Open Country – Recensione

PC

Ah che bella la vita all’aria aperta! Open Country è un simulatore di “piuttosto che andare a lavorare” che vi farà apprezzare la vita in ufficio…

Sviluppatore / Publisher: FUN Labs / 505 Games Prezzo: 14,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 15 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One

Voi sapete chi siano i “pütòst”? Effettivamente, non c’è motivo per cui dovreste saperlo ma, un po’ come si faceva nella TGM del protozoico – quando l’accostamento dei font e dei colori riusciva a bruciare la rètina più rapidamente dello strip poker di Samantha Fox – per farvelo capire mi tocca condividere con voi una piccola dose di cavoli miei. Diconsi “pütòst”, dalle mie parti, tutti coloro che svolgono professioni – chiamiamole così – che i vecchi viginòn (vigevanesi) commenterebbero in un solo modo: “pütòst che ‘ndà a laurà!”, piuttosto che andare a lavorare, appunto.




Rientrano nella categoria tutta una serie di attività che qui non nomino, altrimenti poi arriva la shitstorm degli indignati (“ma come! Ti assicuro che anche stare fermo sul posto per 5 ore di fila a lanciare per aria una collanina fosforescente, è un lavoro!”, direbbe sicuramente uno di questi). Ebbene, il protagonista di Open Country è il re di tutti i pütòst. Anzi, no, che dico? È il loro gran visir! Uno che va ben oltre il significato sardonico della parola per tramutare la sua condizione di pütòst in qualcosa di intimo, di esistenziale e di concretamente vero.

Il nostro eroe abbandona la sua vita da impiegato per correre col suo camper in aperta campagna

Il nostro eroe, infatti, abbandona la sua vita da impiegato, l’assillo del telefono cellulare, il delirio dei talk show urlati in TV, lo stress urbano delle strade trafficate per correre col suo camper in aperta campagna, alla ricerca di un’esistenza più vera, più dura, più difficile se vogliamo, ma in piena libertà. Quello che va a fare, insomma, è semplicemente sopravvivere, respirare, sbrigare qualche faccenducola qua e là e cacciare per procurarsi il cibo, cercando nel frattempo di non morire di fame, di sete, di qualche strana malattia, per la caduta in dirupo o per un incontro ravvicinato con un orso.

PER VOI RAMBI

Open Country ci mette a disposizione tre scenari in altrettante stagioni dell’anno, sfidandoci a sopravvivere fino al prossimo equinozio o al prossimo solstizio, facendo sostanzialmente poche cose: fabbricare utensili e armi da lancio, barattare gli oggetti che si trovano in giro con altri personaggi, sparare a inermi creature che non vedranno più i loro cuccioli e la luce del sole, tenere sott’occhio i propri parametri vitali e, senza un motivo apparentemente logico, guidare un quad ogni tanto. Verrebbe da chiedersi perché proprio il quad e non una motocicletta da veri duri americani o, già che siamo in aperta campagna negli States, un bel cavallo come in Red Dead Redempion 2, ma forse i ragazzi di Fun Labs hanno scelto quel mezzo perché gli piaceva, oppure per non dare adito a paragoni imbarazzanti…

open country recensione

“Figliolo, un giorno tutto questo stagno gracidante sarà tuo!”

C’è anche un’intera sezione del gioco in cui ci tocca ammaestrare un cane e fare attenzione a tutta una serie di parametri, onde evitare che Fido diventi una palla al piede piuttosto che un fedele aiutante, e la profondità della simulazione a volte comporta aspetti davvero insperati: per esempio, se doveste bere acqua stagnante poi vi verrebbero i parassiti, meglio farla bollire prima! E per farla bollire servono ovviamente un piccolo accampamento di fortuna e qualche contenitore adatto. Tutte cose che si possono trovare o costruire, raccogliendo in questo caso il materiale occorrente, spesso fornito gratis da madre natura.

UNA NATURA RICCA E RIGOGLIOSA

Dal punto di vista visivo non ci possiamo lamentare: anche se, ormai, vedere la luce del sole filtrare tra le frasche di alberi più realistici di quelli reali non fa più nessuna impressione, la grafica di Open Country è ben più che soddisfacente se consideriamo che bastano 15 euro per ammirarla. Dobbiamo apprezzare l’ambiente esterno, naturale e selvaggio, in cui si svolge il 98% del gioco. Basta entrare nei locali, però, per tornare improvvisamente indietro di vent’anni, con location che possiamo tranquillamente definire ‘imbarazzanti’ senza troppi ripensamenti.

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E tutto d’un tratto, senza un motivo… un quad! Forse l’unico diversivo piacevole del gioco.

SE GRAFICAMENTE OPEN COUNTRY FA IL SUO DOVERE, LO STESSO NON SI PUÒ DIRE DELLE DINAMICHE DI GIOCO

Sulla configurazione di prova abbiamo giocato egregiamente a 3440×1440 pixel, quindi il motore fa il suo dovere, ma il vero problema sono proprio le dinamiche del gioco. Il crafting di oggetti avviene tra menu confusi e pressioni multiple involontarie e, dopo aver appreso come si costruisce qualcosa, passa immediatamente la voglia di rifarlo una seconda volta. Il movimento sulla mappa è confusionario, mentre l’interfaccia sullo schermo non ti dice neanche quanti proiettili ti restano nel fucile. Insomma, Open Country è un gioco un po’ raffazzonato (e questo lo si perdona), ma anche terribilmente noioso (questo invece no): una sequenza di missioni prive di mordente che spingerebbero anche il più ostinato degli amanti della natura a rivalutare il piacere delle code in tangenziale, a metà luglio e con il climatizzatore guasto.

In Breve: Raramente, molto raramente, mi sono capitati giochi in cui il desiderio che una missione finisse non era dovuto alla curiosità per ciò che avrei fatto dopo, ma dal tedio, dalla noia, dalla semplice malsopportazione di ciò che stavo facendo. Open Country simula piuttosto realisticamente uno stile di vita allo stato brado, sprecando tutto il potenziale che una situazione del genere avrebbe da offrire, senza romanzare le situazioni neanche un po’, senza aggiungere pepe, senza fare sconti, ma solo aggiungendo noie e fastidi. Insomma, se vi piace vagare nella natura e sparare alle lepri potrebbe essere anche divertente per un po’, ma tutti i limiti di questo open-world emergono in brevissimo tempo.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 1600, GeForce GTX 980 Ti, 16 GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: Benone sulla configurazione di prova. Ma attenzione: non si possono modificare le impostazioni avanzate della grafica, per cui assicuratevi di raggiungere i requisiti consigliati per evitare brutte sorprese.

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Pro

  • Ambiente naturale molto bello da vedere / Tantissime cose da fare / Una vastissima area tutta da esplorare.

Contro

  • Menu confusionari e interfaccia migliorabile / Dinamiche di gioco noiose e ripetitive / Un evidente spreco di potenziale.
5.8

Insufficiente

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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