Warhammer Age of Sigmar: Storm Ground – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Dopo tanti videogiochi ambientati nell’universo di Warhammer 40.000, ora tocca finalmente anche a Age of Sigmar. Pronti a comandare schiere di Stormcast Eternals, Nighthaunt e Maggotkin di Nurgle?

Sviluppatore / Publisher: Gasket Games / Focus Home Interactive Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Online PEGI: 12+ Disponibile su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch

Confesso di aver seguito poco lo sviluppo di questo Storm Ground, in parte perché di base non sono molto interessato al setting di Age of Sigmar. Ho amato alla follia il buon vecchio Warhammer Fantasy, di cui sono stato un avido giocatore, ma questo suo successore targato Games Workshop non mi ha mai entusiasmato, sebbene più di qualche volta abbia avuto l’occasione di avvicinarmi seriamente alle miniature dei Reami Mortali.




Fatta questa doverosa premessa, devo comunque dire che non ho approcciato il videogioco tattico di Gasket Games del tutto a digiuno di informazioni. L’opera del piccolo studio canadese è sì ambientata nell’universo di Age of Sigmar, ma la scala delle battaglie riprodotte sui nostri schermi non si avvicina mai agli scontri che potreste vedere su un tavolo da gioco. Invece, Storm Ground vede il giocatore prendere il comando di una manciata di modelli virtuali capitanati da un eroe per affrontare una serie di missioni generate in maniera procedurale. Di fatto ci troviamo al cospetto di un tattico a turni con una marcata struttura roguelite.

PROVA E RIPROVA

Il gioco prevede la presenza di tre delle numerose fazioni che fanno parte dell’universo del board game originale. Ci sono gli Stormcast Eternals, impavidi e immortali guerrieri forgiati nella tempesta dal dio Sigmar, a cui si contrappongono le schiere spettrali dei Nighthaunt, adoratori del dio della morte Nagash, e i Maggotkin di Nurgle, guerrieri e demoni mutati dal dio caotico della pestilenza.

Warhammer Age of Sigmar Storm Ground recensione 02

È possibile modificare i colori delle truppe, come spesso accade nei giochi su licenza Games Workshop.

A ognuna di queste fazioni sono dedicate tre campagne di difficoltà crescente. La prima – quella più facile – è sbloccata sin dall’inizio, mentre per accedere alle successive bisogna portare a termine quelle immediatamente precedenti.

Una sconfitta durante una qualsiasi missione equivarrà a un game over immediato

La struttura roguelite di Storm Ground fa sì che all’inizio di ogni campagna sia possibile scegliere l’eroe che guiderà il manipolo di unità, più un massimo di due truppe iniziali e un atto divino, ossia un potente bonus da utilizzare una sola volta durante tutta la partita. Affrontando le missioni, poi, queste unità accumuleranno punti esperienza, mentre potranno essere personalizzate con gli oggetti di equipaggiamento e le abilità ottenute dopo aver portato a termine gli scenari. Inutile dire che sarà anche possibile aggiungere altre truppe alla squadra iniziale, a seconda delle ricompense casuali guadagnate. Tuttavia, come avviene in ogni roguelite degno di questo appellativo, una sconfitta durante una qualsiasi missione equivarrà a un game over immediato.

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Pro

  • Tre fazioni ben caratterizzate. / L’intelligenza artificiale è competitiva. / Il multiplayer aumenta la longevità.

Contro

  • Formula roguelite discutibile. / Alla lunga manca un po’ di varietà. / Localizzazione in italiano con errori grossolani.
8

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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