It Takes Two – Recensione

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Pescate qualcuno di cui vi fidate (o volete imparare a fidarvi), cacciategli un pad in mano e allacciate le cinture, perché It Takes Two è un viaggio come pochi altri.

Sviluppatore / Publisher: Hazelight / Electronic Arts Prezzo: 39,99€ (include Friend’s Pass) Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo Online e Locale PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam, Origin), PS4, Xbox One Data di Lancio: 26 marzo 2021

Se andiamo a spulciare fra le cartelle di It Takes Two, l’ultimo titolo sviluppato da Hazelight per Electronic Arts, scopriremo ben presto che il nome in codice del gioco è “Project Nuts”. Ora, per i meno anglofoni di voi, il termine “nuts” non significa solo “noccioline”, ma anche “completamente fuori di testa”.




Una definizione che si addice perfettamente al progetto di Josef Fares, che a sua volta è una personalità unica nel mondo dei videogiochi; tanto per dirne una, ha promesso di regalare 1000$ a chiunque si sarebbe annoiato giocando a It Takes Two. Cosa devono aver pensato i PR di Electronic Arts in quel momento non lo sappiamo bene, ma di sicuro sappiamo che la fiducia di Fares nel suo titolo non era certo mal riposta (sì, lo so che avete già sbirciato il numerino).

IN UN GIORNO DI PIOGGIA

Ma cos’è che rende la produzione di Hazelight “completamente fuori di testa”? Beh, partiamo dalle basi: It Takes Two è un action platformer, ma definirlo in maniera così limitante significherebbe fargli solo un disservizio. Guardando i trailer la cosa si può già intuire, ma la varietà di situazioni che vi troverete di fronte in gioco ha ben pochi paragoni: nel corso del solo secondo livello, per fare un esempio, vi troverete a fare grinding selvaggio sulle rotaie mentre schivate carrelli portaghiande, a gestire una barca improvvisata fra rapide, tornados dispettosi e larve esplosive, a pilotare uno scarabeo rinoceronte impazzito in una corsa ad ostacoli, ad affrontatare tre miniboss e un boss finale, e a fuggire a bordo di un improvvisato aeroplano costruito da una banda di scoiattoli guerrafondai.

it takes two recensione

Cody spara magneti, e May ci si appende per attraversare il baratro. Sembra facile, ma i magneti scivolano!

E, ripeto, questo è solo il secondo livello: il resto del gioco ci vedrà impegnati a pilotare una nave dei pirati, a scalare un’immensa torre (completamente opzionale, ma volete mettere la soddisfazione?), a spararci fuori da un cannone così da centrare fisicamente dei bersagli, a mettere in atto prove di equilibrio, a tuffarci in un mondo subacqueo così da riattivare una fabbrica dei dolciumi, ad affrontare sezioni di fuga e molte altre cose che potrei continuare ad elencare senza remore, perché tanto sono così numerose che non riuscirei mai a ricordarne abbastanza da rovinarvi le continue sorprese che questo gioco pone di fronte a chi decide di prendere parte al suo mondo. Nella creazione di Josef Fares e dell’abile team che ha assemblato con Hazelight, non c’è davvero mai tempo o modo di annoiarsi: ti abitui a una situazione e subito il gioco ne pesca un’altra fuori dal suo cappello magico delle idee, pronto a sorprenderti anche quando ormai sai che la fine si avvicina e pensi che ormai nulla potrà più farlo.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Divertente e incredibilmente vario / Ottimo uso del gioco cooperativo / Bellissimo da vedere / Scritto benissimo / Dr. Hakim.

Contro

  • Qualche opzione di accessibilità in più non sarebbe stata male.
9.6

Ottimo

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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