Bentornati nell’epoca d’oro delle avventure grafiche per console, che in Giappone spesso facevano rima con Cing. I due Another Code arrivano in un colpo solo su Nintendo Switch completamente rivisti dal punto di vista grafico, corredati da un’atmosfera ricca di misteri e un gameplay opportunamente modernizzato.
Sviluppatore / Publisher: Nintendo/Ark System Works / Nintendo Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +12 Disponibile su: Nintendo Switch Data d’uscita: 19 gennaio 2024
Quando lo scorso settembre, durante uno dei suoi Direct, Nintendo annunciò l’arrivo su Switch di Another Code: Recollection, una piccola parte degli spettatori dell’evento si lasciarono andare a un breve grido di giubilo. Erano coloro che a suo tempo, tra il 2005 e il 2009, giocarono e goderono dei due capitoli di questa mini-serie usciti rispettivamente su DS e Wii.
In cabina di regia c’era l’ormai defunta Cing, compagnia giapponese specializzata in avventure grafiche che rivive in questa mini-raccolta che anche a distanza di così tanto tempo mantiene intatto buona parte del proprio fascino. Protagonista di entrambe le storie è Ashley Mizuki Robins, ragazza dall’animo gentile e il cervello sveglio alla disperata ricerca di indizi che la portino a scoprire che fine hanno fatto i suoi genitori, creduti morti. Nel primo gioco, Another Code: Two Memories, Ashley ha 13 anni e dopo aver ricevuto un misterioso pacchetto contenente una lettera del padre e un misterioso aggeggio elettronico, si reca insieme alla zia Jessica nel luogo in cui si erano perse le ultime tracce del genitore: una maestosa villa sull’isola Blood Edwards.
LETTERE MISTERIOSE
Poco dopo essere sbarcate, anche Jessica fa perdere le proprie tracce ma le cose iniziano a farsi davvero strane solo quando Ashley viene in contatto con una presenza eterea, il fantasma di un giovane che afferma di vagare sull’isola da oltre 50 anni alla ricerca di qualcuno che lo aiuti a ricordare. I due alleano le forze per far luce sui rispettivi passati e la vera avventura ha inizio.
Nel sequel arrivato su Wii quattro anni dopo, intitolato Another Code: R – Viaggio al Confine della Memoria, ritroviamo una Ashley 16enne, che si appresta a vivere una vicenda molto simile alla precedente, ancora una volta legata a una lettera sul cui contenuto glissiamo per non rovinarvi parte delle sorprese anche del primo gioco.
CLASSICO RIVISTO MA NON TROPPO
Ark System Works, nuova casa di molti ex-sviluppatori Cing, si è occupata di entrambe le riedizioni. La prima in particolare ha richiesto un lavoro non da poco sotto il profilo grafico (anche se si poteva fare sicuramente di più per quanto riguarda le ambientazioni, un po’ scarne e poco definite) ma anche dal punto di vista del sistema di controllo, in fondo stiamo parlando di un titolo bidimensionale con funzionalità affidate ad un pennino che si è trasformato in un gioco 3D con controllo diretto del personaggio. Il risultato finale è più che soddisfacente: Ashley e i suoi compagni d’avventura brillano sullo schermo forti di un look più ricco e nuove espressività, le ambientazioni che incorniciano Blood Edwards Island sono ora totalmente tridimensionali e impreziosite da un’effettistica al passo con i tempi… almeno per gli standard Switch.
Il primo Another Code ha richiesto un lavoro non da poco sotto il profilo grafico ma anche dal punto di vista del sistema di controllo
Quest’ultimo elemento è fondamentale in quanto la progressione dell’avventura è legato quasi totalmente alla risoluzione di puzzle che spesso e volentieri si fanno ambientali e richiedono quindi l’attenta osservazione degli ambienti circostanti e di qualsiasi oggetto con cui si possa interagire. Il sistema di controllo sfrutta il sensore di movimento della console Nintendo (una feature ormai dimenticata dalla maggior parte degli sviluppatori) per l’utilizzo della fotocamera in-game e anche la risoluzione di alcuni enigmi. Stranamente invece lo schermo touch della console non è stato fondamentalmente implementato, una scelta a cui non riusciamo a trovare una spiegazione logica visto che avrebbe aiutato non poco la fruibilità di alcune parti del gioco. Detto questo, anche con il controllo classico tramite pulsanti l’avventura anzi, le avventure sono perfettamente godibili e mantengono ancora quel piacevole alone di mistero che ce le aveva fatte apprezzare all’epoca.
FATEVI CONVINCERE
Non esistono livelli di difficoltà nei due Another Code e a dirla tutta portarli a termine non è un’impresa titanica, ma per i neofiti del genere il team di sviluppo ha inserito un sistema di indizi non invadente ma utile a procedere nella storia senza troppi patemi. Si può attivare e disattivare in qualsiasi momento tramite la pressione di un tasto e consiste fondamentalmente in un’indicatore a schermo che suggerisce la direzione da prendere e gli oggetti con cui interagire per proseguire.
Stranamente lo schermo touch del Nintendo Switch non è stato sfruttato, una scelta a cui non riusciamo a trovare una spiegazione logica
Difetti veri e propri i due Another Code non ne hanno, hanno però un ritmo piuttosto lento, con trame che si svelano con consumata lentezza e questo potrebbe tenere lontano il pubblico più giovane, notoriamente sempre alla ricerca di fruizioni veloci e dinamiche. Non abbiamo dubbi che i fan storici di Cing e delle vecchie avventure grafiche acquisteranno questa Another Code Recollection, ma anche a tutti gli altri consigliamo di farci più di un pensiero perché verranno ricompensati con due giochi dall’atmosfera avvolgente… magari un possibile successo potrebbe anche convincere Nintendo a riportare in vita altri due capolavori dell’epoca Nintendo DS: Hotel Dusk: Room 215 e Last Window: The Secret of Cape West.
In Breve: Nella prima decade degli anni 2000 “Cing” era sinonimo di avventure grafiche ricche di atmosfera e straordinarie idee di gameplay. Due di quelle avventure arrivano ora su Switch con un deciso e obbligatorio restyling grafico e un gameplay modernizzato. Ritmo lento, tanta atmosfera e trame intriganti sono punti di forza di due produzioni che hanno mantenuto (quasi) intatto il loro fascino.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, come gira: Anche in questo caso vale il discorso fatto per la maggior parte dei giochi first/second party usciti su Switch, che non presentano particolari criticità. Il restyling grafico dei giochi è ottimo e anche “sparati” su un pannello di grandi dimensioni i due giochi fanno la loro discreta figura. Nessun bug o glitch incontrato nel corso del test, giusto un paio di “incagli” della protagonista in zone particolarmente anguste, risolti però senza troppi patemi.