto originale di Kickstarter si era ornai dimenticato di aver supportato. Di cosa stiamo parlando dunque? Pulsar: Lost Colony è un gioco di ruolo co-op online in cui una squadra di cinque giocatori veste il ruolo dell’equipaggio di una nave spaziale libera di esplorare la galassia. Esiste una premessa narrativa, che prevede l’esistenza di una colonia perduta così ricca di risorse, tecnologie e tutto quello che potete immaginare, che potrebbe letteralmente cambiare il futuro dell’universo rendendolo un paradiso per tutti. Qualcuno l’ha trovata, e ha per qualche strano motivo deciso di dividere le informazioni necessarie a localizzarla in quattro frammenti dei quali non si sa nulla. Il classico ago da trovare nell’altrettanto classico pagliaio, spero che vi siate ricordati di chiudere il gas quando avete chiuso casa.

pulsar lost colony recensione

Tra una missione e l’altra, qualcosa per distrarsi ci vuole.

Tale preambolo è davvero solo un pretesto per lasciare ampio spazio di manovra senza nessun tipo di vincolo, al punto che ogni run non inizierà nemmeno con una missione che vi metta in qualche modo sulle tracce del primo frammento. Lo spirito del gioco è proprio quello di saltare di settore in settore e concedersi così il piacere della scoperta: forse sarete aggrediti da pirati spaziali, oppure finirete in un casinò galattico.

IL PREAMBOLO NARRATIVO è SOLO UN PRETESTO: AVREMO AMPIO SPAZIO DI MANOVRA E NESSUN VINCOLO

Magari, perché no, potreste dover decidere senza tempo per riflettere se credere a chi dice di essere stato incastrato come criminale per aver liberato dei prigionieri politici da lavori forzati in una stazione di massima sicurezza. Vi fiderete del vostro istinto? Ogni missione portata a termine fornisce esperienza per migliorare le abilità dei vostri alter ego, e crediti per acquistare equipaggiamenti migliori per la propria nave. La quantità di contenuti in Pulsar: Lost Colony non è certo comparabile né in termini assoluti né come densità a un titolo tripla A come Grand Theft Auto o World of Warcraft, ma c’è più di quanto si possa chiedere per fare una bella serie di partite con un gruppetto di amici. Non serve nemmeno avere un party di cinque persone già pronto, basta avere uno o due compagni di avventure, e al resto ci penserà il matchmaking, o se proprio volete stare per conto vostro, esiste sempre la possibilità di aggiungere dei bot per coprire i ruoli mancanti. Ogni membro dell’equipaggio ha specializzazioni ben definite: addetto alle armi, ufficiale scientifico, ingegnere, pilota e, ovviamente, capitano.

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Pro

  • Una galassia tutta da esplorare / Simulazione dettagliata di ogni membro dell’equipaggio / Perfetto da giocare con amici.

Contro

  • Comparto grafico appena sufficiente / Alcuni ambienti offrono poca interazione.
8.3

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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