Ninja Gaiden: Master Collection – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Ninja Gaiden: Master Collection? Davvero? Credo che inizierò col chiudere un occhio sull’assenza di qualcuno dei capitoli più datati…

Sviluppatore / Publisher: Team Ninja / Koei Tecmo Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch

Perché in fondo qualcuno avrebbe voluto legittimamente trovare nella raccolta le versioni per Famicom e arcade dei primissimi episodi dell’epopea di Ryu Hayabusa. Non sarei arrivato a scommettere sulla presenza delle incursioni su piattaforme SEGA a opera di SIMS e Japan System House, oramai perdute nel vortice della storia più remota del marchio, però ammetto che da questa Master Collection mi aspettavo qualcosa di più completo e – perdonate il termine – legittimo. La colpa non è purtroppo del Team Ninja, giacché torna in scena lo spinoso argomento della preservazione del software, visto che, in un’intervista concessa a Famitsu, il director Fumihiko Yasuda ha ammesso che i codici sorgente del portentoso Ninja Gaiden Black e del suo degno seguito Ninja Gaiden 2 sono andati sostanzialmente perduti, costringendo la squadra a utilizzare i due Ninja Gaiden Sigma come ripiego.




Due remake incapaci di effettuare un convinto passo in avanti, offrendo un’esperienza differente rispetto agli originali e, per certi versi, addirittura inferiore. Il primo Sigma rende più lineare l’avventura rimuovendo alcune sezioni esplorative e sostituendole con combattimenti extra, effettuando nel contempo diversi cambiamenti nelle boss fight e offrendo contenuti extra (i livelli dove si vestono gli attillati panni di Rachel, ad esempio) che spezzano un ritmo ben scandito, piuttosto che aggiungere quella varietà che inizialmente non aveva chiesto nessuno.

MENO CHIACCHIERE, PIÙ MUTILAZIONI

Essenzialmente Sigma è l’esempio lampante di come la quantità non sempre prevale sulla varietà, ma in un certo senso apprezzare o meno il risultato finale è questione di gusti: personalmente non esiterei un attimo a consigliare Black a un neofita, ma un veterano del gioco potrebbe tranquillamente optare per l’alternativa più recente, focalizzandosi sugli eccellenti combattimenti e tralasciando quelle sezioni più lente proprie dell’avventura originale. Sigma 2, invece, non mi ha mai convinto, principalmente perché altera alcuni delicati equilibri legati al sistema di combattimento, oltre a rimpiazzare il buon vecchio sangue con una sorta di foschia porpora che fuoriesce dai corpi dei nemici mutilati, rendendo involontariamente il tutto più bizzarro.

Ninja Gaiden Master collection recensione

Passano gli anni, ma stilisticamente Ninja Gaiden 2 continua a convincere.

Ogni scontro mette in scena meno nemici rispetto all’originale su Xbox 360, rendendoli però più resistenti e dannosi, costringendo dunque a giocare più sulla difensiva, laddove i combattimenti originali si rivelavano una sofisticata danza di morte che vedeva Ryu saettare tra un nemico e l’altro dispensando rapidi attacchi e colpi di grazia. A parte questo aspetto decisamente cruciale per i puristi, anche Sigma 2 offre la sua dose di pro e contro nei confronti dell’ispiratore, ponendo sulla bilancia una fluidità più consistente (Ninja Gaiden 2 a volte era forse “troppo” per l’architettura su cui girava, con perdite di frame spesso notevoli) e una minore enfasi sui dannosi attacchi a distanza in cambio di un sistema di potenziamento semplificato e un bilanciamento tra armi eliminate e nuove che difficilmente accontenterà tutti i palati.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Tre giochi d'azione ancora oggi splendidi e piacevolmente impegnativi, invecchiati veramente bene / Poteva andare peggio: poteva includere Yaiba: Ninja Gaiden Z.

Contro

  • Che peccato l'assenza di Ninja Gaiden Black e di Ninja Gaiden 2 / Tecnicamente altalenante su Switch / Una raccolta realizzata senza troppa grinta.
7

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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