Outriders – Recensione

PC PS4 PS5 Xbox One Xbox Series X

Dopo aver creato Painkiller e Bulletstorm, People Can Fly si dedica al genere dei looter shooter. Il risultato è il fantascientifico Outriders.

Sviluppatore / Publisher: People Can Fly / Square Enix Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Google Stadia

Dare un voto a un gioco non è sempre un compito facile. Quando ne sei sicuro, è una specie di atto di fede: il voto che secondo te il gioco si merita te lo senti e basta, avrà le sue giustificazioni, certo, ma non c’è una serie di dati oggettivi che inserisci in una macchinetta e ti dà il risultato giusto.




A volte, però, quella macchinetta farebbe davvero comodo: è stato così per esempio con Outriders, looter shooter creato da People Can Fly e pubblicato da Square Enix. Il perché è dovuto al fatto che la produzione polacca alterna innegabili meriti ad asperità altrettanto evidenti.

IL BRIVIDO DELL’IGNOTO

Partiamo dalle fondamenta. Outriders è un looter shooter, ovvero un gioco che – in maniera simile a titoli come Borderlands, Destiny e The Division – fa della raccolta di armi e armature sempre più potenti una parte centrale del suo gameplay loop. È ambientato su Enoch, un pianeta alieno dove parte dell’umanità è fuggita alla ricerca di una vita migliore, lasciandosi alle spalle una Terra ormai condannata a morire; a poca distanza dallo sbarco, però, una tempesta elettromagnetica nota come Anomalia frigge tutti gli strumenti elettronici e causa tremende devastazioni. Ma ad alcuni l’Anomalia porta insospettati regali, garantendo loro poteri incredibili e una resistenza alle ferite fuori dal comune. Noi interpretiamo proprio uno (o una) di questi pochi fortunati, nonché uno dei pochi Outrider sopravvissuti al caos dello sbarco. Ah, nel frattempo siamo anche stati rinchiusi in frigorifero per trent’anni, quindi su Enoch saranno successe un po’ di cose al nostro risveglio.

outriders recensione

Il mondo è ricco di sidequest. Questa ci porterà a scoprire cos’è successo ad alcuni Outrider.

A DISPETTO DELL’IMPEGNO INVESTITO, LA STORIA DI OUTRIDERS NON È TERRIBILMENTE INTERESSANTE

Già che siamo qui, parliamo subito della storia, così ce la leviamo di torno e poi possiamo parlare dello spara-spara, che è la cosa più fondamentale. Parto dicendo che l’ho trovata abbastanza debole: l’avventura del nostro Outrider e dei pazzi che scelgono di accompagnarlo gira intorno a un misterioso segnale che dovrebbe permettere di ricontattare la Flores, nave spaziale con la quale i nostri coloni stellari sono giunti su Enoch e ancora in orbita attorno al pianeta, così da dare l’ordine di lanciare sul pianeta i pod ricchi di importanti rifornimenti rimasti ancora a bordo (e proprio intorno a questi pod ruoterà l’endgame). Si vede che People Can Fly ha profuso un buon impegno in questa campagna singleplayer: è ricca di cutscene, di personaggi secondari, di sidequest e le cittadine in particolare sono ben create e ricche di dettagli e di NPC. Ma tutto questo non permette di sfuggire al fatto che la storia è piuttosto blanda, e anche quando cerca di avere momenti alti finisce per scadere nei cliché da film di serie B.

Continua nella prossima pagina…

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Gameplay loop coinvolgente / Loot system ben pensato / Quattro classi con abilità belle gagliarde.

Contro

  • Lento a carburare / Varietà dei nemici deludente / Audio e animazioni non sempre all’altezza.
8.2

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

Password dimenticata